Re: Il riscaldamento planetario e' causato dall'attivita' solare?

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Wed, 09 May 2007 01:55:26 GMT

Il 07 Mag 2007, 21:36, Albert0 <never9_at_libero.it> ha scritto:
> On 7 Mag, 15:41, Pangloss <marco.k..._at_tin.it> wrote:
>
> > Appunto, tutto dipende dalla T^4...

Vediamo se riusciamo a mettere un poco di concordia fra le
diverse osservazioni. Anzitutto, che l'attivit� solare non abbia
un ruolo diretto � la tesi di Elio Proietti fin dal suo primo
intervento. Quindi questa risposta certamente non � contro
gli argomenti iniziali di Elio, ma semmai contro il modo in
cui si � messo ad argomentare in loro sostegno in un secondo
momento.

> Per i cicli di cui si parla no, anzi la variazione della costante
> solare di solito non viene neppure presa in considerazione.

Su questo occorre un poco di distinzione. Anzitutto occorre
distinguere fra il flusso radiante e l'energia prodotta dal sole.
Alcuni ritengono che la misura della costante solare dal flusso
di energia radiante medio sia errato metodologicamente e si
appellano all'esistenza di modelli di magnetoidrodinamica secondo
i quali il minimo di Maunders potrebbe essere stato caratterizzato
da un valore medio dell'energia radiante differente da quello osservato
oggi. Questo pure assumendo che l'energia prodotta dal sole sia
costante.

Di fatto quando si considera l'attivit� solare come parametro
di correlazione � lecito dubitare della significativit� di questa
scelta. Sebbene infatti risulti correlazione fra il numero di
sunspots ed il flusso di energia radiante (perch� parte
dell'energia, in presenza di macchie solari viene spesa ad
alimentare l'energia cinetica e campi elettromagnetici di bassa
frequenza) � invece asserito da alcuni autori che la considerazione
esplicita degli effetti di filtro � sufficiente a spiegare le variazioni
di temperatura. La semplice considerazione di questi effetti e
l'esistenza di una ragionevole correlazione entro un modello
� un argomento molto solido per supportare la ragionevolezza
di una tesi quando si applichi questa tesi a finestre temporali
adeguatamente individuate per modelli essenzialmente perturbativi .
Non lo � mai su tempi illimitati ed in regime non perturbativo.
L'assenza di un'attenta considerazione delle risonanze, in particolare,
che sono evidenti, fra tutti i diversi cicli per l'esistenza di uno spettro
di scale
temporale dei moti atmosferici estremamente ampio, e per la riconosciuta
evidenza di fenomeni di mescolamento fra le dinamiche ultraviolette ed
infrarosse, potrebbe avere effetti disastrosi nell'estrapolazione di un
modello oltre i limiti sui quali questo � stato verificato.

> Pi� vento solare solare pi� ozono , che assorbe energia in
> stratosfera,
> e pi� nuclei di condensazione per le nubi, che riflettono molto: il
> meccanismo � questo.
> Si f� riferimento al ciclo di Gleiseberg, che dura 8x11 anni.

Penso che con questo intervento hai permesso di individuare
pi� nitidamente quali sono le diverse posizioni in discussione.

Effetti indiretti entro un modello in cui l'attivit� solare gioca un
ruolo nella determinazione del vento solare ed il vento solare
nella determinazione dell'albedo. Questi modelli hanno molta
efficacia nello spiegare le correlazioni osservate e potrebbero
essere del tutto sufficienti agli scopi della modellizzazione su
breve scala temporale in relazione al global warming.


Tuttavia esistono altri punti di vista da considerare. Questi
considerano sia gli
effetti diretti che indiretti entro modelli in cui gli effetti indiretti
sono solo un aspetto da tenere in considerazione. Allo stadio
attuale della modellistica queste interazioni sono prese in
considerazione solo parzialmente, ad esempio in termini di
rumore.

Tuttavia uno studio delle correlazioni mostra una
struttura alquanto pi� ricca di quella che � possibile cogliere
in termini di leggi asintotiche dei grandi numeri. Studiare quanta parte
di queste strutture � predetto dai modelli correnti dovrebbe essere un
test della bont� dei modelli stessi.

 In termini pratici
coesistono sempre dinamiche "dominate dalle fluttuazioni" insieme
a dinamiche statisticamente stabili ed i modelli si sforzano di
cogliere quali sono le dinamiche "dominate da fluttuazione" che �
pi� importante modellizzare in modo esatto. Le virgolette stanno ad
evidenziare come la teoria dei sistemi dinamici abbia fatto evolvere
il concetto di fluttuazione.


Infine, a conclusione della nota storica che avevo accennato altrove,
parlavamo del 1893, del freddo eccezionale nel Gennaio di quell'anno,
della conseguente crisi finanziaria nel Luglio di quell'anno. Ebbene
si � aggiunta un'altra coincidenza, sono stato al museo di geofisica
domenica scorsa e ho trovato una mostra gratuita di recente installazione.
Una delle foto ritraeva una spettacolare eruzione del Vesuvio, la didascalia
diceva Luglio 1893. Immaginatevi la meraviglia nel trovare questa foto.
La meraviglia � nel fatto che non essendo a conoscenza di teorie di
correlazione clima - vulcanismo quello mi � sembrato un fatto eccezionale
ma a se stante e quindi particolarmente "improbabile" in qualche senso.

Il punto � che mi sono poi messo a cercare nei registri storici delle
attivit�
del Vesuvio e non ho trovato notizie di una eruzione nel Luglio del 1893.
Qualcuno di voi ne sa qualcosa o devo concludere che si tratta di un
errore di allestimento della didascalia.


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Received on Wed May 09 2007 - 03:55:26 CEST

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