"3p" ha scritto:
...
> 2) metto il pezzo di ferro caldo in un cilindro contenente gas
> perfetto alla sua temperatura, raffreddo con una lenta espansione
> adiabatica, calcolo la variazione di entropia del ferro integarndo la
> n C_V dT/T (dove C_V � approx costante e mi � data dal calore
> specifico per il peso in kg di una mole, o pi� grossolonamente da
> Dulong-Petit), faccio una cosa simile con l'acqua scaldandola fino a
> 47 �C (questa volta D-P � cmq proibito!), e infine suppongo di
> immergere il ferro nell'acqua, ormai hanno la stessa temperatura,
> siccome l'entropia � una funzione di stato l'aumento di entropia *del
> sistema* (l'ambiente circostante � cambiato) � lo stesso che si
> avrebbe se compissi l'esperimento cos� come � descritto nel problema,
> � una cosa simile a quella che si fa quando si fanno pezzetti di cicli
> di Carnot per giustificare l'utilizzo della semplice Delta Q / T nel
> calcolare la variazione di entropia dei corpi in seguito a flussi di
> calore tra due corpi a grande capacit� termica
> 3) Domanda: nel processo che ho descritto io adesso dove finisce
> l'entropia persa dal pezzo di ferro durante l'espansione adiabatica?
> La risposta pu� essere una sola: il gas del cilindro, in
> quell'espansione, non si raffredda tanto quanto si raffredderebbe se
> non ci fosse dentro il pezzo di ferro, quindi la diminuzione di
> temperatura del gas non compensa l'aumento di volume, e l'entropia del
> gas aumenta (anche se il processo � lentissimo e privo di attriti e
> turbolenze), e quindi tenuto conto del pezzo di ferro la variazione di
> entropia del sistema (pezzo di ferro+cilindro con gas perfetto) �
> zero, cmq quello che a noi interessava era la variazione di entropia
> di pezzo di ferro e acqua, ho introdotto il gas perfetto solo per
> poter analizzare con comodit� il processo reversibile. Tutto giusto?
Si', mi sembra tutto giusto.
> 4) Nell'esperimento ideale che ho descritto la variazione totale di
> entropia dell'*universo* � davvero zero, ho immagazzinato in modo
> ordinato l'energia termica persa dal pezzo di ferro che si riscaldava,
> per esempio sollevando pesetti nell'espansione adiabatica (in questo
> processo ho sfruttato anche l'energia termica del gas, ma sar�
> anch'essa restituita in una eventuale compressione), e potrei
> riutilizzarla per riscaldare il ferro e tornare alla situazione
> iniziale. Nel caso proposto dal libro la situazione � diversa.
>
OK.
...
> Beh il libro parla genericamente di "motore", potrebbe essere una
> qualunque macchina termica ideale, quindi non ci vedo errori in
> questo.
OK, pero' se da una parte parla di cicli del motore e dall'altra
parla di numero di giri, dovrebbe anche specificare quale
corrispondenza ci sia, per quel particolare motore, tra
cicli e numero di giri, per consentire di risolvere il problema...
> Ci vedo per� un errore nella sua sovrabbondanza di cifre
> significative, e in questo: anzich� considerare la durata di un ciclo
> 1/70 di secondo, ha considerato 0,014 facendo il conto con questo
> valore troncato, questo lo porta al 4286 che potrebbe fare uscire di
> testa un povero studente.
Ah, ho compreso l'inghippo :-)
> passare qualche pomeriggio a rivedere gli esercizi su cui dovranno
> spaccarsi la testa un sacco di studenti... risparmiarsi questo
> lavoretto mi sembra quasi un crimine. Alla faccia del minimizzare le
> spese, questo rischia di diventare piuttosto un minimizzare i guadagni!
Che dire, hai perfettamente ragione, se purtroppo non si puo' contare
sul senso di responsabilita' di alcuni editori, speriamo almeno che
intervenga una qualche forma di "selezione naturale" ad opera degli
utenti, che, si spera, tenderanno a scegliere i libri fatti meglio.
Nota: mi scuso per il quoting eccessivo, tagliando ulteriormente
il messaggio originale avrei temuto di perdere in comprensibilita'.
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
Received on Sun Mar 30 2008 - 21:12:11 CEST