gnappa ha scritto:
> Mi chiedo quindi se si � in grado di misurare spostamenti di
> quell'ordine di grandezza nel visibile, o se si osservano tali
> spostamenti in un range spettrale diverso.
Direi senz'altro nel visibile.
Purtroppo non so darti i dettagli sperimentali, ma penso che in
condizioni favorevoli si possa fare anche di meglio.
Pensa alla scoperta di pianeti extrasolari, sulla base delle
variazioni che producono nella velocita' radiale della stella, a causa
del moto orbitale.
> dicendo cos� stai sottointendendo che la relazione tra variazione di
> frequenza e velocit� � uguale per il redshift dovuto a effetto Doppler
> e dovuto all'espansione dell'universo? Ma per l'effetto Doppler si usa
> una metrica euclidea, per il redshift cosmologico non dovrebbe essere
> diversa, e quindi portare a risultati diversi?
Eh eh, il discorso e' sottile :)
1. A piccole distanze si dimostra che vale la legge di Hubble: il
redishift, definito come z = (Delta lambda)/lambda, e' proporzionale
alla distanza.
2. Si usa interpretare il redshift come se fosse un effetto Doppler
(al primo ordine): (Delta lambda)/lambda = v/c.
3. Ne segue l'espressione della legge di Hubble: v = H*d.
E' questa che giustifica il misurare la costante di Hubble in
(km/s)/Mpc, come sempre si fa.
Pero' tutto questo non sottintende nessuna approssimazione ne alcuna
identificazione dei due redshift: in realta' devi sempre intendere che
la legge di Hubble sia z = c*H*d, e ti devi aspettare che per grandi z
questa relazione non sia piu' verificata, e vada sostituita da una z f(d), da calcolare con un modello cosmologico; o da ricavare dalle
osservazioni, se disponi di due modi indipendenti per misurare z e d.
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Elio Fabri
Received on Wed Mar 21 2007 - 21:24:47 CET