Re: domanda semplice semplice

From: Soviet_Mario <Soviet_at_MIR.CCCP>
Date: Mon, 16 Oct 2006 14:49:51 GMT

marcofuics ha scritto:
> richi l'italiano ha scritto:
>
>> Prendo un mattone o una barra di un metallo qualsiasi. Lo taglio o lo rompo
>> di netto un pezzo. Se ricongiungo le parti ormai divise, questi non si
>> riattaccano pi� a meno che io non usi (a seconda dei materiali) colle o
>> saldature. Perch� il materiale in questione si comporta cos�? Perch� non si
>> riattacca naturalmente? Perch� gli atomi che prima erano legati non si
>> rilegano pi� una volta rimessi assieme?
>> Grazie in anticipo a chi vorr� darmi una semplice risposta e buona serata a
>> tutto il NG.
>>
>>
>> richi l'italiano
>
> :)
> domanda semplice semplice nemmeno per sogno.......
>
> allora dimmi, a che metallo ti riferisci?
> Prova a prendere il mercurio......

vabb�, ma non essendo un solido il concetto di rottura e di
"forma" � meno rilevante.

> e poi prova con 2 lastre di vetro bel levigate, levigatissime. Mettile
> in contatto, magari sotto pressione ed aspetta.

? Aspetta quanto ? Un milione di anni ? Dieci milioni ?
Sul serio, non ho capito se ti riferisci alla semplice adesione
dovuta all'effetto ventosa di superfici molto lisce (che
malgrado siano difficili da staccare e allontanare non sono
difficili da far scorrere parallelamente, perch� non creano
vuoto), o proprio affermi che il vetro si risaldi da s� in un
blocco unico ...

> Non c'e' mica bisogno della colla..... il fatto e' che tu quando rompi
> lo fai con troppa energia...
>
> In sostanza i materiali a cui accenni hanno una struttura reticolare
> (in genere) dove le molecole coesistono in una sorta di armonia
> attrattivo-repulsiva che rende tutto il sistema stabile (entro certi
> limiti).
> Il carico di rottura d'un materiale sta a significare proprio che
> l'equilibrio strutturale, che sottende alla resistenza del materiale
> stesso, non e' eterno. Esso si basa su questo gioco tra le molecole
> (per un metallo non direi proprio molecole, ma per un mattone direi di
> si perche' e' pur sempre un silicato). Ogni molecola si lega alle altre
> che le stanno intorno + o - come lo fanno le calamite, e rimane li'
> legata oscillando intorno alla sua posizione di equilibrio. Tutte fanno
> cosi', e l'equilibrio che si crea dipende proprio da quanto queste
> molecole sono incastrate bene l'una con l'altra. Un mattone e' piu'
> resistente d'un bicchiere, ma meno del granito.
> Ebbene, quando tu vai a "rompere", raggiungi il carico di rottura, non
> fai altro che superare la soglia entro la quale le molecole riescono a
> rimenere in equilibrio. Si, perche' tutti i materiali sono un po'
> elastici, anche se sembrano rigidi, essi reagiscono alle deformazioni
> esterne (sostanzialmente alla forza che viene applicata dall'esterno su
> di essi) redistribuendo questa energia tra tutto il reticolo, fin
> quando il materiale resiste, le molecole continuano a mantenere la
> reciproca armonizzazione aumentando la loro "dinamicita'", cioe'
> iniziano a muoversi sempre piu' violentemente! Arrivato ad una certa
> energia, vedi che alcune molecole escono da quella situazione
> d'equilibrio e si trascinano giu' anche le loro vicine.... hai fatto il
> crack!
>
> Per rimettere insieme il tutto, a questo punto non ti basta piu'
> soltanto avvicinare i 2 pezzi di mattone, poiche' le superfici che
> vanno a contatto non sono vere e proprie superfici, ma molecole che
> conservano un loro attaccamento al nuovo reticolo che si e' creato dopo
> la rottura !

nella sostanza sono d'accordo (anche se da chimico lo trovo
detto in modo inconsueto)

> Quindi, per incollare i 2 pezzi, oltre ad avvicinarli a contatto, devi
> anche attendere che le molecole "pian piano" si re-innamorino l'una
> dell'altra, ricompenetrandosi a formare di nuovo la struttura
> originaria. E ci vuole del tempo, ma se aspetti il mattone si
> reincolla.
> Dopo tutto, le rocce cosi' si formano, piano piano con le dovute
> pressioni i vari pezzettini di silicati vanno aggregandosi... e ti
> vengon fuori enormi macigni di granito.

quest'ultima considerazione � un po' semplicistica. Il tempo da
solo non � un parametro sufficiente.
Bisogna considerare che ci sono energie di attivazione richieste
per riassestare i reticoli che, come hai detto, nel frattempo si
sono riarrangiati per fronteggiare diversamente la rottura del
precedente equilibrio e trovare un nuovo stato stabile nel pezzo
rotto.
Un po' hai accennato all'effetto coadiuvante della pressione,
l'altro punto chiave � il calore (o pi� esattamente la
temperatura abbastanza alta).
Poi un punto imho importante � che il re-incollaggio che pu�
avvenire, comunque ottenuto, non garantisce minimamente che
venga completamente ripristinata la struttura preesistente alla
rottura stessa (questo mi pareva un punto chiave implicito della
domanda).
Per reticoli particolarmente semplici e regolari (metalli,
cristalli ionici) questo pu� in effetti accadere (almeno in gran
parte, se si pensa a monocristalli ideali, esenti da difetti).

Per materiali dotati di strutture complesse a varie scale (tipo
plastiche, peggio ancora legno, ossa etc) o anche semplicemente
per silice amorfa e vetri, presumibilmente i nuovi collegamenti
non saranno pi� nelle vecchie posizioni identiche, perch� varie
configurazioni di legame hanno energie molto simili e gli atomi
perdono memoria del passato.
ciao
Soviet_Mario
Received on Mon Oct 16 2006 - 16:49:51 CEST

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