Re: Se passato, presente e futuro sono una cosa sola
On Jan 9, 12:41 am, "Bruno Cocciaro" <b.cocci..._at_comeg.it> wrote:
> A me pare che lo spazio tempo venga gravato di significati che non ha. Si
> puo' essere meccanicisti (lo si poteva essere anche prima dell'avvento della
> relativita') e credere che "tutto e' gia' scritto", ma io non vedo proprio
> cosa la relativita' abbia potuto aggiungere al problema del divenire.
> A me pare che lo spazio tempo sia un semplice stumento matematico al quale
> decidiamo di associare una certa metrica (ma potremmo anche associarne
> un'altra) e non riesco proprio a capire questa storia della realta' che e'
> data "tutta insieme".
Ciao, la questione secondo me e' la seguente. Nelle teorie
relativistiche gli oggetti che _esistono_ sono quadridimensionali, le
sezioni tridimensionali che "percepiamo noi" sono solo
rappresentazioni del tutto arbitrarie senza status ontologico. Questo
perche' ci sono infiniti modi di sezionare lo spaziotempo con piani di
tipo spazio e la scelta di uno di essi e' del tutto convenzionale.
Non e' piu' possiblile, in relativita', definire un "divenire"
assoluto, al contrario della fisica classica in cui c'era il tempo
assoluto e pertanto, volendo, aveva senso pensare ad un presente (che
si sposta nel tempo) assoluto, un futuro assoluto ed un passato
assoluto nel senso di indipendente dal riferimento-osservatore.
Nelle teorie relativistiche quello che e' nel futuro per me puo' non
esserlo per te, a seconda delle convenzioni (anche quelle di
sincronizzazione che ti sono tanto care). Le leggi fisiche sono
formulate in modo tale da prescindere da tali scelte convenzionali, ma
il prezzo che si paga e' che si devono pensare gli oggetti fisici come
quadridimensionali. Questo significa che cio' che esiste esiste fuori
dal tempo ed esiste tutto insieme. Non capisco se questo implichi una
specie di "destino" gia' fissato oppure no, credo comunque di no. Ma
sicuramente non c'e' spazio per il divenire assoluto. Puo' esserci un
divenire "personale", percepito lungo la propria linea di universo
dalla nostra mente, ma anche qui mi sorge un problema. Una volta che
la nostra linea di universo e' "esaurita" nel nostro divenire privato,
essa continua comunque ad esistere nello spaziotempo. Il modo con cui
io "esisto" non e' quello di cui le cose "esistono" in fisica.
Spero di avere dato un idea, anche se e' difficilissimo, dato che in
questo genere di problemi lo stesso linguaggio inganna e potrebbero
essere solo problemi di linguaggio inappropriato.
Ciao, Valter
Received on Wed Jan 09 2008 - 08:39:44 CET
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