"Enrico SMARGIASSI" <smargiassi_at_ts.infn.it> ha scritto nel messaggio
news:46498359.6050308_at_ts.infn.it...
> Jon Lester wrote:
>
>
> Che io mi ritenga un vero esperto e' una tua, infondata, illazione. Io ho
> semplicemente proposto un argomento, ed ho anche chiesto -
> esplicitamente - se ci sono confutazioni. Nota la differenza con i
> crackpot di fisica; nota anche come in quei casi io mi sforzi di dare
> risposte le piu' possibili argomentate ed esaurienti. Nel caso della
> religione dovrebbe essere ancora piu' facile, visto che non c'e` da
> risolvere equazioni ne' da fare esperimenti, e quindi la discussione si
> puo' tenere interamente su di un ng.
>
> --
Questa identificazione tra matematicizzazione di una branca della cultura e
liceit� nel parlare a ruota libera della stessa non la commento neppure...
Per comprendere la dottrina cattolica, si pu� fare riferimento all'Enciclica
Libertas del 1888, di Papa Leone XIII, il cui incipit ci dice:
"La libert�, nobilissimo dono di natura, proprio unicamente di creature
dotate d'intelletto e di ragione, attribuisce all'uomo la dignit� di essere
in mano del proprio arbitrio e di essere padrone delle proprie azioni.
Tuttavia � molto importante stabilire in che modo tale dignit� debba
manifestarsi, poich� dall'uso della libert� possono derivare grandi vantaggi
ma anche grandi mali. Infatti � facolt� dell'uomo ubbidire alla ragione,
seguire il bene morale, tendere direttamente al suo fine ultimo".
Ges� Cristo disse: "chiunque commette il peccato � schiavo del peccato" (Gv
8,34). Commenta un dottore della chiesa: "Ogni cosa � ci� che le conviene
secondo la propria natura. Quando dunque � mossa per impulso estraneo, non
agisce in modo autonomo, ma per influenza altrui, cio� servilmente. Ora, l'uomo
� ragionevole per natura. Quando dunque agisce secondo ragione, agisce di
propria iniziativa e secondo la propria natura: questa � libert�. Quando
invece commette peccato, agisce contro ragione e allora egli � sospinto
quasi da un altro e imprigionato entro limiti altrui; "perci� chiunque
commette il peccato � schiavo del peccato"". Questa verit� era stata
individuata chiaramente anche dagli antichi filosofi, e soprattutto da
coloro che per principio ritenevano essere libero soltanto il sapiente;
definivano sapiente, come � noto, chi avesse appreso a vivere costantemente
secondo natura, cio� onestamente e virtuosamente".
L'uomo � libero perch� dotato di ragione. Egli � giudice e padrone delle
proprie azioni. Contro le teorie deterministiche e fatalistiche, sia a
carattere interiore, psicologico, sia a carattere esteriore, sociologico, la
Chiesa ha sempre sostenuto che l'uomo "normale" � libero, e perci�
responsabile delle proprie azioni (il concetto di peccato presuppone la
piena vertenza e il deliberato consenso, il primo elemento � simile alla
capacit� di intendere e volere del diritto).
La metafora del bambino e della pistola non quaglia: scusami ma �
paragonabile alle teorie del vanolone quando parla degli eterini e dei buchi
neri quanto-gravitazionali del ying e yang :-)
Received on Fri May 18 2007 - 19:49:48 CEST
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