"Valter Moretti" <vmoretti2_at_hotmail.com> wrote in message
news:1179819770.204588.124430_at_l77g2000hsb.googlegroups.com...
> On 22 Mag, 08:29, "Bruno Cocciaro" <b.cocci..._at_comeg.it> wrote:
> > Questo pero' e' un punto che non capisco bene. Cioe' non capisco perche'
> > dici che assumendo il mio punto di vista si dovrebbe rinunciare al
principio
> > di relativita'.
>
> Per il seguente motivo, se ho capito bene cosa dici.
> Tu dici che la correlazione EPR nell'evento B dove avviene una delle
> misure � causata da un tachione che si propaga partendo dall'evento A
> dove si esegue un'altra misura.
Esattamente.
> Ora se assumiamo che la causa preceda temporalmente l'evento,
> altrimenti non sono certo che si possa parlare di causa-effetto,
> quando i due eventi sono spazialmente separati, l'ordine temporale
> dipende dla riferimento, per cui si pu� dire che una misura � causa
> dell'altra in una ben determinata classe di riferimenti ma non in
> tutti. Forse per� tu non parli di causa-effetto e allora OK...
No, no. Io parlo esattamente di causa-effetto, parlo cioe' di cio' che ha
interesse fisico.
E proprio perche' parlo di cio' che ha interesse fisico *non* parlo di
ordine temporale. L'ordine temporale, oltre ad avere, come ricordi sopra, il
"problema" di dipendere dal riferimento, ha anche il problema di essere
convenzionale. In sostanza siamo noi a decidere l'ordine temporale fra due
eventi, il che e' come dire che l'ordine temporale non ha interesse fisico,
nemmeno se consideriamo solo fenomeni verificatisi tutti all'interno di uno
stesso riferimento.
E' vero che, finche' ci riduciamo solo ad eventi verificatisi all'interno
del cono di luce (cioe' finche' ci riduciamo a segnali che si propagano a
velocita' minori di c), l'ordine temporale viene preservato nel senso che e'
lo stesso in tutti i riferimenti, ma cio' non toglie il carattere
convenzionale della sincronizzazione standard e dell'ordine temporale che
segue da essa.
E' anche vero che, finche' ci riduciamo ad aerei che viaggiano a velocita'
minori della velocita' di rotazione della Terra, l'orario locale di arrivo
di un aereo sara' sempre maggiore dell'orario locale di partenza, ma cio'
non toglie il carattere convenzionale della sincronizzazione secondo i fusi
orari.
La mia posizione e' che, poiche' l'ordine temporale non ha interesse fisico,
mentre l'ordine causa-effetto lo ha, dobbiamo chiederci quale e' l'ente che
ci "dice" come riconoscere l'ordine causa-effetto.
La mia proposta e' che, affinche' si possa avere un effetto, un qualche
"messaggero" deve propagarsi dal punto in cui e' avvenuta la causa verso il
punto in cui avverra' l'effetto. Per tutta la fisica classica (quella per la
quale sappiamo riconoscere la causa, l'effetto e il "messaggero" - qui
escluderei la gravitazione per la quale, almeno per il momento, non abbiamo
prove certe sull'esistenza del messaggero) il "messaggero" e' sempre
associato ad una quantita' di moto, e il vettore quantita' di moto e' sempre
diretto dalla causa verso l'effetto. Inoltre la quantita' di moto e' non
convenzionale: la sua direzione e il suo verso (cosi' come il suo modulo)
non dipendono dalla sincronizzazione.
In sostanza, una pallina, un fotone, ma poi, aggiungerei io, anche un
eventuale tachione, si propagano non nella direzione data dall' "ordine
temporale", ma nella direzione data del vettore quantita' di moto ad essi
associato. L'ordine temporale da' la direzione del vettore velocita', ma sia
la velocita' che l'ordine temporale sono convenzionali, cioe' non hanno
significato fisico, cioe' non sono legati alla relazione causa-effetto.
Per palline propagantesi a velocita' minore di c (avendo assunto la
sincronizzazione standard) si ha che i vettori velocita' e quantita' di moto
sono sempre concordi, ma per i tachioni puo' accadere che la direzione
causa-effetto sia opposta alla direzione del vettore velocita'. Si ha
comunque che una opportuna definizione del vettore quantita' di moto per i
tachioni darebbe in quei casi una direzione opposta fra velocita' e
quantita' di moto, cioe' quest'ultima sarebbe in ogni caso concorde alla
direzione causa-effetto.
> > A me pare che non ci sia differenza sostanziale fra
> > l'assunzione di un etere per i fenomeni sonori e l'assunzione di un
altro
> > etere per i fenomeni tachionici.
>
> Ne abbiamo gi� discusso: se l'etere per i fenomeni tachinici, sonori ,
> luminiferi, riempisse tutto l'universo e non ci fosse modo di ageire
> sul suo stato cinemantico (non si pu� spostare il recipiente), a mio
> parere questo sarebbe un riferimento privilegiato e non avrebbe pi�
> molto senso il principio di relativit�.
Ah si' e' vero, ne avevamo parlato. Tu dici che l'eventuale scoperta di un
riferimento privilegiato sul quale non avessimo modo di agire darebbe un
bello scossone al principio di relativita'. In effetti la questione e'
sottile. Io d'istinto direi che il PR potrebbe sopravvivere per quanto
riguarda gli ambiti di sua competenza (l'elettrodinamica ad esempio). E poi
dipende anche da cosa intendiamo per PR. Io direi che, fin dalla sua prima
formulazione, Galileo ha messo bene in chiaro che, se non siamo "sotto
coverta", il PR non ci dice niente. Quindi, se si scoprisse un riferimento
privilegiato, o ne dovremmo schermare gli effetti, oppure non potremmo
applicare il PR, o meglio, la sua applicazione ci direbbe che, per quanto
riguarda i fenomeni legati al vento d'etere non schermato, non possiamo dire
nulla.
> Ciao, Valter
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Tue May 22 2007 - 23:17:31 CEST