Re: Imprevedibilità

From: cometa luminosa <a.rasa_at_usl8.toscana.it>
Date: 2 Feb 2007 23:54:33 -0800

On 31 Gen, 12:38, "ivan" <19935inva..._at_mynewsgate.net> wrote:
> Figuriamoci un esperimento in cui un fascio di fotoni incide su un
> filtro polarizzante. Il dato sperimentale potrebbe essere che ne passa
> una frazione p.
> Ora consideriamo un singolo fotone prima che abbia raggiunto il filtro.
> Mi sembra logico che possiamo dire che lo stesso abia una probabilit�
> p di passare.
> Sto leggendo che molti fisici ( o filosofi? ) si pongono il problema
> se tale ricorso alla probabilit� sia relativa alla mancata conoscenza
> di informazioni che consentirebbero una valutazione migliore, o se sia
> invece una necessit� posta dalla natura ( probabilit� "ontologica" ).
> Mi chiedo: dal punto di vista della fisica, questa distinzione �
> davvero importante?
> Cio�: oltre ad essere una questione di gusto, il supporre o meno
> l'esistenza di variabili pi� "fini", che consentirebbero una
> previsione non probabilistica, cambierebbe qualcosa?
> Intendo chiedere se la supposizione cambierebe qualcosa, perch�,
> evidentemente se se le variabili "fini" che consentirebbero una
> previsione sul comportamento, fossero scoperte, ci� cambierebbe molto.

John Bell, negli anni 60, dimostr� che le cose cambierebbero.
Semplificando all'estremo le cose, dimostr� che, per una certa
quantit� A si dovrebbe avere A<B dove B � un certo valore, mentre la
meccanica quantistica prevede, non solo che ci� non � vero, ma che
anzi si ha una uguaglianza: A = C dove C � un valore>B.
http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_Einstein-Podolsky-Rosen

Solo negli anni 80 � stato possibile realizzare esperimenti per
verificare quale dei due risultati fosse giusto. La meccanica
quantistica vince, le variabili nascoste perdono. 1 a 0!
Received on Sat Feb 03 2007 - 08:54:33 CET

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