Re: Vuoto

From: Piercarlo <ramukreip_at_yahoo.it>
Date: Fri, 17 Aug 2007 00:13:33 +0200

Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it> wrote:

> Il quale certamente conosce la materia, ma cio' non garantisce che
> sappia spiegarla. Anche perche', (sapete comne la penso) cio' e'
> letteralmente impossibile a chiunque, Nobel inclusi...

Io penso che non soltanto per la MQ ma in realt� per qualunque scienza
che abbia aspetti controintuitivi andrebbe un po' rivisto il concetto di
divulgazione oggi inteso come produzione di una metafora che sia allo
stesso tempo comprensibile ai non addetti ai lavori e, almeno nelle
intenzioni, rimanere un modello ragionevolmente fedele (giusto come
scheletro se non si pu� andare oltre) allo spirito e alla sostanza della
materia originale. Questo perch� secondo me le metafore usate nella
divulgazione sono semplicemente riscritture semplificate di altre
metafore accurate a sufficienza da poter essere considerate dagli
specialisti modelli credibili e utilizzabili dei fenomeni di cui si
occupano. Che � solitamente caratteristica di scienze molto vecchie e
mature che, nel corso della loro evoluzione, si sono "rimasticate" pi� e
pi� volte fino al punto da potersi permettere delle rappresentazione di
se stesse allo stesso tempo sintetiche e accurate nelle loro linee
essenziali che, pi� che descrizioni semplificate sono in realt�
descrizioni, per cos� dire, "zippate" da "scompattare" opporturnamente
quando occorre.

La MQ, ormai � chiaro anche a un testone come me, � ben lungi
dall'essere cos� "anziana" da potersi permettere di questi vizi. Non �
possibile costruire una metafora divulgativa decente di quello che � per
la buona ragione che neppure in "alto loco" esiste una sua metafora, sia
pure "non divulgativa".
Se ho capito bene come stanno le cose, anche il fisico super premio
Nobel con super QI ecc. ecc. non pu� fare altro che prendersi l'apparato
matematico che serve ad ottenere i risultati, usarlo... e mettersi il
cuore in pace sul fatto che ci� che fa e i numeri che ne ricava
"rappresentino" qualcosa di pi� di se stessi. Un po' come i vettori in
matematica; fino alla terza dimensione (con un po' di fatica anche la
quarta) si pu� tentare di associarli a qualcosa che un profano pu�
trovare nella realt� di tutti i giorni; oltre... puoi solo insegnarli a
calcolarli e a riconoscerli come entit� matematiche. Come entit�
"descrivibili intuitivamente" semplicemente cessano di esistere!

Io penso che una divulgazione seria della MQ debba prendere atto del
fatto che... puoi descriverla ma non puoi divulgarla in alcuno dei modi
con cui oggi viene vista questa operazione. L'unica divulgazione
possibile di un campo di conoscenze del genere � una descrzione con
spiegazione dei passaggi che i fisici compiono per consegure i loro
risultati, con annesse tante inevitabili "divagazioni" che spieghino
perch� usino certi strumenti, concetti, teoremi ecc. in determinati
momenti piuttosto che altri e, quando occorre, da dove e perch� sono
nati gli strumenti stessi che vengono utilizzati.

Tutto questo, imho, somiglia di suo solo a un'altra situazione
confrontabile: quella di un apprendista artigiano che inizialmente viene
*addestrato* a utilizzare gli utensili con la miglior perizia possibile
e poi, successivamente, viene tirocinato lungo una serie di esperienze
che non solo lo arricchiscono di conoscenze e perizie ma pian piano
costruiscono anche la *cxompresione delle motivazioni e della logica*
che sta dietro a ciascuna delle sue abilit� acquisite (aiutandolo cos� a
farsene una ragione).

Se le cose stanno come ho appena detto allora una buona parte della
stampa divulgativa oggi esistente vale quanto i fumetti di Topolino. Al
loro posto sarebbero pi� utili dei veri e propri *manuali* del tipo (non
sparatemi...) "Come calcolare le interazioni di una coppia di particelle
in date condizioni" da scriversi (con i dovuti distinguo) pi� o come
come si scrive qualsiasi altro manuale, ad esempio un manuale di
falegnameria che descrive come costruire giunti, cassetti, incastri e
via discorrendo. Lo ammetto, � un po' complicata e dura da digerire ma
offrirebbe, al volonteroso lettore di quel "manuale", la prospettiva di
ritrovarsi per le mani o dei risultati o la conoscenza per arrivarci
che, quantomeno, sarebbe una conoscenza molto pi� solida (utile non so,
ma non � questo il punto) e produttiva di quella offerta dalla
cosiddetta "divulgazione" odierna che di fatto ti lascia in mano non
solo un mucchio di fuffa ma pure la pericolosa illusione che quella
fuffa sia *sostanza* che invece non � affatto.

Ciao
Piercarlo
   
Received on Fri Aug 17 2007 - 00:13:33 CEST

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