Re: Etere

From: Enrico SMARGIASSI <smargiassi_at_ts.infn.it>
Date: Wed, 28 Mar 2007 20:08:28 +0200

Paolo Brini wrote:

> Quest'impressione sarebbe certamente sbagliata. Il mio intento non �
> quello di sostituire un insieme di norme generali con un altro insieme
> di norme, bens� piuttosto quello di convincere il lettore del fatto che
> tutte le metodologie, anche le pi� ovvie, hanno i loro limiti. Il modo
> migliore per realizzare quest'obiettivo consiste nel dimostrare i limiti
> e anche l'irrazionalit� di alcune norme che vengono di solito
> considerate fondamentali [...]".

Questa e' sostanzialmente la pars destruens dell'opera di PKF, quella su
cui gli scienziati tendono ad essere d'accordo. Ma ci sono alcuni problemi:

1) Non e' vero che qualunque regola ha i suoi limiti, se non nel senso
banale secondo cui "anche un orologio fermo segna l'ora giusta - due
volte al giorno". La violazione di una qualunque prescrizione puo',
nelle circostanze adatte, essere benefica, ma questo non significa che
non bisogni cercare di osservarla. Cosi' come non ci esimiamo dal tenere
carico l'orologio. L'importante e' che la regola sia benefica nella
grande maggioranza dei casi.

2) PKF (ed altri) sembra intendere che l'assenza di esplicite regole
generali significhi l'assenza di regole. Questo e' fallace, come sarebbe
fallace la conclusione del linguista che, studiando una lingua di cui
non esistono ne' vocabolari ne' grammatiche, concludesse che qualunque
combinazioni di suoni appartiene alla lingua. O quella dell'antropologo
che studiando una societa' priva di leggi scritte concludesse che in
quella societa' "anything goes - tutto si puo' fare".

3) PKF usa poi queste osservazioni per demolire lo status della scienza
come forma privilegiata di conoscenza del mondo fenomenico. Il fatto che
non lo dica nell'introduzione non significa nulla: gli esempi nella sua
opera sono cosi' numerosi da non lasciare dubbi (ne ho gia' forniti
alcuni, ne posso fornire altri).

> via di questo passo per centinaia di altri casi, alcuni dei quali
> studiati in grande dettaglio e che confermano l'idea di Feyerabend di
> come si sia svolto il progresso scientifico

Intanto, continui a menzionare centinaia di casi, ma in realta' ne hai
portato solo uno, peraltro discutibile, sulla frode come atto positivo:
quello di Eddington (Fleischmann & Pons, come ti ho mostrato, sono in
realta' un controesempio). Sul lato opposto io te ne ho menzionati tanti
e indiscutibili. Direi quindi che allo stato attuale della discussione
l'evidenza storica stia in modo schiacciante in favore della tesi
secondo cui la falsificazione dei dati sia una iattura, e non uno
stimolo per il progreso scientifico.

Poi, ti invito a riflettere sul fatto che l'epistemolgia di PKF sia
riassunta sempre come "anythig goes". Non, bada bene, come "anything
went". Si sbagliano tutti? Non direi. Ma questo significa che l'opera di
PKF non e' semplicemente descrittiva, ma prescrittiva come tutte le
epistemologie del resto. E" una contraddizione? certo: come tutte le
forme di scetticismo radicale, l'anarchismo di PKF e' esposto
all'autocontraddizione: "l'unica regola e' che non ci sono regole" e'
una frase bella retoricamente, ma logicamente barcollante.

Non so se sia stato colto il riferimento a Di Trocchio: e' un autore che
ha scritto, tra le altre cose, un (mediocre IMHO) libro Le Bugie della
Scienza il cui contenuto ti puoi immaginare. Se PKF fosse solo
descrittivo la sua opera avrebbe la stessa importanza. Ma tutti,
giustamente, la pensano in modo diverso.

Quanto al fatto che lo scienziato sia un opportunista metodologico, non
e' nemmeno una tesi originale. Venne esposta, concisamente ma
chiaramente, da Einstein nella sua Autobiografia Scientifica quando PKF
portava i calzoni corti, ma non era certo il solo a pensarlo (cfr.
Rutherford che richiesto di discutere i fondamenti filosofici della
scienza rispose "Aria fritta!").

> Ergo, la prima nota del traduttore che citi non confuta l'esposizione di
> Feyerabend, e non � nemmeno in contrasto con essa, giacch� Feyerabend e
> il traduttore si riferiscono a due periodi della vita di Galileo diversi
> (fino al 1595 circa Feyerabend, dopo il 1620 il traduttore).

Questa tua affermazione e' semplicemente *falsa*. PKF sostiene tramite
una citazione *dal Saggiatore* (1623), rinforzata da una dai Massimi
sistemi (1632) che in quel periodo G. era convinto della falsita' del
Copernicanesimo. Altro che 1595!

> Nella nota viene di nuovo esposta la medesima precisazione;

Appunto.

> Ora la situazione dovrebbe apparirti pi� chiara e la tesi di Feyerabend
> precisa ed accurata.

:-)

> Ne stiamo per l'appunto discutendo. Ho mostrato come le note del
> traduttore non confutino e non siano nemmeno in contrasto con quanto
> sostenuto da Feyerabend,

Vedi sopra. Ma non si parlava solo di quello. Ti sono state presentate
altre critiche, in questo ed altri subthread, e non hai scritto una
parola in risposta.

> "L'asserzione di Post che "la fisica ha un notevole insuccesso" come
> scienza, p. 219, e che al confronto "la botanica ha un buon potere di
> previsione del suo campo di applicazione", concorda con la mia opinione

[...]

> Da qui possiamo discutere. Post non ha affermato che "la botanica �
> meglio della fisica".

Stai scherzando, vero? Confronta con la parte che ho lasciato citata
appena sopra.

> fa fronte di questo abbiamo abbondanza di idee veramente innovative dal 1971?

Non sapevo che la Fisica fosse nata nel 1971 :-) Se uno dice "la fisica
ha un notevole insuccesso come scienza" parla della fisica come scienza,
non degli ultimi anni. Senza contare che la Fisica delle alte energie e'
una parte *minoritaria* della fisica moderna, e concentrarsi su di essa
significa distorcere fortemente la situazione. (Per tua informazione,
sulla metodologia e dei risultati della FdAE si alzano sempre piu'
spesso voci critiche all'interno stesso della comunita' dei fisici -
anche teorici - a partire dal libro di Baracca e Bergia La spirale delle
Alte Energie fino alle posizioni che di tanto in tanto puoi leggere in
questo stesso ng.)

> Non vedo di nuovo perch� questo problema (secondo me un falso problema)
> quand'anche fosse reale e primario, confuti la ricostruzione storica del
> caso di Galileo e la descrizione dell'anarchismo nella scienza.

Infatti non ha rilevanza sulla parte storica, ma su quella normativa.
Che esiste. Vedi all'inizio del post.

> La visione di Feyerabend impone il
> rispetto dell'insegnamento dei miti scientifici (*), anche se essi, come
> sostengono alcuni, se non "domati" dalla religione, dalla politica,
> dall'etica ecc. ecc., porterebbero solo ad orrori o addirittura
> all'estinzione del genere umano

Non vedo vantaggi: sarei io il primo a concordare con questi alcuni se
(a) si potesse dimostrare che si va verso l'estinzione o danni
gravissimi a causa della scienza, e (b) pensassi che si puo' "rimettere
il genio nella bottiglia". Ma siccome ritengo che ne' (a) ne' (b) siano
veri, non concordo.

Il problema con PKF e' che sostiene che anche per la descrizione del
mondo fenomenico ci sono visioni alternative di pari dignita'
intellettuale con la scienza. E questo e' insostenibile, e pericoloso.

> L'arroganza della comunit� scientifica cinese � stata non
> tanto di mettere in dubbio la validit� del modello dando una
> interpretazione delle evidenze sperimentali in mala fede, ma soprattutto
> quella di voler espellere da qualsiasi ambito umano la pratica
> dell'agopuntura. Il disastro sanitario che ne segu�

Ma guarda... io pensavo che il disastro sanitario della Cina fosse
dovuto a poverta', disorganizzazione, sovrappopolazione, cattiva
gestione, scelte politico-economiche dogmatiche, ecc. ecc.. Invece no:
non c'entrano ne' Mao, ne' il Grande Balzo in Avanti, ne' la Rivoluzione
Culturale. E' tutta colpa dell'arroganza della comunita' scientifica
cinese :-)

> Non c'� qualche vago fondo di verit� in tutto ci�? O tutti gli
> scienziati si disinteressano completamente alla fama e al denaro?

Alla fama si', al denaro un poco meno. Ma non importa: sta di fatto che
la tua e' una non-risposta per due motivi.

Il primo perche' contravviene ad una regola che io considero
fondamentale, che consiste prima di tutto di verificare le ragioni
palesi per certe parole e fatti, e solo dopo, qualora queste ragioni
siano dubbie o insistenti, cercare ragioni inconfessate (e
inconfessabili). In questo caso le ragioni palesi sono piuttosto
soddisfacenti: l'"indurimento" della biologia ha portato a risultati
spettacolari. Dimenticarsene e cercare le ragioni nascoste per prime e'
una forma di maccartismo culturale che trovo intollerabile.

Il secondo e' che si possono facilmente portare controargomenti
altrettanto (poco) convincenti che porterebbero i biologi ad opporsi
invece all'ingresso di fisica ecc. nel loro campo: conservatorismo
culturale, difesa di interessi accademici, gelosia, timore di perdere
posti di potere ecc.. Il fatto che la ricerca della struttura del DNA
abbia richiamato fisici (come Crick), chimici teorici (Pauling) ecc.
credi che abbia fatto piacere ai biologi dell'epoca? Ma tutti questi
discorsi sno inconcludenti, nell'uno e nell'altro senso, per cui meglio
evitare di perderci tempo sopra.

> Invece non � lecito scartare a
> priori una teoria (o un'ipotesi) se da essa non discendono
> immediatamente tutto il formalismo e tutte le previsioni della/e
> teoria/e dominante

Ma storicamente si e' sempre cercato di farlo il prima possibile, a
volte nel giro di pochi mesi: Huygens per l'ottica ondulatoria, Einstein
per la relativita', Bohr per la vecchia teoria dei quanti, Schroedinger
ed Ehrenfest per la MQ ecc.. Non sempre in maniera completa e rigorosa,
ma comunque in maniera quantitativa e forte. Se non provi nemmeno a
farlo, se per di piu' non puoi nemmeno vantare un qualche altro
vantaggio (spiegazione di fatti nuovi), e' solo logico che nessuno ti
prenda sul serio.

> Falzone faceva una ipotesi, sottolineo ipotesi, allo stato
> embrionale, di un modello basato sull'etere,

Non conosci il pregresso. Falzone e' da anni che parla di questa cosa,
per di piu' affermando di riprendere idee molto piu' vecchie di altri
(Cannnata, Todeschini). E' ora, come si dice in inglese, di dirgli "put
up or shut up".

-- 
Enrico Smargiassi
http://www-dft.ts.infn.it/~esmargia
Received on Wed Mar 28 2007 - 20:08:28 CEST

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