Elio Pandolfini ha scritto:
> L'etere, inteso come sostanza gassosa che permea l'intero universo per
> sostenere la propagazione delle onde elettromagnetiche non esiste.
Ciao,
con pi� rigore possiamo affermare che i modelli scientifici accettati
nel periodo storico in cui viviamo oggi non hanno alcuna necessit�
dell'etere luminifero; pertanto non abbiamo bisogno di supporre che
esista nell'ambito dei paradigmi che ci sono utili. Inoltre, sebbene la
teoria dell'etere sia stata capace di fare predizioni molto
significative (cio� fosse in grado di "spiegare" molti fenomeni), non
riesce a predire correttamente molte altre evidenze sperimentali che ci
interessano.
Un esempio significativo � una ricaduta tecnologica dell'effetto Sagnac,
il giroscopio ottico. Esso sfrutta un effetto notato negli esperimenti
di Sagnac e di Michelson, Gale e Pearson, talvolta interpretati a favore
dell'esistenza dell'etere luminifero; tuttavia, siccome tale effetto
potrebbe essere "spiegato" anche dalla relativit� generale, per comodit�
(talvolta la maggioranza della comunit� scientifica � d'accordo che
entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem), � del tutto
superfluo postulare l'esistenza dell'etere.
Anche il Modello Standard, per calarci nella nostra situazione e quindi
privarci del vantaggio della prospettiva storica che invece abbiamo nei
riguardi delle teorie che necessitano dell'esistenza dell'etere
luminifero, potrebbe barcollare se continuassero a passare decenni senza
che si possa osservare il bosone di Higgs. Quand'anche passassero
secoli, nessun ragionamento teorico, logico o matematico ecc., ci
autorizzerebbe per� a postularne la non esistenza. Avremmo pieno
diritto, ma solo valutando le evidenze sperimentali (e magari con uno
spostamento di paradigma rispetto al Modello Standard) a riconoscere che
la sua esistenza non � necessaria.
> Dunque la meccanica dei fluidi che normalmente viene applicata a
> questa presunta
> entita' e' di per se' non rilevante allo scopo.
Se postuliamo che l'etere luminifero non esista, non solo la meccanica
dei fluidi, ma qualsiasi trattazione non sarebbe rilevante allo scopo.
Tuttavia postulare la non esistenza o l'esistenza di un ente in base ad
un ragionamento o ad una dimostrazione matematica e/o logica, invece che
a evidenze sperimentali, rischierebbe di rendere i miti scientifici
indistinguibili dai miti magici o da quelli religiosi (cfr. le indagini
e le dimostrazioni di P.K. Feyerabend e T.S. Kuhn). E' pur vero che
sedicenti ricercatori "scientifici" ragionano in un modo analogo a
quello che suggerisci, ma ci� li rende "dogmatici" piuttosto che
"scientifici".
La necessit� dell'esistenza dell'etere luminifero non sussiste a causa
delle evidenze sperimentali all'interno dei paradigmi che accettiamo
correntemente, e ai numerosi esperimenti che hanno fallito nel rivelare
l'etere all'interno proprio di quegli stessi paradigmi che postulano la
sua esistenza, non certo per qualsivoglia ragionamento matematico.
> Cio' infatti implicherebbe
> che la meccanica dei fluidi e' piu' fondamentale delle meccanica
> quantistica e che l'equazione di Schroedinger e la relativa funzione
> d'onda con la sua intepretazione debbono essere derivati da essa.
> Questo si prova impossibile matematicamente e dunque il tutto e'
privo > di qualsiasi valore scientifico.
In primo luogo, "l'interpretazione della funzione d'onda" non � univoca.
Come certamente saprai esistono numerose diverse interpretazioni sia
della meccanica quantistica sia della funzione d'onda. Derivare
"un'interpretazione" di un'entit� da una teoria fisica diversa da quella
all'interno della quale tale entit� � trattata/definita/derivata �, a
mio avviso, una pretesa del tutto velleitaria. In questo senso chiedi
una cosa assurda alla meccanica dei fluidi: sarebbe, pari pari, come
pretendere che dalla relativit� debba derivare il principio di
indeterminazione di Heisenberg e, se questo non fosse possibile, come
non �, allora sarebbe obbligatorio ridurre la relativit� generale ad un
qualcosa "privo di qualsiasi valore scientifico".
In secondo luogo, senza la formulazione di Schrodinger la meccanica
quantistica sarebbe ugualmente viva e vegeta.
In terzo luogo, generalizzando la prima obiezione, l'argomento di
derivabilit� o non derivabilit� di una teoria da un'altra pu� essere
utilizzato per ragionamenti diametralmente opposti in assenza di
discriminazioni sperimentali; per di pi� se le teorie fossero
incommensurabili il concetto di derivabilit� di una teoria da un'altra
potrebbe essere completamente privo di senso.
> Chiunque sostenga una teoria siffatta e'
> dunque al di fuori della realta' scientifica di ben centodieci anni.
Mi sembra assurdo, una specie di rovesciamento della scienza: nessun
ricercatore accuserebbe un collega di essere al di fuori della realt�
scientifica di "ben 400 anni" perch� utilizza, per alcuni scopi, la
teoria della gravitazione di Newton invece della relativit� generale, la
quale dalla teoria di Newton non si riesce a derivare! Qualsiasi cosa
sia la "realt� scientifica" oggigiorno, i motivi (se ci sono) per cui un
ricercatore che si accanisse sulla difesa della teoria classica
dell'etere luminifero cesserebbe, ipso facto, di appartenere alla
comunit� scientifica, non si basano certo su una considerazione matematica.
Infine, per correttezza, ritengo opportuno citare ricercatori che non
sono "fuori della realt� scientifica" e che considerano seriamente il
famoso esperimento di Dayton Miller del 1933, dimostrando che anche
all'interno della comunit� scientifica non � vero che a priori si
sostenga la non esistenza dell'etere, ma che lo si faccia a seguito
della valutazione di evidenze sperimentali: Roberts (che conclude sulla
inattendibilit� dei risultati), Consoli, Costanzo, Cahill per esempio
(che invece valutano attendibili i dati di Miller ed altri).
arxiv.org ha disponibili alcuni loro articoli.
Ciao,
Paolo
Received on Mon Mar 12 2007 - 12:58:07 CET
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