Re: povero einstein

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Thu, 5 Apr 2007 23:58:01 +0200

"Homo Lykos" <lykos_at_lykos.ch> wrote in message
news:461526fd$1_6_at_news.bluewin.ch...

> � pressoch� certo che Einstein [P2] (e [L1]) ha letto: Poincar� a
presentato
> i risultati importanti di [P3] a l'accad�mia al 5 di giugno 1905. Questa
> presentazione �ra uscita al 11 di giugno 1905 (ma questa data voglio
> verificare un altra volta) nei comptes rendus (una rivista scientifica
> settimanale molto conosciuta in questo tempo). Sono sicuro che Einstein o
i
> suoi amici in Berna hanno visto subito questo articolo molto importante di
> Poincar�.

Non capisco su cosa tu basi tale sicurezza.
Devo correggere una cosa che ho detto nel mio precedente post. L'articolo di
Einstein non e' stato pubblicato, ma e' stato *ricevuto* dagli Annalen alla
fine di giugno (30 giugno dice Pais in "Sottile e' il Signore" pag. 154
Boringhieri 2002). Quindi in via di principio Einstein avrebbe potuto
leggere l'11 giugno la memoria di Poincare' e poi in tutta fretta preparare
la sua. Pensare ad una ipotesi del genere, secondo me, e' veramente molto
molto fantasioso. Il (o i) referee(s) che hanno valutato l'articolo di
Einstein con ogni probabilita' non avevano letto l'articolo di Poincare', e
loro, verosimilmente, erano dei docenti universitari. Oppure lo avevano
letto ma non hanno ritenuto opportuno consigliarne la citazione nella
bibliografia (ma questa seconda ipotesi mi parrebbe meno probabile). Non
vedo per quale motivo si dovrebbe ritenere che dei non professionisti (quali
erano Einstein e i suoi amici) avevano certamente letto un articolo che con
buona probabilita' non era stato letto da dei professionisti.

> � possibile persino che �ra un dovere di Einstein di cercare le
> novit� nelle riviste molto conosciute como "les contes rendus" (CR).

Un dovere ????
Eventualmente sara' stato un dovere dei referees. Un ragazzo che tira avanti
la carretta (moglie e figlio a carico) e che a tempo perso si interessa di
fisica ha anche il "dovere" di essere aggiornato sulle cose scritte
nell'ultimo mese ?

> > Einstein era fuori dal mondo accademico,
>
> Non veramente: aveva per esempio contatti con Paul Gruner della universit�
> di Berna e con Kleiner della universit� di Zurigo.

Si' ma un conto e' "avere contatti", tutto altro conto e' fare il fisico
teorico per professione. Inoltre, come dicevo sopra, non e' per niente detto
che un fisico teorico professionista sia aggiornato sulle pubblicazioni
dell'ultimo mese (o anche dell'ultimo anno).

> > discuteva di fisica con i suoi amici, la Akademie Olimpia,
> > Besso, e ne discuteva *nei ritagli di tempo*, in quanto svolgeva un
lavoro
> > che lo impegnava a tempo pieno.
>
> Probabilmente Einstein in Berna ha potuto lavorare talvolta circa 50 % per
> i suoi articoli di fisica durante su lavoro. Penso che su capo Haller non
ha
> voluto vederlo.

Questa e' un'altra convinzione che non so su cosa si possa basare. In ogni
caso, quando anche fosse cosi', una cosa e' avere tempo a disposizione,
altra cosa, forse anche piu' importante, e' vivere in un ambiente accademico
che permette continui scambi di opinioni.

> > Esistono lettere dell'epoca nelle quali
> > Einstein chiede informazioni su possibili riferimenti,
>
> Si, il esiste una lettera a Johannes Stark (1907 ?) con una domanda per
> citazioni (meno conosciuti) della RS, quando Johannes Stark Einstein aveva
> domandato di scrivere un riassunto della RS per la sua rivista. Si
Einstein
> ha letto [P2] nel giugno 1905, Einstein 1907 aveva motivi forti per
indicare
> a su difficolt� di utilizzare la biblioteca della universit� di Berna, ma
io
> no lo credo, perch� l'universit� di Berna �ra solamente in una distanza di
> circa 5 minuti di su ufficio. D'altra parte: Consultare riviste meno
> conosciute che CR o "die Annalen" �ra certamente molto pi� difficile per
> Einstein che per persone alla universit�.

Einstein non chiede citazioni meno conosciute. Chiede citazioni in generale.
Le chiede, verosimilmente, perche' ne conosce poche.
Stark, direttore della rivista "Jahrbuch der Radioaktivitat un Elektronik",
chiede ad Einstein un articolo di rassegna sulla teoria della relativita'.
Einstein, nell'accettare, scrive a Stark, il 25 Settembre 1907, la lettera
di cui riporto lo stralcio che compare nel libro di Pais (pag 180):

"Dovrei precisare che purtroppo non sono in grado di orientarmi rispetto a
tutto cio' che e' stato pubblicato sull'argomento, dato che la biblioteca e'
chiusa nelle ore in cui sono libero. Prescindendo dai miei articoli, sono a
conoscenza di una memoria di Lorentz (1904) [quindi Einstein nel 1907
conosce [L1]. Io credo che non lo conoscesse nel 1905], di una di Cohn, una
di Mosengeil, e due di Planck. Le sarei molto obbligato se mi potesse
indicare altre pubblicazioni sul tema, qualora ne conosca".

Stark risponde citando scritti di Planck, di von Laue e aggiunge "A parte
questi articoli e quelli menzionati da Lei, non ne ho presenti altri".
Quindi nemmeno Stark conosceva [P2] e non conosceva nemmeno [P3] che era
stato nel frattempo pubblicato (1906).


> > quindi la tesi di un
> > Einstein che conosce i lavori altrui e volutamente non li cita, si
> > dovrebbe reggere anche sull'ipotesi di un Einstein che (per sviare i
> > posteri) scrive lettere chiedendo riferimenti che gia' conosce.
>
> Nella lettera a Stark Einstein �ra interessato in riferimenti (citazioni)
> meno conosciuti, ma - si mi ipotesi � giusto - anche per informarsi si
Stark
> conosce i lavori sulla RS di Poincar�.

Certo, ognuno e' libero di fare le ipotesi che vuole. In quella lettera io
ci vedo solamente la richiesta di aiuto da parte di uno che ha poche
occasioni per documentarsi.

> � normale che il "spirito" di due articoli di due autori differenti �
> "differente". Ma io penso che per il "spirito" del articolo di Einstein
"La
> valeur de la science" de Poincar� - specialmente i capitoli 2, 7, 8 e 9 -
> �ra pi� importante che [P2].

Lo penso anche io.
In particolare il saggio "La misura del tempo" (capitolo 2).
Ma non c'e' motivo di credere che Einstein abbia mai letto tale saggio.
In quel saggio Poincare' picchia duro sul concetto di contemporaneita' a
distanza, e dice che la contemporaneita' a distanza puo' acquisire un senso
solo a seguito di una convenzione.
Il punto pero' e' che poi, nel seguito, Poincare' continuera' a parlare di
tempo "vero" e tempo "locale".
Einstein e' molto piu' diretto: il tempo "vero" non c'e'.

E' qua la differenza principale che a me parrebbe di vedere nello "spirito"
degli scritti dei due autori:
Einstein il tempo lo fa discendere dall'olimpo dell' a priori, Poincare' non
lo capisco benissimo cosa dica, sembra dire che potremmo farlo discendere
dall'olimpo, ma potremmo anche lasciarcelo. Ma qualora ce lo lasciassimo,
cosa cavolo sia questo tempo "vero" io non riesco a capirlo.

> Penso che la conferenza di Poincar� di
> settembre 1904 in St. Louis (capitoli 7, 8 e 9) �ra il motivo e il modello
> del articolo di Einstein. In mi opinione [P2] "solamente" ha ajutato e
> forzato Einstein di finire su articolo tanto veloce.

La conferenza di St. Louis del 1904 e' un altro dei lavori di Poincare' che
non conosco. Ad ogni modo ritengo che Einstein non conoscesse nemmeno quella
conferenza (nel 1907 non la conosceva nemmeno Stark).

> Homo Lykos

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Thu Apr 05 2007 - 23:58:01 CEST

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