On 8 Ott, 10:51, "Raffy" <raffaele.fabi..._at_katamail.com> wrote:
> Da questo � sorto il mio interrogativo: se ho una x(t) qualunque, so di
> certo che le componenti ad alta frequenza del segnale x(t) sono tanto
> maggiori quanto pi� x(t) � spigoluta, angolata, ecc. ossia quanto maggiore �
> il numero e l'entit� dei bruschi cambiamenti di velocit� (accelerazioni).
> Visto che del sistema in oggetto si dice che � piuttosto un sensore di
> velocit�, ma allo stesso tempo si ammette che maggiore � la frequenza dello
> stimolo sinusoidale � pi� il sistema risponde comportandosi da filtro passa
> alto (con risposta alla basse freq. di ampiezza tanto minore quanto minore �
> la freq. di x(t)), allora mi sorge il dubbio: tutto finora sembra dimostrare
> che il nostro � un sensore di velocit�, ma se risponde meglio alle alte
> freq. e queste in un segnale sono legate alle brusche accelerazioni, allora
> non dovremmo forse parlare di sensore di accelerazione?
Ok. Allora, quello del disegno, considerato che come segnale viene
presa la lunghezza dell'elemento elastico E, � da considerarsi un
filtro passa alto, in quanto risponde pi� alle alte che alle basse
frequenze. Infatti anche a te viene un'ampiezza proporzionale alla
frequenza, nel caso si ingresso sinusoidale. ora, il tuo dubbio �: ma
come influisce l'accelerazione del segnale in ingresso sul segnale in
uscita? Certamente influisce, infatti l'accelerazione di un punto che
si muove di moto sinusoidale � proporzionale addirittura al *quadrato*
della frequenza. Ma il problema � se questo dispositivo pu� essere
considerato un sensore di velocit� o di accelerazione, e come le alte
frequenze stanno in relazione all'accelerazione, dato che punti
angolosi implicano alte accelerazioni e, allo stesso tempo, pi�
componenti di alta frequenza.
Se ho una sinusoide in ingresso e, a pari velocit� (massima) del punto
che faccio oscillare, aumento la frequenza (e per fare questo devo
diminuire l'ampiezza di oscillazione proporzionalmente alla frequenza,
cio� raddoppio omega --> dimezzo ampiezza), l'accelerazione (massima)
del punto in ingresso aumenta (proporzionalmente alla frequenza). La
domanda �: in questo caso, cosa fa il segnale in uscita? Varia?
Secondo me no. Quello che conta � la velocit�, non l'accelerazione,
quindi conta quanto rapidamente x(t) varia nel tempo; nel caso ad
es.della rampa, conta quindi la ripidezza e non quanto sono acuti gli
angoli.
Il fatto che gli angoli siano molto acuti, e quindi che ci siano pi�
armoniche di alta frequenza nel segnale di ingresso, non deve far
confondere le idee: non conta solo questo, ma anche quali ampiezze
hanno queste armoniche di alta frequenza.
Tu dici: prendiamo una rampa spigolosa, in cui x(t) varia tra 0 e 1 in
un secondo, poi ne prendiamo un'altra in cui la *pendenza massima*
della rampa � uguale alla precedente, ma che � meno spigolosa, e
quindi sale e si stabilizza in maniera meno brusca. Credo che il
confronto che vorresti fare � di questo tipo; se mi sbaglio
correggimi.
In tale ultimo caso allora, con la rampa "stondata", la variazione di
x(t) non avviene pi� in un secondo, ma in un tempo leggermente
maggiore, e quindi la velocit� media � inferiore, e quindi il segnale
in uscita � inferiore; perci�, nel caso della rampa spigolosa, il
segnale in uscita � maggiore; ecco come io mi spiego l'intervento
delle ulteriori armoniche di alta frequenza nel caso della rampa
spigolosa.
In conclusione: secondo me quello � un sensore di velocit�.
Received on Mon Oct 08 2007 - 14:14:39 CEST
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