Re: Torniamo al nucleare? Sì. Col torio!

From: Lurkos <lurkos.usenet_at_gmail.com>
Date: Fri, 22 Feb 2008 16:40:24 -0800 (PST)

On 19 Feb, 22:18, brmo..._at_libero.it (SETI ITALIA Cocconi) wrote:
> 1) la sicurezza delle centrali collegata al pericolo di "meltdown" (colata
> di sotto) terribile termine anglosassone che molti ingegneri nucleari si
> rifiutano scaramanticamente di pronunciare perch� indica l'ipotesi pi�
> spaventosa: la fusione del n�cciolo in conseguenza di guasto/fermata del
> sistema di raffreddamento e il suo inarrestabile/ineluttabile
> sprofondamento nelle falde freatiche e conseguente contaminazione
> radioattiva di fiumi e mari con il suo contenuto di miliardi di curie (Ci).

� realistico per centrali di tipo occidentale?
Pensiamo ai grandi sviluppi dei sistemi di abbattimento negli impianti
tradizionali.
Non ho ancora conoscenze approfondite di impianti nucleari, ma mi
sembra ragionevole credere che nessuno voglia scherzare con questo
genere di cose.
In genere si va verso la direzione della sicurezza passiva.

> La mia coscenza morale di studioso e divulgatore scientifico mi
> impone di ricordare e sottolineare il fatto che almeno fino al 2060,
> uomini, donne, bambini, sia gi� viventi che non ancora nati, si
> ammaleranno e moriranno per i radionuclidi emessi nella biosfera dal
> "piccolo" (no meltdown) incidente di Chernobyl del 1986. Cos� come
> migliaia sono gi� morti o stanno morendo. Dimenticati. Nessuno ne parla
> pi�.

Uhm... secondo me � difficilmente quantificabile.
S�, � vero, il terreno dell'europa occidentale � lievemente
contaminato in alcune zone, ma molto poco a confronto di alcuni
terreni italiani (vedi ad esempio il tufo).
La contaminazione dovuta ai test bellici in atmosfera degli anni 50-60
� in proporzione maggiore (e non di poco).
IMHO bisogna sapere valutare l'ordine di grandezza dei problemi
generati anche dall'inquinamento chimico e credo che siano nettamente
superiori rispetto a quello radioattivo.
Tu a cosa ti riferisci di preciso?

> 3) la produzione di scorie altamente radioattive per ere geologiche. Senza
> esagerazione. Il plutonio 239 ha un tempo di dimezzamento (emivita) di
> 24.200 (ventiquattromiladuecento!) anni e un tempo di completa
> neutralizzazione di 200 millenni.

Ma quanto Plutonio si produce in percentuale?

> a) il pericolo di "meltdown" sarebbe molto inferiore e, conseguentemente
> le centrali sarebbero enormemente pi� sicure perch� pi� facilmente
> controllabili.

A causa del pi� alto punto di fusione?

--
Lurkos
Received on Sat Feb 23 2008 - 01:40:24 CET

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