Re: Come Galileo ha capito Einstein

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Fri, 14 Mar 2008 21:01:06 +0100

Michele Andreoli ha scritto:
> Io, ingenuamente -- visto che e' scritto in italiano e non in latino;
> visto che ha la forma del dialogo e che e' anche parecchio lungo --
> direi che l'intento e' anche divulgativo. Tu la pensi diversamente?
> (ho dato del Tu a Fabri, ora corro a confessarmi ...)
Hai avuto l'assoluzione? :-))
Sul resto, vedi piu' avanti.

>> G.: "Mi sembra di vedere, allo stesso tempo, una continuita' e una
>> discontinuita' col mio lavoro: sembra che la luce non si comporti,
>> rispetto alla mia nave, allo stesso modo degli animaletti volanti, dei
>> pesi e delle gocce cadenti."
> Qui Galileo sarebbe dunque ad un passo dalle trasformazioni di
> Lorentz, e questo leggendo una sola singola frase di Einstein. Non
> male.
Posso dirlo? Mi avete piuttosto deluso...
Ma come sarebbe che la luce "non si comporti allo stesso modo degli
animaletti volanti ecc."?
Quando Einstein dice esattamente il contrario, ossia che la luce si
comporta proprio allo stesso modo!
E' (per me) chiaro che il Galileo di Odifreddi non ha capito niente di
Einstein :-<

Darwin ha scritto:
> Beh, un minimo di intento divulgativo comunque c'era, gi� testimoniato
> dalla scelta del volgare come lingua... La descrizione famosa
> "rinserratevi con qualche amico nella maggior stanza che vi sia sotto
> un gran naviglio eccetera" la trovo piuttosto bella ed �, a mio
> avviso, un buon esempio di divulgazione. Non mi stupisce quindi che
> Einstein abbia scelto sostanzialmente esempi simili a quelli di
> Galileo.
A me pare che il punto di vista che esprimete entrambi difetti di
senso storico.
Dato che *oggi* quel tipo di discorsi si fanno in ambito divulgativo,
cosi' pensate di poter classificare i "Massimi Sistemi" all'epoca in
cui sono apparsi, ossia quasi 4 secoli fa.

Spiego che cosa intendo per "divulgativo".
Uno scritto che si propone di "divulgare" presso un pubblico non
specialista delle conoscenze, idee, risultati, concetti che sono ben
noti e acquisiti nell'ambito specialistico e che si cerca di
trasmettere semplificandoli.

E' questo il carattere e lo scopo dei "Massimi Sistemi"?
L'argomento piu' forte che si puo' portare e' la lingua in cui sono
scritto: volgare anziche' latino.
Come e' stato detto (mi pare da Geymonat) qui c'e' un intento
politico: diffondere la "nuova scienza" per cercare di superare in tal
modo l'ostacolo opposto dalle "autorita' costituite".
Posso anche ipotizzare l'idea che esistesse, secondo G., un pubblico
di persone che non sapevano di latino ma erano in grado e interessate
a conoscere le nuove idee.

Tutto bene, ma manca l'altro requisito che considero indispensabile.
Si fa divulgazione quando si "divulga" qualcosa che nell'ambito
specialistico e' gia' ben acquisito.
Non e' certo questo il nostro caso.

Il famoso brano del "gran navilio" non e' il racconto di qualcosa che
tutti i "filosofi naturali" del tempo conoscevano e condividevano:
tutto il contrario!
E piu' in generale, tutto il libro espone idee che non erano affatto
di conoscenza comune tra gli scienziati e che al contrario - quando
erano note - suscitavano vive opposizioni.
Cose comunque difficilissime da accettare per chi fosse stato educato
alla scienza aristotelica.

Ecco perche' secondo me non si puo' assolutamente parlare di
divulgazione.
                      

-- 
Elio Fabri
Received on Fri Mar 14 2008 - 21:01:06 CET

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