Re: Richiesta opinione scientifica su una sentenza giudiziaria

From: Dino <brunieradino_at_inwind.it>
Date: Fri, 31 Aug 2007 16:19:15 GMT

"Ivan" <20186invalid_at_mynewsgate.net> ha scritto nel messaggio
news:2007083009591720186_at_mynewsgate.net...
>
> Dino <brunieradino_at_inwind.it> ha scritto:
>
>> Poich� sto preparando un esposto al Consiglio Superiore della
> Magistratura .........
>
> Solo un commento, OT, in questo NG:
>
> Una delle ragioni per cui nessuno pi� assume a tempo indeterminato,
> costringendo noi giovani all'insicurezza di contratti a progetto,
> piuttosto che all'umiliazione di stage non retribuiti, � la propensione
> delle leggi ( non quelle fisiche )a dar ragione al lavoratore, anche
> quando � manifestamente lazzarone, o infedele, o peggio.
>
> Spero che la magistratura, nel caso specifico, non dia retta a tentativi
> di arrampicamento sui vetri, e mandi a casa per sempre il lavoratore
> infedele, o corrotto.

Quel lavoratore non pu� essere mandato a casa per sempre, per il semplice
motivo che, come ho scritto nel mio articolo, � venuto a mancare.
Io non avrei voluto scrivere il motivo della sua morte, ma con i suoi
giudizi lei mi ha spinto a farlo.
E' stato barbaramente assassinato dal fidanzato della sua ex fidanzata, la
quale gli aveva chiesto il favore di accompagnarla in un determinato posto,
dove, appunto, � intervenuto il suo fidanzato uccidendolo.
E ci� nonostante che lui continuasse ad aiutarla con del denaro, perch� lei
non lavorava. Ma, evidentemente, lei ne voleva di pi�.
Perch� Lucio era un ragazzo pulito e che aiutava tutti quelli che glielo
chiedevano, ed � proprio per fare un favore alla sua ex fidanzata, che �
stato attirato nella trappola mortale.
Ed � proprio per dimostrare questa sua pulizia, che io sto cercando di
aiutare la madre a togliere dalla sua memoria anche questa piccola ombra, e
cio� che delle carte possano essere realmente cadute dalla tasca di una sua
giacca, anche se non si era dimostrato quale erano.
Io non sono un avvocato e neanche un fisico, ma solo un pensionato
ragioniere diplomato privatamente mentre lavoravo, ma ritengo ugualmente
doveroso fare il possibile per cercare di dimostrare che i giudici hanno
sbagliato a credere ad un testimone che ha affermato di aver visto
accadere dei fatti fisicamente impossibili, anche se in una forma che
sembrerebbe un po' dubitativa.
E spero che qualche participante a questo newsgroup pi� bravo e
titolato di me, mi aiuti dimostrando pi� scientificamente
l'impossibilit� di detti fatti e, quindi, usi le sue conoscenze
per fare qualcosa di utile per un cittadino onesto ora deceduto.

Consideri anche che dopo quella falsa accusa, i suoi datori di lavoro gli
avevano offerto del denaro (ma meno di quanto gli spettava se lo
avessero licenziato loro senza giusta causa) purch� si licenziasse,
naturalmente senza far loro causa.
Ma lui si � licenziato lo stesso, rinunciando a quanto gli era stato
offerto, pur di cercare di ottenere giustizia facendo loro causa.
E una volta ottenuta giustizia, almeno civilmente, sua madre ha ricavato
molto di meno, di quanto lui avrebbe ottenuto accettando l'offerta.
Tra l'altro lavorava in quella ditta da alcuni anni e correttamente, come
ha testimoniato l'impiegato che l'ha sostituito, mancando dal lavoro una
sola giornata, dato che andava al lavoro anche se stava male.
In effetti i motivi per cui la ditta voleva
liberarsene, forse potrebbero riguardare anche cose diverse dall'attivit�
lavorativa (e di pi� non posso scrivere, perch� in Italia la libert� di
espressione non � completamente libera, come ha stabilito Freedomhouse).
Che dimostra la sua capacit� lavorativa, c'� anche il fatto che dopo pochi
giorni dal licenziamento ha iniziato a lavorare a tempo indeterminato presso
un'altra ditta, dove � rimasto fino alla sua morte.

Comunque io ritengo giusto che una ditta possa liberarsi di un proprio
dipendente che non gradisce pi� avere alle proprie dipendenze,
qualsiasi sia il motivo, ma ritengo anche giusto che gli paghi quanto gli
spetta in base alla legge.

Cos� per curiosit�, provi a fare una ricerca con Google, scrivendo:
giusta causa sottrazione documenti riservati
e legga i risultati e forse capir�.


>
> Mi dicono che negli USA, in casi analoghi, la persona condannata perde
> anche il diritto alla pensione. Una giustizia avveniristica, per il
> nostro paese partigiano.
>
> Quanto alle leggi fisiche, mi ha fatto venire un'idea.
> In caso io sia costretto a dare un pugno a qualcuno, sar� poi facile
> dimostrare, attraverso la cinematica classica, che fu il suo mento a
> colpire il mio pugno, data la sostanziale equivalenza dei sistemi di
> riferimento
> ._)
> Ivan
>

Per intanto la invito a dimostrarmi quanto segue.

1. In base a quale legge fisica una porta gi� ben aperta e solo scostata
normalmente (senza furia), utilizzando quindi una forza debole, pu�
essere accellerata in un modo tale da acquisire una velocit� adeguata
ad urtare cos� violentemente un appendiabiti tanto da farlo cadere per
terra?

Tenga anche conto che anche se la porta avesse comunque sbattuto
contro l'appendiabiti, sarebbe stato impossibile (almeno fino a prova
contraria) che esso fosse caduto, come cercher� di dimostrare qui
di seguito, riportando un pezzo di esposto.

Un altro punto incomprensibile � quello che una porta possa sbattere contro
un appendiabiti, perch� risulta illogico che un appendiabiti venga
posizionato dietro una porta, dove una persona che appendesse un proprio
indumento, potrebbe essere colpito fisicamente dalla porta aperta da
un'altra persona e dove gli indumenti appesi potrebbero essere almeno
"toccati" dalla porta ogni volta che essa fosse aperta.
Comunque anche se l'appendiabiti (che si suppone sia stato di quelli
posizionabili sul pavimento) fosse stato posizionato proprio dietro la porta
e se essa, miracolosamente, avesse sbattuto sull'appendiabiti, bisogna
considerare che questo tipo di appendiabiti � costruito in modo tale da
poter sopportare eventuali urti di porte senza cadere, per cui non �
credibile neanche che un appendiabiti possa cadere per questo motivo.
Infatti � pi� probabile che la porta colpisca prima il piedistallo piuttosto
che le braccia, dell'appendiabiti. Per cui quest'ultimo verrebbe solo
spostato ma non potrebbe cadere.
Ma ponendo anche che colpisca prima le braccia, se il pavimento fosse liscio
e/o se le braccia girassero grazie ad un perno tra l'albero ed il
piedistallo, l'appendiabiti sarebbe ugualmente solo spostato e/o girato un
po'.
E ponendo che la porta colpisca prima le braccia, che non girassero grazie
ad un perno, e che il pavimento sia ruvido, dopo un lieve sbilanciamento
dell'appendiabiti, la porta urterebbe comunque contro il piedistallo e
l'appendiabiti non dovrebbe riuscire a cadere. Perch�, in base alle leggi
della fisica, per cadere dovrebbe piegarsi in modo che pi� della met� del
suo peso sia perpendicolarmente al di fuori dell'area coperta dal
piedistallo, il che dovrebbe essere fisicamente impossibile, perch� il
piedistallo stesso lo impedirebbe. Si tenga anche conto che un appendiabiti
� posizionato normalmente vicino ad un muro, che naturalmente
impedirebbe, almeno, uno sbilanciamento eccessivo.
Io avrei voluto anche effettuare una prova pratica, ma ho potuto solo
simularla muovendo la porta contro ad un appendiabiti, ma senza sbatterla,
perch� altrimenti avrei potuto rovinare la porta.
Comunque ho simulato le condizioni pi� favorevoli alla caduta, mettendo un
appendiabiti "adeguato" (con le braccia che si estendono oltre l'area
coperta dal piedistallo) proprio dietro ad una porta e distante da ogni
muro, posizionando le sue braccia in modo che la porta urtasse prima su di
esse e tenendo fermo il piedistallo (per simulare un pavimento molto
ruvido), ed ho rilevato che l'appendiabiti si � piegato solo un po', perch�
la porta ha subito "urtato" anche il piedistallo.
Pertanto, almeno fino a prova contraria (forse possibile se si trattasse di
un appendiabiti "adeguato" molto leggero, con una base molto piccola e
posizionato lontano da ogni muro, e l'urto della porta fosse estremamente
violento), devo ritenere che un appendiabiti non possa cadere per una
sbattuta di una porta.


2. In base a quale legge della fisica, dei documenti nascosti in una tasca
esterna di una giacca, e quindi piegati pi� volte su se stessi, possono
fuoriuscire per una caduta della giacca assieme all'appendiabiti?

Nella sua imostrazione tenga conto di quanto � stato scritto nell'esposto e
che riporto qui sotto.
Infine ho pensato che dei fogli ripiegati anche pi� volte su se stessi e
nascosti in una tasca esterna di una giacca, non possano proprio uscire nel
caso di caduta della giacca, perch� per uscire dovrebbero essere tirati
fuori, altrimenti ne seguirebbero naturalmente il suo destino e resterebbero
ben dentro la tasca.
E, allo scopo di verificarlo, ho fatto delle prove pratiche, che in questo
caso ho potuto effettuare.
Ho ripiegato 19 fogli (di varie forme ma soprattutto di formato A4, quello
standard ed usato per le fotocopie) anche pi� volte su se stessi e li ho
messi nella tasca di una giacca da uomo. E gi� a questo punto ho rilevato
che essi provocano un notevole allargamento della tasca, per cui guardando
dall'alto la tasca i fogli si vedono bene e, quindi, non possono essere ben
nascosti (il che dimostra anche praticamente, che � incomprensibile che un
impiegato che voglia nascondere diversi documenti, li metta proprio nella
tasca esterna di una giacca, appesa in bella vista ad un appendiabiti in una
stanza diversa dal proprio ufficio e anche di passaggio).
Poi ho provato a far cadere la giacca da un'altezza corrispondente a quella
di un appendiabiti, ma nessun foglio � uscito dalla tasca.
Ho provato altre 49 volte, provando anche a spingere la giacca in varie
direzioni, e non � mai uscito alcun foglio.
Ho provato anche con altre due giacche, per 50 volte ciascuna, e ancora non
� mai uscito alcun foglio dalla tasca.
Ho provato a piegare i fogli anche in altri due modi diversi: uno per volta
e tre per volta, ma nessun foglio � uscito.
Ho provato mettere sempre meno fogli (15, 12, 9, 6, 3 e 1), sia piegandoli
tutti assieme che tre alla volta e uno alla volta.
Ho provato anche a piegare i fogli solo una sola volta su se stessi (in
questo modo fuoriuscivano per un bel po' dalla tasca e facevano fatica ad
entrarci).
E per ogni caso ho fatto diverse prove di caduta della giacca
(perpendicolare, obliqua, con spinta, davanti, dietro, ecc.).
Ma nessun foglio � mai uscito dalla tasca della giacca.
In pratica i fogli formano un tutt'uno con la tasca e ne seguono il destino,
come io ho ipotizzato sopra.
Se la giacca cade perpendicolarmente al pavimento, all'impatto la tasca �
dritta, ma continua a restare aderente ai fogli (per precisione, per�, devo
dire che in qualche caso nel momento dell'impatto i fogli fuoriescono per il
possibile lieve abbassamento dell'orlo della tasca, ma di pochissimo e
soprattutto di spigolo), e poi si stende assieme ad essi.
Se la giacca cade obliqua, come dovrebbe essere nel caso di una sua caduta
assieme ad un appendiabiti, la tasca e i fogli si stendono fin dal primo
impatto e non fuoriesce nulla.
In ogni caso, comunque, i fogli non escono. E quando si alza la giacca i
fogli continuano a essere dentro la tasca.


Infine, data la sua crudezza nel valutare il lavoratore come "infedele e
corrotto", la invito di rispondere anche a questa domanda.

3. In base a quale legge della fisica il giubbotto della prima versione (che
Lucio ha confermato affermando che si trattava di una giacca a vento), con
tasche chiuse da adesivi a strappo (e dalle quali eventuali carte nascoste
non potrebbero fuoriuscire, come Lucio ha fatto rilevare ai suoi datori di
lavoro), nella seconda versione � diventato una giacca?

Aspetto una sua risposta.
Received on Fri Aug 31 2007 - 18:19:15 CEST

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