luciano buggio ha scritto:
> I fotorilevatori sono stati preventivamente testati con sorgente
Ciao!
Sicuro che non si tratti di fotorivelatori invece?
> Non ho calcolato con rigore la probabilit� che ci� avvenga, ma ad occhio
> dovrebbe essere non pi� di uno su qualche milionata, se va bene.
> Dire che c'� una probabilit� su milionate che inviando cento fotoni si
> illumini un puntolino equivale pressapoco a dire che bisogna inviare
Eh beh, Taylor se ne and� pure in barca per tre mesi prima di aprire
l'apparato. Quelli si che erano esperimenti divertenti.
> milionate di fotoni per essere mediamente certi che si illumini un
> puntolino.
Non ti preoccupare, milionate e anche miliardate di fotoni hanno un
costo veramente irrisorio. Sono mediamente certo (con una media
ponderata, naturalmente) che questo aspetto non incider� tanto sui costi
dell'esperimento quanto la richiesta successiva (vedi sotto)...
> Bisogna allora buttare la teoria microfisica dell'impressione fotografica?
> O � l'interpretazione dell'esperimento alle due fenditure che � tutta la
> rifare?
Guarda, se c'� disponibile un cabinato di 20-25 metri per 3 mesi mi
offro volontario per rifare l'esperimento tal quale, e poi si vedr�. Mi
raccomando, equipaggio all'altezza... ci siamo capiti. Se poi ci fossero
problemi col calcolo delle probabilit�, a me va bene anche 6 mesi (per
essere mediamente pi� sicuri), ci mancherebbe.
> Oltretutto in proposito oggi si dicono cose allucinanti del tipo che "il
> fotone sa se l'altra fenditura � aperta o no, e si comporta di
> conseguenza, decidendo di dirigersi in una zona piuttosto che in un'altra
> della lastra".
E' la famigerata interpretazione animista della meccanica quantistica,
che assegna ad alcuni oggetti capacit� cognitive di diverso tipo, ma pi�
sono grossi meno ne sanno (decoerenza); in particolare i fotoni tendono
all'onniscienza (per quanto siano soggetti a sdoppiamento di
personalit�), gli puoi fare gli scherzi pi� strani, anche a scelta
ritardata, ma non ci cascano mai. Mai una volta che si sbagliassero, o
si confondessero, tipo "acc! stavolta dovevo essere un'onda invece ho
fatto la particella!" oppure "dov'� che dovevo andare? fenditura destra
o sinistra?". Non posso nemmeno concepire cosa possa sapere una stringa
vibrante.
Ora, scherzi a parte, una trattazione rigorosa ma divertente sul
trattamento (con il formalismo attuale) dell'esperimento di Taylor la
trovi qui:
http://www.lns.cornell.edu/spr/1999-03/msg0015249.html
e poi mi pare che anche Elio Fabri, poco tempo fa, proprio in questo
newsgroup scrisse una descrizione pi� che soddisfacente.
Ciao,
Paolo
Received on Fri Apr 20 2007 - 15:20:39 CEST