Re: La relatività di Rovelli

From: cometa_luminosa <alberto.rasa_at_virgilio.it>
Date: Mon, 25 Jun 2012 08:49:01 -0700 (PDT)

On Jun 12, 6:30�pm, "Fatal_Error" <fatal_er..._at_nospam.it> wrote:
> "cometa_luminosa" <alberto.r..._at_virgilio.it> ha scritto:

> > Il problema e' che chiedersi cos'e' il tempo, e' utile, ma una volta
> > definito un modo per misurarlo, smette di essere fisica (cioe' il
> > "chiedersi" cos'e').
>
> Se esistesse un orologio (misuratore di tempo) *operativamente definito* (un
> modo per misurarlo) avresti pienamente ragione! Ma questo "strumento di
> misura" operativamente definito (Bridgman) *NON* esiste, operativamente
> *tutti* gli orologi (eccetto quelli ad accelerazione) come ho *dimostrato*
> innumerevoli volte, sono macchine termodinamiche irreversibili e misurano dS
> e *solo* dS!

Scusa, facciamo per un'attimo un'ipotesi, che posso poi
tranquillamente cancellare: che, guidato da cio' che mi suggerisce la
percezione sensoriale, esista un "qualche cosa" che effettivamente
"trascorra" tra due eventi, ad esempio tra due elongazioni destre
massime di un pendolo; facciamo inoltre l'ipotesi che questo "qualche
cosa" trascorra della stessa quantita' tra l'elongazione n e la n+1 e
tra la m e la m+1, naturalmente considero un pendolo meccanicamente
ideale, con ampiezza costante, lontano da qualsiasi cosa di cui so che
ne puo' influenzare il moto (di cui non so, lo lasciamo in sospeso,
per il momento).

In queste ipotesi, il mio pendolo misura questo "qualche cosa"
semplicemente tramite il numero di oscillazioni, che possiamo
registrare mediante un processo irreversibile, ad esempio creando, per
mezzo di un raggio laser, un foro su un supporto polimerico discoidale
ruotante, ogni volta che il pendolo raggiunge una elongazione destra
massima.

Se quelle ipotesi fossero vere, il mio orologio (ormai abbiamo capito
che cosa volevo costruire :-) ) se ne frega altamente di quanto vale
la dS o dS/m che dir si voglia del processo irreversibile di
bruciatura del polimero.

A questo punto mi rimarrebbe da dimostrare che le mie ipotesi siano
valide.

Vediamo un po' in un'altro caso come si definisce una grandezza
fisica: la lunghezza (deja vu, lo so).
Guidato, anche qui, dalla percezione sensoriale, mi viene da
attribuire una certa proprieta' a cio' che vedo e tocco attorno a me,
che chiamero' "posizione spaziale dei corpi".

Prima considerazione: secondo te, questa "posizione spaziale dei
corpi", esiste gia' indipendentemente dalle mie percezioni sensoriali?
Se si, come lo proveresti?

Andiamo avanti. Fissate due "posizioni spaziali" differenti, A e B, ad
esempio due fori nel disco di cui sopra, cerco un metodo per misurarne
la distanza spaziale. Scelgo di utilizzare un corpo che raggiunga
entrambe i fori, che abbia forma e proprieta' opportune, e lo chiamo
"righello", che poi utilizzero' per misurare la distanza tra altri
punti nello spazio.

Ma anche qui ho fatto delle ipotesi:
1. l'ipotesi che esista un "qualche cosa" che "separa" i due fori e
che poi chiamo "distanza spaziale".
2. l'ipotesi che spostando il righello in altri punti dello spazio, la
distanza tra la sua tacca iniziale e quella finale sia la stessa.

Se tu vuoi invalidare il mio concetto di orologio, allora devi fare
altrettanto con il concetto di righello qui sopra, perche' la
definizione operativa e' praticamente la stessa.

--
cometa_luminosa


Received on Mon Jun 25 2012 - 17:49:01 CEST

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