Re: Problema

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_fastwebnet.it>
Date: Sun, 05 Aug 2018 12:00:08 +0200

Bruno Cocciaro ha scritto:
> A me pare che quelle equazioni tengano conto solo del ritardo fra i
> diversi pezzetti infinetisimi di filo. Non tengono conto del fatto che
> ciascun singolo pezzetto non puo' essere trattato come una unica
> particella in moto avente carica lambda0*v, perche', cosi' facendo, si
> trascurano i ritardi fra le cariche contenute all'interno di ciascun
> singolo pezzetto.
>
> Anche io, nel mio calcolo, tratto ciascun pezzetto infinitesimo come
> una unica particella in moto, ma la sua carica e' lambda*dx (non
> lambda0*dx) dove lambda e' la densita' lineare di carica _efficace_
> (lambda0 e' la densita' di carica definita in sincr. standard -
> densita' lineare delle cariche ferme).
Non ho partecipato alla discussione perché non riesco a capire né la
natura del problema né l'approccio che stai seguendo.
Premetterei però un commento con faccina :-)

Vedo che continui a precisare "sincronizzazione standard" e in un post
precedente hai scritto
> la mia bella copia e' improponibile. Nella mia trattazione non faccio
> uso di alcuna sincronizzazione e, senza previa preparazione sulle
> grandezze non convenzionali di cui faccio uso, immagino non sia di
> facile lettura).
Innagino anch'io.
E immagino anche che ti stai mettendo in una bella impresa:
praticamente riscrivere tutti i libri di fisica senza
sincronizzazione. Non solo l'elettromagnetismo: anche la meccanica
(sono sicuro che questo ti sia chiarissimo).
Auguri.

Ma ora mi fermo sul brano che ho citato sopra. In particolare
> A me pare che quelle equazioni tengano conto solo del ritardo fra i
> diversi pezzetti infinetisimi di filo.
A me pare invece che questo punto di vista sia insensato e
fondamentalmente sbagliato: un fraintendimento sulla trattazione
ottocentesca dell'e.m. (Intendo quello di Maxwell, non di Lorentz.)

Nell'e.m. maxwelliano tutte le grandezze sono continue.
Più precisamente, sono funzioni di x,y,z,t, derivabili quante volte occorre.
Il ritardo si scrive t-r/c dove
r^2 = (x - x')^2 + (y - yì)^2 + (z - z')^2.
Qui (x,y,z) è il punto in cui calcoli il campo, (x',y',z') sono
variabili d'integrazione.
Non ci sono infinitesimi, qualunque cosa ne potesse pensare Maxwell,
il cui pensiero in materia di matematica mi è sconosciuto.

Mi pare chiaro che tu adotti un paradigma diverso, che potrei definire
lorentziano ma non so se sia esatto: i portatori di carica sono entità
discrete, puntiformi, che si muovono nel metallo.
L'assunzione che veniva/viene fatta più o meno esplicitamente è che
grazie al grandissimo numero di questi portatori e all'esiguità delle
loro cariche, il paradigma continuo sia adeguato, tranne situazioni
particolari. Un esempio è l'effetto Hall.

Tu avresti dimostrato che questa assunzione non è giustificata in
generale.

Giorgio Pastore ha scritto:
> D' un' occhiata al post di maestrale1971 si f.i.s.f. (titolo
> Radiazione EM da circuito in continua) al link che ha li' riportato.
Ho scaricato l'articolo, l'ho scorso senza seguirlo (troppe formule
:-) ).
Non lo conoscevo, ed è quindi una coincidenza che nello stesso periodo
mi fossi messo a studiare lo stesso problema, credo sotto lo stimolo
della passata discussione alla quale ha dato il link Giorgio Bibbiani.
Il titolo è
"Perch\'e una spira percorsa da corrente continua non irraggia?"
Purtroppo non l'ho concluso, e per questo non l'ho messo in rete.
Però per la presente discussione forse anche la trattazione parziale
può avere un minimo interesse.
Lo trovate temporanemente in
http://www.sagredo.eu/temp/irragg-spira-inc.pdf

Noto che l'autore di quell'articolo è lo stesso MacDonald che è citato
in un articolo sul Giornale di Fisica:
http://www.sagredo.eu/articolo/esp-Iorio.pdf

La relazione tra quest'ultimo problema e quello di cui stiamo ora
parlando è naturalmente il fatto che nel punto di passaggio tra la
semiretta verticale e quella orizzontale i portatori di carica
avrebbero un'accelerazione, quindi dovrebbero irradiare.
E qui, a differenza della spira circolare, non c'è una facile
compensazione (ma azzardo che la compens. ci sia comunque, nei
conduttori "storti".
Però il vero problema è che secondo te (Bruno) il campo elettrico non
sarebbe nullo anche a piccola distanza, quindi senza relazione col
problema della radiazione.
Non ho seguito il tuo discorso, quindi non mi pronuncio (ma sono
scettico).

Ho invece provato a fare una stima della forza occorrente per far
deviare gli elettroni dalla direzione y a quella x.
Ecco i dati della stima.
I = 1 A
S = 1 mm^2 (sez. del filo)
n = 10^(-29) m^(-3) (densità numerica degli elettroni).

A meno di errori, la forza ha l'espressione

F = m*I^2/(n*e^2*S)

e vale 1 fN.
                                              

-- 
Elio Fabri
Received on Sun Aug 05 2018 - 12:00:08 CEST

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