On 9 Ago, 23:40, "Bruno Cocciaro" <b.cocci..._at_comeg.it> wrote:
[...]
> > On 6 Ago, 18:54, "Bruno Cocciaro" <b.cocci..._at_comeg.it> wrote:
> > E' qui che secondo me mescoli i ruoli dello spazio e del tempo.
> [...]
> > Secondo me questa situazione non e' accettabile dal punto di vista
> > fisico.
> > Mi aspetto che dirai che sbaglio a dare significato fisico
> > all'ordinamento temporale (in questo caso successione di eventi con la
> > stessa coordinata temporale) perche' sto usando solamente una
> > particolare scelta di sincronizzazione.
>
> Esattamente. Ma non dispero di portarti dalla mia parte :-).
> Peraltro, per questo come per qualsiasi altro problema, non e' "necessario"
> affrontare tutta la questione relativa alla convenzionalita' della
> simultaneita'.
> E' utile, aggiungerei particolarmente utile, visto che sostanzialmente lo
> stesso errore che fai tu sopra (mi perdonerai se non aggiungo "a mio modo di
> vedere" ma mi ci entra male nella forma della frase, e poi proprio non ce la
> faccio a presentare la cosa in forma dubitativa, tanto mi pare lampante) lo
> commette Einstein nel 1907 e viene poi ripetuto da Pauli, Von Laue e tanta
> altra gente.
Tiperdono,
in fondo sono in buona compagnia :)
> E' utile, dicevo, ma non e' necessario.
> Necessario e' attenersi ai fatti.
> E i fatti, nel caso descritto da te, sono questi:
[...]
> Dicevo che tutto cio' e' abbastanza ovvio e personalmente non vedo proprio
> alcun motivo per ritenerlo "non accettabile dal punto di vista fisico".
Innanzi tutto grazie per la descrizione minuziosa che hai dato
perche' mi ha permesso di capire meglio il tuo punto di vista.
Tuttavia rimango della mia idea, perche' non voglio rinunciare a dare
una descrizione degli eventi sopra esposti i cui tempi sono registrati
direttamente in x=0 con l'orologio che ho in mano,
piuttosto che rifarmi ad orologi disseminati sul percorso
Mi spiego.
Decido di misurare i tempi degli eventi con un solo orologio (quello
in x=0) e
di interpretarli in base a tali misure. Una modellizzazione di
tale registrazione potrebbe essere che ogni volta che il tachione
raggiunge un fissata distanza, viene inviato verso l'osservatore
in x=0 un raggio luce. L'osservatore
annota il tempo di arrivo del segnale luminoso corretto dal ritardo
della luce, e associa a questa
successione di tempi il tempo impiegato dal tachione a passare per le
distanze marcate.
Cosa deduce l'osservatore da questo processo di misurazione dei
tempi?
Che il tachione ha percorso una certa distanza in un intervallo di
tempo
(quelo misurato come ho descritto) nullo.
Perche' questo metodo di misurazione deve essere
privilegiato rispetto al tuo?
Perche' fa ricorso a misure eseguite in un solo
punto dello spazio, o se vuoi si tratta di un solo sistema di rif. che
effettua le misure,
e non di una intera classe di riferimenti che concorrono alla misura.
Credo che in pratica il ''tempo'' che intendi tu non sia il ''tempo''
che intendo io e da qui
segue il diverso significato fisico che attribuiamo a certe
succesioni di eventi.
[...]
> Quello mostrato sopra (cioe' il ritenere non accettabili dal punto di vista
> fisico quei fatti) e' un perfetto esempio di cio' che intendo come errore
> dovuto al non aver portato a compimento la discesa del tempo dall'olimpo
> dell' a priori, dovuto cioe' all'attribuire alla coordinata temporale dei
> significati *non legati alla sua origine operativa*.
Credo invece che sia diversa proprio la scelta di ''che cosa si
misura''.
Nel mio caso voglio ricorrere ad un solo orologio di un solo sistema
di rif. mentre tu
vuoi interpretare i fatti con molti orologi diversi o molti sistemi di
rif. (anche se fermi uno rispetto all'altro)
ma poi attribuire a tali misurazioni il significato di una misurazione
effettuata
dal riferimento dell'osservatore in x=0. Credo proprio che le
incomprensioni
siano frutto del fatto che i tanti orologi che usi non sono in moto
uno rispetto all'altro.
[...]
> Ma la questione e' totalmente teorica o ha una qualche corrispondenza
> sperimentale?
> Cioe' qualcuno ha misurato queste oscillazioni? E come?
E' una bella questione perche' abbraccia la teoria e gli esperimenti
insieme.
I neutrini oscillano, questo e' stato mostrato sperimentalmente.
La teoria poi e' in accordo sul perche' e il come di tali
oscillazioni.
Le misurazioni sono state effettuate in modi diversi.
Forse le piu' convincenti sono quelle in cui si misura in tempo reale
il flusso stagionale dei neutrini.
Comunque ti rimando al bel sito
http://www.nu.to.infn.it/
dove trovi molto materiale teorico e sperimentale sui neutrini.
Ciao.
Received on Fri Aug 10 2007 - 17:14:30 CEST