Maurizio Bonfanti ha scritto:
> "Elio Fabri" <elio.fabri_at_tiscali.it> ha scritto nel messaggio
> news:4k9bdqFb4bk9U2_at_individual.net...
> > La prova e' che la fisica, senza sapere (come dici tu) fornire le
> > "vere ragioni", ha prodotto risultati concettuali e pratici che stanno
> > sotto gli occhi di tutti.
> > Viceversa, chi si arrovella sulle "vere ragioni" non ha mai prodotto
> > nulla, se non chiacchiere.
Premetto che non mi sento in grado di valutare appieno
le argomentazioni di Elio, che (per togliere qualsiasi dubbio,
dichiaro, senza difficolta', di condiderarle come un profondo
monito). Tuttavia, neanche lui credo che neghi 'tout court'
l'innata aspirazione umana di chiedersi i 'perche''. Per quanto
ho capito, Elio ha ben chiaro in mente una metodologia ben
precisa e delineata sul come *eventualmente arrivarci*,
avendo ben presente che non e' detto che ci si possa arrivare.
Elio, ti chiedo perdono in anticipo se ho frainteso il tuo pensiero
in proposito (e se e' il caso ti autorizzo a tutti gli insulti per
questa
indebita intromissine :-((((( . Ma spero comprendi che mi serviva,
almeno per capire, e cio' a parziale scusante.
> > A mio modesto ma filosofico avviso, tutto cio' e' la prova che quelle
> > "vere ragioni" sono un falso problema, e preoccuparsene signifca solo
> > (nella migliore delle ipotesi) perdere tempo.
> >
> E' come chiedersi: "Perch� esisto?", nessuno lo sa.
> Ma saperlo sarebbe davvero bello, almeno toglierebbe dalla testa il fardello
> del continuo dubbio.
> Lo stesso per tutte le cose. Conoscere la vera ragione delle cose � una
> delle soddisfazioni pi� grandi. Se no si vive nel modo che manca sempre
> qualcosa.
Qui mi verrebbe da dire (da agnostico) che i mezzi umani,
compresa l'intelligenza, ma anche tutte le capacita' tecnologiche
(base per raggiungere un'elaborazione quantomeno ragionata)
di cui disponiamo e' **limitata**. Grosso modo ogni scienziato
che abbia segnato con i suoi contributi una svolta, ma non solo
loro (ci possono essere tanti altri fattori, per lo piu' incogniti alla
maggior parte di questa popolazione terrestre) si e' *appoggiatto
sulle spalle di qualche altro, e forse piu' d'uno, scienziato che
gli ha permesso di raggiungere le cose che lui ha poi fatto
germogliare*. Quindi, *prima* di risolvere i *perche'* (che imho)
sono un gradino sopra, cerchiamo, come del resto credo abbiano
fatto tutti gli scienziati, di capire *come* avviene un qualsiasi
fenomeno.
Certo, seguira' un'attenta e circostanziata disamina, test, ricerca
di contro-prove e quant'altro. Spero ti renda conto che, a meno di
prendere scorciatoie (logicamente proibite o inconsistenti) di tipo
o filosofico, o fideistico (ognuno puo' fare come vuole, intendiamoci),
data la nosta *finitezza* o *non perfezione*, non ci resta che la via
maestra che illustravo sopra: sperimentare al meglio (oggi possibile)
per cavar fuori dalla natura tutto cio' che si puo' fare (nei limiti
della
tecnologia attuale, ma, come nella precedente parentesi, tutto e' in
divenire, e si spera ovviam. in meglio) e poi elaborare ( che puo'
essere anche piu' difficile).
Va bene, mi accorgo che ho sconfinato e anche a lungo sulla
filosofia, che pero' credo essere di altro tipo di quella che
prescinde dalla natura (primariamente) come unica fonte di
acquisizione di conoscenze e, al tempo stesso di banco di prova.
> Maurizio
Ciao
Patrizio
Received on Tue Aug 15 2006 - 22:51:05 CEST
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