Re: Costante di Planck

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Mon, 05 Feb 2007 20:51:36 +0100

uhmuhm_at_tin.it ha scritto:
> In effetti, sono mie interpretazioni delle informazioni che sono
> riuscito a trovare.
Chissa' perche' hai cambiato nick...

> In special modo le pagine 721 e 722 del libro Motionmountain, comprese
> le note a pie' di pagina.
Mai sentito... Che libro e'?

> Poca o nessuna, ad essere sincero.
> Appunto a questo sto cercando di rimediare.
Beh, ma non dovresti partire da queste cose, allora...

> Credo sia il prodotto di un'energia per un tempo (nel caso specifico J
> per s).
Questa al massimo e' una specifica dimensionale, ma non dice niente su
che cosa e', dove si usa, che significato ha...

Purtroppo il concetto di azione non e' affatto semplice: nasce
nella'mbito di uno sviluppo abbastanza complesso della meccanica, la
cosiddetta "meccanica analitica", verso meta' dell'800.
Non credo di poterti dire di piu'.

> La prego di considerare che sono in grado di comprendere
> esclusivamente spiegazioni di livello divulgativo.
Ho capito.
Ti aggiungo questo: l'uso che fa Plamck della famosa constante non ha
niente a che vedere col significato dell'azione cui ho alluso sopra.
Lui si limita a scoprire che per far tornare la teoria della
radiazione emessa da un corpo caldo coi dati speri,mentali, occorre
assumere che la raidiazione venga emessa e assorbita per "quanti", la
cui entita' (in energia) e' h*f (f frequenza).
Poco dopo Einstein si accorge che in realta' bisogna assumere che la
radiazione elettrom. sia _composta_ di quanti (quelli che oggi
chiamiamo "fotoni").

Qualche anno dopo Bohr scopre che h entra in ballo in tutt'altro
contesto: per spiegare la struttura dello spettro di righe dell'atomo
d'idrogeno assume che l'elettrone possa muoversi solo su orbite nelle
quali il momento angolare assume valori multipli di h/(2*pi).

In seguito sommerfeld generalizza quest'idea introducendo le
"condizioni di quantizzazione" che dovrebbero valere per qualsiasi
sistema.
Non posso spiegarti queste condizioni perche' richiedono conoscenze
chiare di quella mecc. analitica che dicevo sopra, ma in parole qui
nasce la connessione fra h e l'azione: le varie "componenti"
dell'azione debbono essere multiple di h.
(Componenti e' deto malissimo, ma non posso fare di meglio...)

Ancora qualche anno, e si scopre che gli elettroni hanno un mom.
angolare proprio, che vale h/(4*pi).
Poi arriva Heisenberg, con le "relazioni d'indeterminazione", nelle
quali interviene ancora una volta h...

Ecco: tu avevi fatto una specie di frullato di tutte queste cose :)
Ma ti ripeto: per capire un minimo di che cosa si tratta, di fisica
bisogna saperne un bel po'...
        

-- 
Elio Fabri
Received on Mon Feb 05 2007 - 20:51:36 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Thu Nov 21 2024 - 05:10:13 CET