Re: La velocita' della luce

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Wed, 29 Nov 2006 21:14:09 +0100

"marcofuics" <marcofuics_at_netscape.net> wrote in message
news:1164820205.731861.194950_at_80g2000cwy.googlegroups.com...
>
> Bruno Cocciaro ha scritto:
> [ti cutto un po']
>
> (cut)
> > La velocita' della luce *non* si misura............ e' ovvio che non e'
una misura, e' una
> > definizione: sincronizziamo gli orologi in moto tale da ottenere la
> > velocita' della luce da A verso B uguale alla velocita' da B verso
A.......
> (cut)

Non sono affatto sicuro di aver ben compreso i vari passaggi del tuo post.
Provo a commentare quelli che credo di aver colto meglio.

> Questo e' sacrosanto!
> Anzi, a quello che hai scritto gli darei un nome, cosicche' tutte le
> volte, invece di ripetere il discorso, dico il nome e zac.... risparmio
> tempo....:))
> Il : BC_tempo_luce_Ridondante ?

Ecco, qua non capisco, il "BC_tempo_luce_Ridondante" sarebbe il nome che
proporresti per riassumere il mio precedente post ?

> Nel senso che ogni volta si dovrebbe partire da queso che tu scrivi!
> Di qui, in poi mi sembra che si vada ad esplorare un po' l'ignoto....
> come dice cometa_luminosa: il fotone sta solo nel rivelatore... e se
> fosse cosi'?

Non ho seguito bene i recenti threads in cui comparivano i post di
cometa_luminosa, avevo letto quello in cui diceva qualcosa del genere "il
fotorivelatore puo' fare click o non farlo. A questo livello il fotone e'
solo un click del rivelatore". Volevo rispondere, poi non l'ho fatto anche
perche' non avevo seguito il thread. Ad ogni modo, se ho ben capito cosa
voleva dire cometa_luminosa (o se ben capisco cosa vuoi dire tu sopra
citando lei), a me verrebbe da rispondere che in fisica e' sempre cosi'.
Anche per il tavolo potremmo dire che "sta solo nel metro" che lo sta
misurando. Certo, potremmo obiettare che del tavolo osserviamo molte altre
proprieta', mica solo la sua lunghezza (proprieta' che ci viene mostrata dal
metro). Osserviamo il suo colore, con gli occhi, la sua durezza, sbattendoci
la testa sopra ... L'osservare tante proprieta' associate ad uno "stesso"
"oggetto", ci fa pensare all'oggetto (il tavolo nel nostro esempio) come a
qualcosa di realmente esistente, cioe' esistente indipendentemente dal fatto
che ci sia un metro, o un occhio, o una testa, a misurarne le proprieta'.
Il fotone avra' anch'esso altre proprieta'. Ma se anche avesse, per il
momento, solo la proprieta' di far fare click ai rivelatori (cioe' se non
avessimo ancora individuato alcuna altra proprieta' dei fotoni), avrebbe
comunque, a mio modo di vedere, "diritto di cittadinanza". Certo, anche al
"calorico" si potevano associare delle proprieta', poi il calorico e' stato
sostituito da altri concetti che meglio di esso descrivono gli eventi.
Potrebbe avvenire la stessa cosa anche ai fotoni, ma anche ai tavoli.
Insomma, io non vedo un margine netto. Quando decidiamo che un certo
concetto descrive qualcosa di "reale", cioe' non e' solo "l'effetto di una
misura"?
Gli atomi hanno subito una sorte analoga, alcuni li vedevano solo come
"strumenti matematici" utili per descrivere alcuni eventi. Oggi nessuno si
sognerebbe di mettere in dubbio la loro "reale" esistenza.

> Cioe': se io penso di misurare la velocita' della luce (la velocita'
> con cui il "segnale" attua la reciproca influenza tra gli oggetti) a
> cosa mi debbo attenere?

Beh, qui la mia opinione l'ho espressa nel precedente post.
Non devo attenermi a nulla. Quella velocita' e' un concetto privo di senso
fisico, siamo noi a fissarla a nostro piacimento.

> Se l'informazione (nel suo spostarsi) facciamo si' che rispecchi quei
> vincoli di cui hai parlato, possiamo dire che lo spazio-tempo e'
> semplicemente un'idea?

Qui non capisco.
L'informazione si sposta, e noi utilizziamo proprio lo spostamento di quella
informazione per sincronizzare gli orologi. Lo spazio-tempo, per come lo
intendo io, e' semplicemente un insieme di punti dove sono piantate delle
bandierine con sopra degli orologi. Sulle bandierine sono scritti tre numeri
ordinati (numero x, numero y, numero z) e gli orologi sono tutti
sincronizzati.
Il fatto che si possa sincronizzare a nostro piacimento a me non farebbe
concludere che lo spazio-tempo e' "semplicemente un'idea". E' un insieme di
bandierine dove abbiamo deciso di scrivere dei numeri seguendo una ben
precisa procedura (anche nello scrivere i tre numeri sulle bandierine siamo
liberi di scegliere la procedura. Facciamo fare un passo al corpo rigido e
sulla bandierina ci scriviamo 1, poi un altro passo e scriviamo 2 ... ma
potremmo anche scegliere di metterci 1, poi 4, poi 9 ...) e ci abbiamo messo
sopra degli orologi che abbiamo sincronizzato seguendo una ben precisa
procedura.

> Mi chiedo... che differenza c'e' tra il mondo (quello vero, quello in
> cui si va a fare la spesa, si mangia a tavola, ecc. ecc.) reale e
> quello "virtuale" del web?
> Ragioniamoci su... io ho scoperto delle cose interessanti.. :))

Qui veramente non riesco a capire cosa vuoi dire.
La prima differenza che mi verrebbe in mente e' che so come fare per
sbattere la testa contro il tavolo reale dove poggia il mio pc, e so che se
lo faccio mi si forma un bernoccolo. Per sbattere la testa contro un tavolo
virtuale non so proprio cosa dovrei fare.
Ma questa differenza la conosci ovviamente benissimo anche tu.
Di conseguenza posso solo dire che non capisco il seguito del tuo post.

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Wed Nov 29 2006 - 21:14:09 CET

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