Re: L'origine della vita

From: Paolo Brini <paolo.brini_at_iridiumpg.cancellacom>
Date: Wed, 09 May 2007 17:50:16 +0200

Chicco83 ha scritto:

> Ma il tempo esisteva prima del Big-Bang?

Non necessariamente. Potrebbe anche non avere alcun senso la tua frase.
Essa � legata ad un concetto di tempo che non puoi assumere per vero se
prendi come riferimento i modelli e le teorie scientifiche, dai quali
appare chiaro che � necessario interrogarsi sull'intima essenza del
tempo e mettere in dubbio la sua stessa esistenza come dedotta dal senso
comune (e questo dal 1895, come minimo). I modelli scientifici e le
teorie si accordano con le evidenze sperimentali ma non necessariamente
con il senso comune almeno fin dai tempi di Galileo.

> Perche', come ho detto in altri post, l'esperienza insegna che, in natura,
> ogni evento segue da un altro che lo provoca.

Appena dici "l'esperienza insegna" non hai diritto di distorcere o
ignorare i modelli e le teorie fisiche, sempre che tu voglia stare a
sentire cosa essi descrivono e prevedono. Questa visione classica di
causa-effetto, anche volendola stirare il pi� possibile, � valida solo
in un contesto preciso e sotto opportune ipotesi; non puoi darle valore
universale, soprattutto al di fuori dell'attuale spaziotempo.

> Ora se procediamo a ritroso nel
> tempo alla ricerca di quale sia l'evento primordiale scatenante tutti gli altri,
> si ritrova il Big Bang, quindi anche per il Big Bang, essendo esso stesso un evento,
> posso pensare che sia stato causato da un altro precedente.

Potresti anche pensare che non sia cosi (ci sono comunque dei modelli
cosmologici che prevedono, per cos� dire, una ciclicit� che comunque
potrebbe non violare il secondo principio della termodinamica; modelli
che dopo l'ipotesi dell'energia oscura, e ancora di pi� dell'energia
fantasma, meritano di essere riconsiderati). Ci sono modelli cosmologici
che non hanno alcun bisogno di una causa per l'eventuale Big Bang e
tanto meno di postulare l'esistenza, come la definisci tu, di una
"figura generica soprannaturale". A rigore, per�, la tua definizione �
talmente generica che per divertimento, ma senza alcuna falla logica,
potrei applicarla anche ad uno strato di entit� matematiche isomorfe
alla realt� (con possibile "cambiamento" delle leggi fisiche, per
rispettare l'aggettivo "soprannaturale", per t cosmologico a zero).
[Coincidenza, parlavo del platonismo proprio poco tempo fa in questo
newsgroup].

O forse anche alle particelle Oh-My-God che sono un'interessantissima
anomalia per la relativit� speciale e gi� dal nome fanno venire qualche
sospetto. :-)

In tutti i casi, pur non violando la tua definizione, non ho bisogno di
tonnellate di ipotesi aggiuntive dotando tale entit� di autocoscienza,
onniscienza e altri attributi mirabolanti, e avrei stabilito una
corrispondenza non metafisica fra questa entit� e la realt� di indagine
della scienza, riducendo pertanto almeno in linea di principio la sua
supernaturalit� e negandone l'inconoscibilit� a priori.

> Ma questo modo di ragionare, oltre a trovare serie difficolta' nel concetto stesso
> della dimensione temporale che poteva sussistere prima del Big-Bang

Se il tempo esiste come entit� derivata, in senso machiano pi� completo,
di nuovo stai mettendo insieme parole indebitamente. Vedi, fra gli
altri, J. Barbour, "La fine del tempo". Nota che nemmeno la relativit�
generale � una teoria interamente machiana, e una delle caratteristiche
della scienza � di non prendere nulla, ma proprio nulla, per dogma.

> (che pare non esistesse),

Repetita iuvant: se il tempo fosse un'entit� derivata, all'interno del
modello non ha senso la frase "prima del Big Bang".

> ammessa pure la coerenza logica, rischia di ripetersi
> all'infinito se non si esce dal *Naturale*, e quindi dal nostro modo materialistico
> di concepire le cose. Il massimo che puoi dire, se escludi a priori l'esistenza di
> un'entita' soprannaturale, e' che l'origine ultima dell'universo non c'e' mai stata
> e credere che l'universo evolve secondo leggi fisiche elementari che sono
> insite nella natura nell'universo stesso, che ci sono perche' ci sono.

Sei al corrente che l'originale modello del Big Bang (peraltro aggettivo
dispregiativo donatogli da Fred Hoyle, grande cosmologo e sostenitore
dell'universo stazionario) � stata ampiamente riveduta e corretta? E
che, come per ogni altro modello e anche teoria, possiamo e anzi
dobbiamo dubitare che esso sia quello definitivo? Conosci il principio
antropico forte?

> Questo lo dice Occam. La quasi totalita' dei grandi scienziati credeva in
> Dio (Einstein, Galileo, Pascal, Newton, Raman ecc ecc ecc ecc.).
> Tutti credenti, guarda caso... Prova che fede e scienza vengono l'una
> incontro all'altra, e non e' vero...:

Questo non � vero, anzi, la visione di alcuni scienziati che citi �
incompatibile con la tua. Einstein non credeva nel libero arbitrio, e a
dir suo questo lo faceva star molto bene. Newton � stato uno dei pi�
grandi maghi (nel senso pi� ampio e nobile del termine) della storia. Mi
preme evidenziare che la volont� di certe istituzioni che godono di
potere derivante dall'accettazione di massa dei miti religiosi di
integrare quest'ultimi con quelli scientifici � in realt� una propaganda
che va di pari passo con una hidden agenda (e la storia lo prova
inconfutabilmente, almeno nel caso della chiesa cattolica e di alcune
correnti dell'islamismo) che vuole dare ai miti religiosi stessi la
capacit� esclusiva di fornire verit� incontrovertibili alle quali si
dovrebbero conformare anche scienza, etica, morale e diritto civile e
penale.

Si spiegano bene cos� anche affermazioni, che tu stesso fai nemmeno
velatamente, secondo le quali una vita che prescinda dai miti di una
specifica religione per abbracciare i miti di una religione diversa o i
miti scientifici non pu� che essere vuota, senza senso... Naturalmente �
una visione che fa presa su chi ha bisogno di saldi appigli metafisici
per sentirsi "felice", che si basino su un Dio in ultima analisi
"benevolo", una vita migliore dopo la morte fisica ecc., ma se vuoi
indagare scientificamente � indispensabile mettere in dubbio che il
mondo debba essere proprio quello che ti piacerebbe fosse.

Per parafrasare Philip Kindred Dick e correlarlo con l'interpretazione
Many Worlds, aggiungo "Se non ti piace questo mondo, dovresti vedere gli
altri". :-)

> E' cosi' semplice: Il *conoscere*, da parte di Dio, quale sara' la tua scelta
> non implica che egli ti *obblighera'* a compierla n'e' tantomeno egli ti *impedira'*
> di fare la tua libera scelta che solo tu hai *concepito*. In questo senso tu sei
> libero di compierla. Tanto per fare un esempio: Una volta che Dio, mediante
> il suo Spirito, convincera' ciascuno delle sue mancanze, ognuno sara' libero di
> crede o di non crede, nessuno ci obblighera'/impedira', poi pero' saremo
> soggetti a determinate conseguenze in funzione dell'uso che avremo fatto della
> nostra liberta'.

Si tratta di un banale espediente di premio/punizione usato per il
controllo sociale nemmeno pi� condiviso da una parte della comunit�
teologica cattolica contemporanea. Cito von Balthasar e i teologi
Balducci e Wojtyla: "L'inferno esiste, ma � vuoto"; o le idee di
Franzoni, secondo cui � necessario abbandonare il concetto di
dannazione. Anzi, esiste una linea di pensiero secondo la quale queste
tue affermazioni sono eresia grave, perch� implicano la presunzione di
conoscere quale sia nel giudizio finale la volont� imperscrutabile di
Dio per ogni individuo (presunzione che si potrebbe forse, ma dico
forse, arrogare attualmente solo Joseph Ratzinger utilizzando la
prerogativa di "infallibilit�", assolutamente esclusiva del servo dei
servi di Dio). Quindi attento a quello che scrivi, se sei un cattolico.
:-) Insomma, stai parlando di teologia e di fisica, ma mi pare che tu
non abbia studiato ne l'una ne l'altra! :-)

Ciao,

Paolo
Received on Wed May 09 2007 - 17:50:16 CEST

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