Ciao
On 16 Ago, 17:47, "Andrea" <nos..._at_nospam.it> wrote:
> Ciao,
applicando le
> trasormazioni Galileiane alle leggi che regolano i fenomeni
> elettromagnetici, la loro forma matemaica viene alterata. Si potrebbero
> quindi distinguere sistemi di riferimento inerziali fra loro con esperienze
> elettromagnetiche. Perch� non � possibile cambiare la definizione?
le trasf. di Galileo non vanno bene per i fenomeni elettromagnetici,
per i quali si sono sempre usate le trasf. di Lorentz. Altrimenti ci
sarebbe un unico sistema privilegiato in cui sarebbero valide le eq di
maxwell e con la velocit� della luce pari a c. In merito a questo si
mise a punto un esperimento di Michelson-Morley atipico, utilizzando
la luce solare, quindi in moto rispetto alla terra, che comunque ha
dato lo stesso risultato dell'esperimento solito
> 2) Consideriamo l'esperimento di Michelson Morley. Perch� il tempo impiegato
> dalla luce a percorrere il tratto perpendicolare al moto terrestre � dato
> da:
>
> (2l/c)*(1/sqrt(1-v^2/c^2))
>
> dove v � la velocit� di rotazione terrestre, e non pi� semplicemente da:
>
> 2l/c???
ct=2sqrt(l^2+(vt/2)^2) da cui segue t=2l/c(1/sqrt(1-v^2/c^2)) dove v �
la velocit� del "vento d'etere"
> Le mie ragioni su quest'ultima affermazione sono le seguenti:
>
> se la luce percorre un tratto triangolare non bisognerebbe considerare come
> vettore velcit� il seguente:
ok
> v1 = v*i+c*j
>
> dove i e j sono i versori di un sistema di riferimento con asse delle
> ascisse orientato secondo il moto terrestre e asse delle ordinate orientato
> secondo il moto del secondo raggio di luce.
sopra hai scritto che il raggio di luce compie un tragitto
"triangolare", e lungo quel tragitto ha velocit� c, come puoi adesso
metterlo sull'asse y ?
Se ti interessa ho ancora le disp. del liceo di relativit�, mi ricordo
che sta parte era trattata diffusamente...se vuoi te le mando
Received on Thu Aug 16 2007 - 18:59:59 CEST
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