Re: Filosofia della Fisica

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Thu, 6 Sep 2007 12:47:43 +0200

"Elio Fabri" <elio.fabri_at_tiscali.it> wrote in message
news:5k5kvfF28n0eU1_at_mid.individual.net...
> Bruno Cocciaro ha scritto:
> > Nel misurare la polarizzazione di un fotone preparato nello stato H+V,
> > prima della misura la polarizzazione e' indefinita, poi decidiamo di
> > piazzare il polarizzatore lungo la direzione beta e il fotone
> > "collassa" (almeno per quanto riguarda la sua polarizzazione) nello
> > stato a direzione beta o beta+PI/2.
> Come sarebbe "e' indefinita"?
> Prima della misura la polarizzazione e' H+V: e' uno stato legittimo
> quanto qualsiasi altro.

Volevo intendere lo stato H+iV (in questo caso la risposta alla misura di
polarizzazione lineare sarebbe statisticamente sempre la stessa,
indipendentemente dalla direzione del polarizzatore, come per la risposta
del gas alla misura di pressione), comunque, con ogni probabilita' la parola
"indefinita" sarebbe ugualmente inopportuna .

Mettiamola cosi':
la misura di polarizzazione lineare e' una misura direzionale. Si sceglie la
direzione del polarizzatore e la misura risponde si' oppure no.
Un realista a questo punto si chiederebbe cosa c'e' "la' fuori", cioe', nel
prepare il fotone, quali proprieta' gli abbiamo dato in modo da far si' che
esso risponda statisticamente sempre alla stessa maniera quale che sia la
direzione del polarizzatore?

Ad esempio una possibile risposta potrebbe essere che il fotone e' un
"pacchetto", una regione cilindrica dello spazio, che viaggia a velocita' c,
all'interno del quale e' presente un campo elettromagnetico polarizzato
circolarmente. Nell'istante in cui il pacchetto incontra il polarizzatore il
campo elettrico dell'onda formera' un certo angolo alfa con la direzione del
polarizzatore. A causa delle interazioni onda-polarizzatore avviene sempre
che o il pacchetto viene assorbito o viene trasmesso, nel qual caso il
pacchetto muta la sua polarizzazione da circolare a lineare (tale mutazione
e' sempre un effetto delle interazioni onda-polarizzatore). La trasmissione
si ha quando -PI/4<alfa<PI/4 o 3*PI/4<alfa<5*PI/4, negli altri casi si ha
assorbimento. In sostanza la trasmissione o meno dipende dalla fase
dell'onda, e se fossimo in grado di preparare fotoni con fase ben definita
potremmo prevedere il passaggio o meno dal polarizzatore semplicemente dalla
conoscenza della posizione di quest'ultimo.

Pero' questa possibile risposta, indipendentemente dal fatto che possa
essere o meno contraddetta da questo o quell'esperimento (o legge fisica), a
me pare che vada proprio contro lo "spirito" degli insegnamenti di Bohr.
Per quello che ci ho capito io, secondo Bohr, e' proprio illegittima la
domanda "Perche' la misura di polarizzazione lineare da' statisticamente
sempre la stessa risposta indipendentemente dalla direzione del
polarizzatore?". Nella domanda con "Perche' ..." si intende "Quali sono le
proprieta' del sistema e le leggi fisiche che regolano la sua evoluzione in
maniera deterministica, o deterministica-statistica (come quelle della
termodinamica statistica), tali da far si' che ..."

Il nocciolo della storiella sui nipoti di Boltzmann e Bohr sta proprio nel
dire che se accettassimo come illegittima la domanda vista sopra, e
accettassimo di dire che *tutto* cio' che possiamo legittimamente dire e'
che, posta quella preparazione del fotone, la probabilita' di passaggio da
un polarizzatore lineare sara' sempre 1/2 (e questo e' tutto nel senso che
non c'e' niente altro da dire e niente altro da chiedersi), allora io non
capisco perche' non dovremmo anche accettare la risposta che da' il nipote
di Bohr nella storiella. Risposta che potrebbe riassumersi in: "E' cosi' che
funziona il sistema: quale che sia la direzione del misuratore, la forza e'
sempre la stessa in modulo e ha sempre la direzione del misuratore". E alla
domanda: "Perche'? Come e' possibile che avvenga una cosa del genere?" mi
pare si debba accettare la risposta: "Questa domanda non e' legittima. Nel
tuo "perche'" c'e' insita una volonta' di costringere la natura entro
categorie che non e' obbligata a seguire. Noi non dobbiamo chiederci questi
"perche'", dobbiamo semplicemente ascoltare la natura con spirito libero e
accettare cio' che essa ci dice. In questo caso ci sta dicendo che la forza
e' sempre la stessa indipendentemente dalla direzione del misuratore. La
natura non e' tenuta ad avere un sostrato deterministico tale da rendere il
suo comportamento entro gli ambiti di questa o quella categoria".

Il nipote di Boltzmann non ha argomenti decisivi contro la posizione del
nipote di Bohr. Ai compagni di scuola dice "Lui e' fatto cosi'", ma poi
aggiunge anche "io pero' sono fatto in un'altra maniera", cioe' il nipote di
Boltzmann considera una vera e propria resa la posizione del nipote di Bohr,
e lui non e' disposto ad arrendersi (e nella storiella riesce a trovare la
risposta che lui considera accettabile).

> Elio Fabri

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Thu Sep 06 2007 - 12:47:43 CEST

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