"marcofuics" <marcofuics_at_netscape.net> wrote in message
news:1164796695.306666.77180_at_j72g2000cwa.googlegroups.com...
> Quali possono i mezzi da usarsi per misurarla?
>
> E' chiaro che si vanno sempre a misurare gli effetti prodotti, in
> genere, ed in questo caso potrei supporre di misurare l'effetto che si
> produce all'interazione del fotone con opportuni strumenti, che pero'
> si badi bene, non perturbino il fenomeno cosi' come dovrebbe accadere
> nudo e crudo.
>
>
SORGENTE_CARICA-e-m_A--->emissione--->Fotone_in_volo_nello_spazio--->assorbi
mento--->DESTINAZIONE_CARICA-e-m_B
> Potrebbe andar bene come descrizione secondo voi?
> SE <SI>, allora mi aspetto che "la grandezza" VELOCITA' sia associabile
> alla luce anche durante un intervallo di tempo compreso tra l'emissione
> e l'assorbimento. Ma e' corretta questa idea?
Ti dico la mia opinione.
La velocita' della luce *non* si misura.
Il metodo che proponi sopra potrebbe andare se avessimo, sia in A (punto in
cui il fotone viene emesso) che in B (punto in cui viene rivelato), degli
orologi sincronizzati. Gli orologi possiamo anche metterceli, ma poiche' la
sincronizzazione degli stessi si fa proprio usando la luce (o in maniera
equivalente) ne segue che la "misura" suddetta dara' il risultato che
*abbiamo deciso di ottenere* nel momento in cui abbiamo effettuato la
sincronizzazione. Ma questa e' ovvio che non e' una misura, e' una
definizione: sincronizziamo gli orologi in moto tale da ottenere la
velocita' della luce da A verso B uguale alla velocita' da B verso A.
Poniamo per definizione vA->B=vB->A (potremmo anche scegliere, senza alcun
problema sostanziale, definizioni diverse).
Diversa e' la questione per quanto riguarda la velocita' di andata e
ritorno. Li' c'e' qualcosa da misurare.
Posti due segmenti AB e AC di uguale lunghezza, la misura di vA->B->A (in
sostanza la misura del tempo che occorre affinche' la luce percorra l'andata
da A verso B e il ritorno da B verso A) non e' detto che sia uguale a
vA->C->A. Il "non e' detto" sta a significare che l'esito della misura non
e' stato da noi prederminato come nel caso della "misura" di sola andata.
Due fotoni partono contemporaneamente da A; uno va verso B, l'altro verso C.
Rimbalzano e poi tornano in A. Potrebbero non tornare in contemporanea. Se
prendessimo onde sonore invece che onde luminose, non tornerebbero in
contemporanea (a meno che non siamo in quiete rispetto al mezzo di
propagazione delle onde sonore). L'esperimento di Michelson-Morley,
opportunamente interpretato, mostra che le onde luminose tornano in
contemporanea. Questo fatto permette l'utilizzo delle onde luminose nella
costruzione di orologi: due orologi a luce sincroni rimangono sincroni anche
se variamo la loro orientazione reciproca. Stesso discorso non possiamo
farlo per gli "orologi a suono": due "orologi a suono" sincroni *non*
rimangono sincroni se variamo la loro orientazione reciproca. Proprio per
questo l'orologio a luce e' un orologio, l' "orologio a suono" non lo e'
(funziona bene solo nei riferimenti inerziali in quiete rispetto al mezzo di
propagazione delle onde sonore, negli altri riferimenti inerziali il suo
funzionamento dipende dalla sua orientazione).
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Wed Nov 29 2006 - 17:08:32 CET