Re: Frequenze non udibili: a cosa "servono"?

From: Albert0 <never999_at_libero.it>
Date: Sun, 30 Sep 2007 13:18:18 -0700

On 30 Set, 16:07, cometa luminosa <a.r..._at_usl8.toscana.it> wrote:

> Sulla forma d'onda risultante. Il teorema di Fourier ci mostra come si
> possa generare una qualsiasi forma d'onda sommando onde sinusoidali di
> frequenza crescente (le armoniche); pi� frequenze ci metti nella somma
> e pi� la forma d'onda risultante si avvicina a quella che vuoi
> riprodurre.

Il teorema di Fourier ci dice che ogni funzione pu� essere espressa
come somma di sinusoidi .
Per� "pi� frequenze ci metti nella somma e pi� la forma d'onda
risultante si avvicina a quella che vuoi riprodurre" � vero per un
segnale a banda illimitata: ma il segnale audio non � cosi, per cui
non serve avere frequenze illimitate.
Il concetto � legato al teorema di Shannon: per riprodurre un segnale
che ha frequenza massima f, basta campionare a 2f e si riproduce
*completamente* il segnale di partenza.
Dal punto di vista tecnologico c'� qualche problema in pi� perch�
ricostruendo il segnale si producono anche artefatti, cio� segnale a
alta frequenza che non c'era nell'originale e v� filtrato. Se
sovracampioni sposti questo segnale spurio a frequenze maggiori e cio�
rendo pi� facile il filtraggio ), ma per avere tutto i segnale
originario basta comunque la regola del 2f.
Volendo c'� un altro problemino ( un segnale di frequenza f ha
frequenza massima f solo se di durata infinita, se � pi� breve c'� una
componente a frequenza pi� alta)
,ma poco importante.
Tutto questo per� � un problema di conversione A/D e D/A , non della
riproduzione del segnale analogico, ed � riferita alla frequenza
( fissa) del campionamento.
Received on Sun Sep 30 2007 - 22:18:18 CEST

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