rofilippi wrote:
> Quando si parla di frequenza del sistema si parla della frequenza degli
> elettroni o degli atomi?
Sia di quelle degli elettroni che dei nuclei. Pero' attenzione: per
oggetti su scala atomica non si puo' fare a meno di introdurre concetti
quantistici. In particolare immaginare gli elettroni come qualcosa che
oscilla nel senso classico del termine non e' possibile nemmeno in prima
approssimazione (lo e' invece quasi sempre per i nuclei). Le transizioni
elettroniche tra livelli spaziati di un'energia dE sono comunque legate
alla frequenza f dell'onda e.m. dalla solita relazione dE=hf; ma non ha
senso dire che gli elettroni oscillano a frequenza f.
> In altri termini i nuclei sono eccitabili da frequenze diverse rispetto
> a quelle capaci di eccitare gli elettroni, quindi gli altri fotoni (ma
> solo di frequenze pi� basse di quelle capaci di eccitare gli
> elettroni, tutte? E gli elettroni di frequenze maggiori? Che fine
> fanno?
> Con che criterio le frequenze sono scelte? Grazie di tutto
Ovviamente un fotone di frequenza f non puo' causare nel sistema una
eccitazione di energia superiore a hf. Puo' invece eccitare transizioni
di energia inferiore, ma normalmente sono le transizioni di energia
circa pari a hf (quelle "risonanti") ad essere eccitate maggiormente.
Cosi', i fotoni delle microonde e dell' infrarosso eccitano
principalmente i moti rotazionali e vibrazionali dei nuclei, che sono a
bassa frequenza (i nuclei sono pesanti e si muovono pigramente);
pertanto sono particolarmente efficaci nel riscaldare i corpi. Quelli
visibili ed ultravioletti eccitano tranzizioni elettroniche che causano
le proprieta' ottiche ecc, come il colore.
La probabilita' di eccitazione di ogni singola transizione puo' essere
calcolata, ma bisogna entrare nel dettaglio dello specifico meccanismo
d'azione.
--
Enrico Smargiassi
http://www-dft.ts.infn.it/~esmargia
Received on Tue Sep 19 2006 - 18:30:11 CEST