Re: Dualità onda-particella

From: cometa luminosa <a.rasa_at_usl8.toscana.it>
Date: 28 Nov 2006 06:39:30 -0800

Innanzitutto ti ringrazio per la risposta dettagliata e articolata.

> Esiste 'fisicamente' il fotone?. S�, se per esistenza fisica si
> intende la possibilit� di effettuare una qualche misura sul fenomeno
> in questione.

Il problema � che non mi hai ancora detto qual'� il "fenomeno in
questione"!


> Baster� prendere un fotomoltiplicatore in un ambiente quasi privo di
> radiazioni EM e si potr� conteggiare ogni singola rilevazione che �
> ben determinata nel tempo. Non si pu� prevedere quando avverr� una
> rilevazione ma, una volta avvenuta, si pu� riportare in una tabella
> l'istante dell'evento. Se si aumenta l'intensit� della radiazione
> (supposta monocromatica) ci� che si vedr� aumentare non � l'energia
> delle rilevazioni ma semplicemente il loro numero nell'unit� di tempo.
>
> Questo � un modo di comportarsi tipico da particella per cui, per dare
> un contesto comune a questi fenomeni, dir� che il fotone �
> assimilabile, per quanto detto, a una particella. (s�, lo so,
> Heisemberg avrebbe qualcosa da ridire...)


Ok. Adesso ti chiedo: tenuto conto che un fotomoltiplicatore pu� fare
"click" o non farlo proprio, in che altro modo, che non sia "tipico da
particella" potrebbe avvenire il fenomeno?



> Mi dispiace ma io purtroppo, ti ribadisco, non sono in grado di
> rispondere in modo esauriente alla tua domanda perch� mi mancano
> ancora molte conoscenze nello specifico del problema. Mi piacerebbe
> per� se mi dicessi tu che cosa ritieni sia un fotone, perch� penso che
> tu abbia una certa idea in mente, o mi sbaglio?


Si, un'idea ce l'ho: il "fotone" � solo il "click" del rivelatore. I
fotoni non esistono nello spazio, solo nei rivelatori.


> >Naturalmente, questo non vieta l'esistenza di un sistema di riferimento
> >solidale con una particella che si muova a velocit� sempre pi� alte,
> >tendenti a c.
>
> Per�, se non vado errato, lo stesso Einstein metteva in guardia su
> questo modo di procedere che porta indiscriminatamente la teoria agli
> estremi limiti.


Ma, se si vuole determinare cosa avviene nel riferimento di una
particella, questo � l'unico modo, visto che, come ho gi� detto e
come sappiamo, non esistono sistemi di riferimento a riposo con la
luce. Se non ci interessa stabilire cosa accade in un riferimento
solidale con la luce, e si vuole determinare il comportamento della
luce da altri sis. di rif. e quindi le trasformazioni di Lorentz e la
relativit� speciale, allora � un'altro discorso, e sono d'accordo sul
fatto che passare al limite non sia privo di complicazioni.


>>se uno ti dicesse che
> >"la spinta di Archimede � dovuta alla presenza di omuncoli invisibili"
> >
> >cosa gli risponderesti?
>
> Che lui � liberissimo di crederlo. Non penso che esista dimostrazione
> del contrario, a meno che lui non specifichi qualcos'altro di questi
> omuncoli che ci permetta di verificare la loro esistenza (per esempio
> che lavorano solo dal luned� al venerd� non festivi).
> Gli spiegherei anche che io, per parte mia, mi attengo all'idea di
> Occam: "non introdurre enti inutili, non supporre pluralit� inutili,
> non fare con il pi� quello che si pu� fare con il meno".


Ok. Questo era per esporre meglio il mio punto di vista. Se quindi uno
ti dicesse che esistono dei "fantasmi" che nessuno pu� vedere, ma di
cui si pu� rivelarne l'esistenza dal fatto che, a volte, fanno
sbattere le finestre, che gli risponderesti? Mi spieghi qual'� la
differenza sostanziale tra i fotoni e questi fantasmi? Noi sappiamo
(spero!) che esiste un campo elettromagnetico che investe un
fotomoltiplicatore, e che questo interagisce con il campo facendo, a
volte "click". Dove sono i fotoni?
Received on Tue Nov 28 2006 - 15:39:30 CET

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