Lisa Randall, fisica teorica.

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Thu, 01 Feb 2007 13:22:43 GMT

      Ho appena sfogliato il nuovo libro sugli scenari dentro ed oltre il modello
standard, questo lo ha scritto Lisa Randall che ha sviluppato alcuni modelli
di extra dimensioni per una unificazione della descrizione delle interazioni
forti, deboli, elettriche e gravitazionali. Dal punto di vista tecnico
leggere questi
libri � in buona misura alquanto inutile, ma se si hanno un briciolo di
nozioni
tecniche sulla teoria delle stringhe e sulle nozioni di cobordismo e brane
possono
essere stimolanti specie per capire di quali sono le aspettative concrete,
da parte
di questi riicercatori di stringhe, che ormai costitutuiscono una comunit�
scientifica
di una certa consistenza. Ora molti sono gli interrogativi aperti da questa
lettura, ma
uno in particolare riguarda quello che la Randall dice nel suo capitolo
venti.

      Dopo avere spiegato che Kaluza e Klein avevano l'uno genialmente
aperto un nuovo universo aggiungendo una dimensione in pi� alle 3+1
dello spazio tempo, l'altro genialmente aveva messo il coperchio su questa
dimensione in pi�, ci spiega come l'idea della compattificazione diventa una
questione di secondario interesse nella prospettiva della teoria delle
stringhe,
nel senso che il modello che lei ha sviluppato non soltanto produce come
sotto
prodotto dell'evidenza di gerarchie energetiche della fisica delle
particelle, la curvatura
necessaria a produrre la compattificazione, ma porta, in un caso a
predizioni
teoriche sensazionali che potrebbero essere messe in evidenza gi� da LHC.

    Qui rimango perplesso. Queste predizioni sarebbero che per effetto delle
dimensioni extra i fisici di LHC potrebbero trovarsi con difficolt� di
bilancio
energetico. Nel senso che l'eccitazione di un modo vibrazionale del campo
lungo una extra dimensione porterebbe alla sensazione che l'energia non
sia conservata. Non ho obiezioni di principio a questa eventualit�, solo mi
sembra strano se queste problematiche si ponessero a livello delle energie
in gioco in LHC, ma anche questa impressione non � basata su motivazioni
di principio, quanto piuttosto su questioni di carattere astrofisico. Come
sarebbe potuto sfuggire agli astrofisici che studiano le radiosorgenti un
simile ammanco?

    Alla perplessit� si � aggiunta la delusione di vedere che a dispetto della
presentazione: "Lisa Randall � uno dei massimi esperti di fisica delle
particelle
e cosmologia, si � occupata di .... " manchi in tutto il libro la bench�
minima
considerazione quantitativa su questioni cosmologiche e sui dati di
astrofisica
che possano supportare il sospetto di una fenomenologia tanto innovativa
gi� alla scala delle energie raggiungibili in LHC. Quasi certamente sono io
che
mi sbaglio. Forse non sono cos� facili i bilanci energetici nelle radio
sorgenti,
forse le fenomenologie al TeV sono fuori della possibilit� di verifica
quantitativa
per mezzo di modelli simili. Ma quello che mi chiedo � se questo tipo di
fenomenologia non comporterebbe anche altro genere di difficolt�, ad esempio
a livello del principio di equivalenza. Cosa ne pensate?

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Thu Feb 01 2007 - 14:22:43 CET

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