Re: Paradosso della perdita dell'informazione in un buco nero
"marcofuics":
> Omega:
>
>> Ora ti spiego la "risposta" che non era affatto una risposta ma semmai
>> una
>> precisazione. E io non confonderei una risposta con una precisazione,
>> cosa
>> che davvero io considererei deprimente.
>
>
> Beh, spesso si leggono di fretta questi post... ed anche io spesso cado
> nel misunderstanding causa festinationis, ma cio' non toglie che la
> domanda e' molto intrigante, ma molto di piu' lo sara' anche la risposta
> che credo si andra' a sviluppare qui di seguito.
La domanda diventa "intrigante" nel momento in cui si chiarisce che cosa si
intende per 'informazione'. Altrimenti, ripeto, � vaga, anche perch�
introduce complicazioni sedicenti fisiche che allontanano di molto
dall'obiettivo di capire qualcosa.
Io ho dato due accezioni del concetto di 'informazione':
1. cio che un ente �, � informazione (lapalissianamente) relativamente a ci�
che �. Ma per noi? No. Quella � un'altra accezione. � informazione in temini
che chiamerei 'di relazione'. � informazione nel senso che ci� che esso �
determina la totalit� delle sue interazioni con il cosmo intero. Voglio
dire: � irrilevante che ci sia un osservatore umano con la sua "coscienza"
(che io chiamo 'consapevolezza' per ragioni non banali) e che magari riempia
le biblioteche delle sue osservazioni. Quell'ente, essendo quello che �, ha
certe relazioni con il cosmo e non altre, e tali relazioni testimoniano - ma
direi che definiscono proprio - la sua identit�. Perci� sostengo che non
esistono enti "identici", per quanto schematizzabile sia la loro "forma" con
le sue interazioni.
2. informazione come correntemente intesa: rappresentazione di enti/fenomeni
financo a diventare conoscenza. Questo tipo di informazione riguarda noi,
non gli enti che osserviamo. Questa pu� rimanere per millenni anche se ci�
che "ricorda" non esiste pi�, ossia se non esiste tout-court, esattamente
come se fosse passata per un buco nero.
Per� ne ho aggiunto una terza (legata alla prima), che vale se si
definiscono gli enti in modo non banale - e qui entra in gioco il concetto
di 'individuazione' a cui ho accennato, un concetto assai critico perch�
tale individuazione � chiaramente soggettiva, antropomorfa e quant'altro di
divertente ma poco significativo.
La terza accezione � la seguente: un ente � caratterizzato dalle sue
interazioni, ma nessuna di esse ha un limite finito, cio� determinabile in
modo chiaro e distinto (noi non sappiamo, per esempio, dove finisce
l'interazione gravitazionale fra diversi corpi: io penso che occupi l'intero
universo, anzi che determini l'universo come dicevo in risposta, mi pare, a
Pastore). Questo fa pensare a un ente come qualcosa che non ha confini ma
solo un profilo tracciato dalle sue interazioni - peraltro contingenti.
Insomma ha solo un profilo *funzionale*, e in questo senso rientra nella mia
personale definizione di 'sistema' [sistema � tutto ci� che pu� essere
esaminato, descritto e rappresentato dal punto di vista funzionale). Allora
l'informazione, in questa accezione, non solo *�* l'ente ma lo determina.
Non vado oltre perch� se volessi entrare in certe definizioni - buco nero,
stati quantici e compagnia bella - rischierei di diventare pedante fino a
essere sgradevole.
Tieni presente per esempio, che, parmenideo fino all'anima (ma anche
agostiniano), considero il tempo come una realt� psichica, non come una
realt� fisica. Il passato e il futuro (anche di picosecondi degli orologi
dei fisici) non esistono, dunque non esiste il tempo - e gli strumenti, se
privi di memoria, non potrebbero misurare nulla nel presente, cos� come noi
non avremmo accesso ad alcun significato se privi di memoria.
Da questo punto di vista c'� tutto da capire dell'unica realt� esistente: il
presente.
E non mi pare che sia solo un problema "filosofico" e tantomeno un
"vaniloquio".
Un saluto
Omega
Received on Fri Aug 10 2012 - 19:57:24 CEST
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