rofilippi ha scritto:
> La reazione vincolare viene definita nelle situazioni statiche come la
> reazione legata al terzo principio della dinamica per cui se su di un
> vincolo si agisce con una forza quel vincolo agisce con una forza
> opposta (vedi il solito peso sul tavolo).
Non so dove tu abbia trovato una tale definizione, ma e' una solenne
bestialita'.
Ti riporto alcune frasi dal mio vecchio testo di meccanica razionale
(Signorini, 1948):
"Nella Meccanica terrestre di regola si ha a che fare ocn corpi piu' o
mneo ostacolati nella loro mobilita' da contatti, appoggi,
collegamenti vari.
[...]
Quando invece entrano in gioco contatti fra solido e solido molto
spesso conviene, se pure non occorre, fare risaltare la sensibile
indeformabilita' dei solidi [...] schematizzandola in una perfetta
rigidita' [...]
Il caso piu' banale e' quello di un solido N che si appoggi al suolo o
ad un altro qualsiasi sostegno N', lontano dai suoi margini. Al
contatto di N, N' subisce cedimenti piu' o meno lievi secondo il
materiale di cui e' costituito. Tutte le volte che tali cedimenti non
presentino alcuno speciale interesse e N possa assimilarsi a un punto
materiale P=(x,y,z), spontaneamnte viene fatto di imporre a x,y,z di
sodisfare l'equazione di una determinata superficie S atta a ritrarre
senza inutili complicazioni l'aspetto di N; nel suo stato naturale
[...]
All'atto dell'introduzione di un vincolo deliberatamente si incorre in
qualche alterazione del fatto fisico pur di non rinunziare a una
spontanea, comoda semplificazione.
[...]
Per ogni sistema materiale l'adozione di un vincolo implicitamente
esclude una esauriente specificazione della legge di talune forze:
quelle che possono trarre origine da circostanze cancellate dal
vincolo.
Ripensiamo ad as. al caso di un punto materiale P che si appoggi ad un
sostegno N'. Dopo la schematizzazione di N' in un sistema
indeformabile, [...] nulla di analogo puo' dirsi, finche' dura
l'appoggio, per le azioni molecolari esplicate su P da elementi
estremamente prossimi di N', avendo queste azioni la loro origine
proprio in piccole deformazioni di N' camcellate dal vincolo di
rigidita' [...].
Per ogni sistema materiale vincolato chiamero' _reazioni vincolari_ le
forze effettive cui possono dar luogo circostanze completamente
cancellate dai vincoli, adottando in contrapposto la denominazione di
_forze attive_ [...] per tutte le altre forze effettive, nonche' per
le eventuali forze apparenti del moto relativo."
Come vedi, non si fa nessun ricorso al terzo principio, e non ci si
limita affatto al caso statico.
> Infatti ad esempio se ho un corpo appoggiato all'interno di un
> cilindro dotato di attrito che gira, l'oggetto subisce una reazione
> vincolare non attribuibile al terzo principio visto che il corpo non
> esercit� sul cilindro nessuna forza (osservando il sistema nel
> riferimento inerziale).
Ah no? Nessuna forza?
E come va che se il cilindro non e' abbastanza robusto potrebbe
deformarsi e anche rompersi?
Proprio perche' il terzo principio vale *incondizionatamente*, se
ammetti che il cilindro eserciti una forza sul corpo, anche questo
esercita di sicuro una forza sul cilindro.
> Ne segue che la definizione di "reazione" viene meno, visto che non
> c'� nessuna "forza di azione" che agisca sul cilindro da parte del
> corpo, ne segue che bisogna dare una definizione nuova all'azione del
> cilindro sul corpo.
Quello che e' infelice, anche se purtroppo ormai ineliminabile
dall'uso, e' il termine "reazione" per le reazioni vincolari.
Come pure e' assai improprio enunciare il terzo principio in termini
di "azione e reazione", quasi che ci fosse un'asimmetria: l'azione
causa la reazione, e non viceversa.
In realta' azione e reazione nascono insieme, e non ha alcun senso
considerare l'una causa dell'altra.
Nell'esempio che fa Signorini, per esempio, ci sono "azioni molecolari
esplicate su P da elementi estremamente prossimi di N'", ma cisno al
tempo stesso azioni molecolari esplicate su N' da elementi estremamente
prossimi di P.
Quando P e N' si avvicinano ed entrano in contatto, gli atomi (o
molecole) dell'uno esercitano forze sugli atomi (o molecole)
dell'altro, in modo *totalmente simmetrico*.
Cio' che causa entrambe (azione e reazione) e' l'entrata in contatto
dei due corpi.
> C'� qualche libro che definisca la reazione vincolare anche in
> situazione dinamica? come va definita?
Vedi sopra.
Ma voglio sperare che anche oggi ci siano libri che trattano
l'argomento in modo corretto...
--
Elio Fabri
Received on Tue Apr 10 2007 - 21:37:23 CEST