antonio2 ha scritto:
> vediamo se ho capito:
> un elettrone e' un "oggetto" quantistico descritto da una funzione
> d'onda dovuta ad una sovrapposizione di autostati,
Qui gia' ti voglio correggere...
La f. d'onda e' quella che e'. La puoi sempre vedere come sovrapp. di
autostati, in infiniti modi, a seconda di quali autostati (di quale
osservabile) scegli.
Nel caso di cui parliamo potranno interessarti gli autostati
dell'osservabile posizione (detto molto all'ingrosso).
> ...
> Di fatto dopo la misura vedo la macchiolina e l'elettrone dopo la
> misura lo penso come particella.
Tutto bene fin qui. Ma l'ultima frase non mi piace troppo.
So bene che e' molto usata, e il responsabile e' nientepopodimeno che
Bohr... Ma io preferisco dire che un eleltrone e' *sempre* una
particella, solo che non e' una particella nel senso della fisica
classica, per cui non ha *intrinsecamente* una posizione, una
traiettoria, ecc.
Quando fai la misura, lo obblighi in uno stato in cui la posizione e'
(all'incirca) ben definita.
> prima della misura quindi l'elettrone ha un aspetto ondulatorio
> (inteso come onda di probabilita').
L'aspetto ondulatorio c'e' sempre.
Per es. tu potresti costruire lo schermo in modo che lasci passare gli
elettroni, dopo averti detto la loro posizione. Bene: appena passati
gli elettroni produrrebbero di nuovo diffrazione...
> Se invece ho un fascio di elettroni, posso pensare in due modi:
> 1) una funzione d'onda del fascio
> 2) una somma? di funzioni d'onda uguali ( per esempio sparando un
> elettrone alla volta)
Non direi.
La descrizione 1) sarebbe in teoria ossibile, am assai piu complicata
del necessario.
La 2) non va: ogni elettrone ha la *sua* f. d'onda, e per costruzione
sono *tutte uguali*.
> E' tutto corretto?
Per maggior chiarezza: dove non ho citato e commentato, vuol dire che
andava bene ;-)
--
Elio Fabri
Received on Sun Mar 04 2007 - 21:20:13 CET