"Valter Moretti" <vmoretti2_at_hotmail.com> wrote in message
news:1179658951.170442.71730_at_n59g2000hsh.googlegroups.com...
> Che questo punto di vista,
> quello basato sugli eventi e la costruzione della causalit� sopra di
> essi NON sia quello pi� fondamentale lo dimostra il fatto che non
> siamo in grado di figurarci la dinamica delle correlazioni EPR in
> questo modo.
A mio parere quanto dici sopra sarebbe da rigettare, almeno nella forma (ma
mi parrebbe anche nella sostanza).
A me pare proprio che quanto dico nel preprint mandato agli arxiv nel
dicembre 2005 sia una maniera per "figurarci" la dinamica delle correlazioni
EPR basata proprio su eventi legati causalmente l'uno all'altro:
quando l'orologio fisso in A segna l'istante tin il fotone A passa per il
polarizzatore fisso in A e parte il tachione (causa) diretto verso il fotone
B.
Quando l'orologio fisso in C segna l'istante tc<tin il fotone B sta passando
per il punto C e viene raggiunto dal tachione che gli comunica l'esito della
misura avvenuta in A. A seguito di tale comunicazione il fotone B assume
l'opportuna polarizzazione (effetto).
Quando l'orologio fisso in B segna l'istante tin>tc il fotone B passa per il
polarizzatore fisso in B.
La misura che avviene in B sara' correlata con quella avvenuta in A a causa
del fatto che c'e' stato scambio di informazione fra le due misure.
Allo scopo di mostrare come sia *possibile* quanto detto, a me pare
sufficiente il mio discorso. Con cio' voglio intendere che, a tale scopo,
non e' necessaria la verifica sperimentale. Una verifica sperimentale che
avesse esito negativo non invaliderebbe il mio discorso in quanto si
potrebbe comunque immaginare che la dinamica sia quella da me ipotizzata
pero', data la grande velocita' dei tachioni, l'apparato sperimentale usato
non era in grado di dare l'esito positivo. E' questo che intendo, in una
delle note dell'articolo, quando dico che questa cosa potrebbe probabilmente
avere un interesse dal punto di vista filosofico: nessuna verifica
sperimentale negativa sarebbe una prova della non validita' del mio
discorso, cioe' la descrizione da me presentata, incentrata totalmente sul
realismo locale, non puo' essere invalidata da un esperimento come quello da
me proposto nemmeno se l'esperimento desse esito negativo. In sostanza
possiamo comunque credere nel realismo locale. Certo che un qualsiasi
apparato sperimentale potrebbe essere in grado di verificare l'effetto
qualora fosse reale e i tachioni avessero velocita' minore di un certo
valore k*c. Se si mostrasse sperimentalmente che l'esito e' negativo fino a
valori di k=10^100, continuare a sperare nella correttezza della mia
descrizione, per quanto possibile, sarebbe un po' come sperare nella manna
dal cielo. Ma per il momento, che io sappia, nessuno l'ha mai dimostrato
sperimentalmente nemmeno per valori di k dell'ordine di 100. Io spero che,
qualora l'effetto fosse reale, i tachioni abbiano una velocita' non troppo
grande, minore di 10^4-10^5 c. In questo caso la verifica sperimentale
dovrebbe risultare abbastanza agevole.
> Non ha alcun senso dire "quando" si stabilizzi la
> correlazione nei due eventi: misure di spin in due luoghi e tempi
> macroscopici causalmente separati.
Questo se, assumendo la visione ortodossa, accettiamo come possibili eventi
correlati in assenza di legame causale.
Se assumessimo la mia descrizione sarebbe possibile dire quando si
stabilisce la correlazione. E gli eventi *non* sarebbero causalmente
separati, sarebbero l'uno la causa dell'altro. La correlazione si stabilisce
nel momento in cui il fotone B viene raggiunto dal tachione, cioe' si
stabilisce nel punto C nell'istante in cui l'orologio fisso in C segna
l'istante tc<tin.
> Ciao, Valter.
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Mon May 21 2007 - 22:43:22 CEST