Fermi e i ragazzi di via panisperna
Fermi ebbe il nobel per la scoperta che i neutroni
lenti sono piu' facilmente assorbiti dal nucleo, creano
o isotopi oppure fissioni.
La mia domanda è questa:
Come facevano a quei tempi ( e siamo negli anni '30 del secolo scorso),
ad analizzare un campione irradiato per determinare se c'era stata una
variazione di elementi/isotopi nello stesso ?
Considerando che una mole contiene il numero di Avogadro di atomi,
cioè 6.02*10^23 , e che Fermi usava dei tubetti contenenti polvere
di radon e Be che emettevano 20000 N/s e che per irradiare i campioni
ne arrivavano al massimo il 50% , cioè 10^4.
Questo significa che in 1 secondo producevano al max 10mila atomi
irradiati, una quantità infinitesimale.
Come facevano a trovare gli isotopi per quantità cosi' piccole ?
Mi pare irradiasse l'argento, l'argento ha MA = 108 ,
quindi 108 grammi di Ag contengono 6*10^23 atomi.
Se i neutroni sono 10mila /sec , vuol dire che sono prodotti
6*10^(-19) grammi al secondo, in un'ora si sarebbero prodotti
circa 2*10^(-16) grammi di isotopi.
Come facevano a trovare delle quantità cosi' infinitesimali ?
La spettroscopia in assorbimento atomico riesce a rilevare quantità
cosi' piccole ?
E la spettroscopia di massa ? Qui parliamo del 1934-1938 ....
qualcuno ne sa qualcosa ?
Giovanni
Received on Fri Jul 27 2018 - 03:53:36 CEST
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