Il 02 Ott 2006, 20:50, Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it> ha scritto:
> argo ha scritto:
> > ...
> > A quel che sento molti fisici ritengono inevitabile prima o poi una
> > rivoluzione per comprendere la gravita' e la meccanica quantistica
> > insieme. Secondo me invece e' necessario soprattutto un nuovo quadro
> > osservativo-sperimentale.
> Solo un breve commento su questo punto.
> Premesso che il problema dell'unificazione tra RG e MQ nasce da
> un'esigenza esclusivamente teorica, dato che siamo ben lontani
> dall'avere *fatti* sperimentali che la richiedano...
>
> Premesso questo, dicevo, anch'io penso che cio' di cui abbiamo ora
> bisogno sono proprio idee teoriche rivoluzionarie, piu' che nuovi
> fatti osservativi. Di quelli ne abbiamo fin troppi...
> Il paragone sara' frusto, ma ricordo che la rivoluzione copernicana
> non e' nata grazie a nuovi dati di osservazione, ma al coraggio
> d'interpretare in modo diverso dati che erano noti da molti secoli.
>
> So che non e' un argomento, ma a me colpisce che a tutt'oggi nessuno
> riesca a "pensare" una teoria che non si basi sulla MQ, inalterata da
> com'e' nata 80 e piu' anni fa.
> Ma la MQ e' nata per spiegare gli atomi, poi e' stata estrapolata a
> scale sempre piu' piccole, e ormai siamo a non so quanti ordini di
> grandezza sotto.
Insomma, al livello di quark e gluoni la descrizione avviene in ambito di
teorie quantistiche di campo... non che sia e' proprio la stessa cosa della
MQ di 80 anni fa. Ma e' chiaro quello che vuoi dire. Sinceramente trovo
difficile immaginare l'avvento una nuova teoria che rimpiazzi radicalmente
la struttura della MQ (per non parlare di come potrebbe essere fatta la
teoria stessa:). Certo, un secolo fa avrei potuto benissimo fare lo stesso
discorso, sbagliando, ma oggi mi sembra che sia tutto terribilmente piu'
complicato.
Alla fine dell'800 i fisici erano piu' o meno un migliaio in tutto il mondo,
e si 'conoscevano' quasi tutti.
Oggi anche in ambito teorico la fisica si e' estremamente settorializzata, e
l'impiego pesante dei calcolatori non avviene solo per i suoi lati
applicativi.
Risultato: in pochi riescono veramente ad avere una profonda comprensione di
tutta la fisica che sta alla base del lavoro di cui si occupano, e anche se
venisse un altro Einstein le sue intuizioni rischierebbero seriamente di
disperdersi nel mare delle teorie e pseudoteorie alternative attuali.
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Received on Thu Oct 05 2006 - 20:02:55 CEST