E' un po' che volevo inserirmi, per precisare due cose.
1. A mio parere, ha senso parlare di amplificatori solo in relazione a
segnali _variabili_ nel tempo.
2. La questione delle distorsione, anche se forse e' stata chiarita,
vorrei riprenderla.
Mi e' capitato piu' volte di sentir parlare di "non linearita'" a
proposito della distorsione in frequenza, ma secondo me e' una
sciocchezza.
Un circuito puo' benissimo essere lineare e non avere risposta
costante a tutte le frequenze.
Anzi, la quasi totalita' della teoria dei segnali tratta solo questo
caso, che e' l'unico che si lascia assoggettare a un'analisi
matematica decente (trasf. di Laplace o di Fourier, ecc.)
La vera e propria non linearita' significa invece che il segnale in
uscita non e' in rapporto di proporzionalita' a quello in ingresso.
Cosa che ovviamente puo' accadere in infiniti modi, ed e' im pratica
sempre vera: un amplificatore veramente lineare e' un puro ideale, al
quale si cerca di avvicinarsi piu' o meno a seconda delle esigenze
concrete con cui si ha a che fare.
Messa in termini generali, la questione ovviamente si applica a
qualsiasi tipo di amplificatore, il che risponde alla domanda di
Angelo:
> Infine: la questione della linearit�., distorsione, ecc, vale sia per
> amplif., in tensione che in corrente?
Per chiarire ancora meglio la questione della linearita' ecc., vediamo
un esempio semplice.
Hai un segnale esattamente sinusoidale in ingresso: se il tuo
amplificatore e' lineare anche il segnale in uscita sara' sinusoidale.
La distorsione in frequenza significa solo che l'amplificazione (e
anche lo sfasamento) potra' cambiare a seconda delle frequenza del
segnale.
Se invece l'amplificatore non e' lineare, in uscita non avrai una
sinusoide, ma qualcosa di piu' o meno "deformato".
Il che in termini di trasf. di Fourier significa la comparsa di
_armoniche_, ossia di frequenze multiple di quella entrante, che
non erano presenti nel segnale originale.
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Elio Fabri
Received on Mon Jan 08 2007 - 21:09:49 CET