Salve a tutti,
sono uno studente di elettrotecnica e ho appena terminato di studiare il
fenomeno dell'induzione elettromagnetica. Credo di aver digerito
abbastanza bene l'argomento, comunque mi � venuto un dubbio che non sono
riuscito a dissipare neanche con l'aiuto del professore (che si mantiene
abbastanza sul vago).
Il fatto � questo:
quando un magnete si muove in prossimit� di un solenoide, la variazione
del flusso concatenato con le spire del solenoide genera in quest'ultimo
una tensione indotta.
Non � la forza di Lorentz a mettere in moto gli elettroni delle spire?
Questo particolare non � mai espresso con chiarezza da nessuna parte,
forse perch� � talmente ovvio che � inutile puntualizzarlo ulteriormente!
Mi sta benissimo, ma se � cos� nasce un problema inquietante: prendiamo un
trasformatore toroidale, ed avvolgiamo intorno al nucleo alcune spire di
filo di rame in modo da creare un secondario a piacere. Le spire per� non
le avvolgiamo strettamente intorno al nucleo, ma le avvolgiamo in modo
"lasco", distanziandoci quanto pi� � possibile dal nucleo, senza mai
toccarlo in nessun punto.
Ebbene, come � noto, l'induzione funziona regolarmente, poich� comunque il
flusso del toroide � sempre completamente concatenato con l'area delle
spire. La teoria lo dice e l'esperienza lo conferma. Ma, allora, in questo
caso, dov'� la forza di Lorentz visto che gli elettroni non intercettano
mai le linee del flusso magnetico (trattandosi di un toro, il flusso �
tutto interno all'anello toroidale). Come fanno gli elettroni delle spire
a sapere di cosa sta succedendo nel nucleo?
Non credo che quel minimo flusso disperso che anche il miglior
trasformatore possiede possa essere chiamato in causa.
Secondo voi cosa succede?
Saluti e grazie.
Received on Thu Nov 16 2006 - 15:31:12 CET
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