"Bruno Cocciaro" ha scritto:
...
> Il punto e' che si puo' dimostrare che le due sincronizzazioni in realta'
> sono la stessa. Si puo' cioe' dimostrare che
> se
> 1) si definisce l'orologio a luce come orologio (nel senso che un
> qualsiasi
> altro marchingegno viene detto orologio se e' sincrono all'orologio a
> luce)
> 2) valgono i postulati della RR, in particolare vale il fatto che la
> velocita' *di andata e ritorno* della luce e' sempre la stessa, cioe' due
> fasci di luce che partono in contemporanea da qua, torneranno in
> contemporanea qua se percorrono tragitti di uguale lunghezza
> allora
> la sincronizzazione per trasporto equivale alla sincronizzazione tramite
> segnale luminoso.
> In particolare la convenzionalita' di una comporta la convenzionalita'
> dell'altra.
Ovviamente su questo sono d'accordo, ma il fatto che il
procedimento di sincronizzazione sia convenzionale non
significa che tutti i procedimenti di sincronizzazione siano
equivalenti, e' chiaro che dovendo scegliere un modo di
sincronizzare gli orologi scegliero' quello che che permette
di scrivere le leggi della fisica in modo piu' semplice.
Se scelgo, come di consueto, di misurare le distanze con
regoli traslati nello spazio e di sincronizzare gli orologi con segnali
luminosi, otterro' come risultato che la grandezza dr^2 - dt^2
sara' invariante al cambiare del sistema di riferimento, e questo e' un
_fatto sperimentale_, non e' una conseguenza della definizione
convenzionale delle coordinate, cioe' si potrebbe benissimo
immaginare un universo in cui le coordinate fossero pure definite
per mezzo di regoli e segnali luminosi, ma la metrica dello
spaziotempo non fosse poi quella Lorentziana. Quindi la scelta di definire
le coordinate con regoli e segnali luminosi e' una conseguenza logica della
struttura geometrica dello spaziotempo della RR, una scelta differente
avrebbe come conseguenza l'impossibilita' di scrivere in modo semplice
le leggi della fisica (ad es., addio trasformazioni di Lorentz).
Per quanto riguarda il legame tra violazione della causalita' e definizione
delle coordinate, e' chiaro che questo dipende dalla scelta della
_definizione_ di violazione della causalita', e la scelta naturale e'
quella di stabilire che la causalita' viene violata in un riferimento se
in quel riferimento l'effetto precede la causa, avendo definito le
coordinate come di consueto con regoli e segnali luminosi.
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
Received on Sat Jul 28 2007 - 11:26:29 CEST