Ne so talmente poco che magari mi sbaglio subito,
ma temo che non ci sia un solo coefficiente di
accoppiamento. Per usare parole pi� adeguate la
"costante di accoppiamento" unica della teoria delle
stringhe � un campo, non un numero, che pu�, molto
impropriamente parlando, ""variare nel tempo"" con quattro
virgolette. Le precisazioni tecniche che mi sovvengono
sono molteplici, posso provare solo a trasmetterne
il senso di quel che mi ricordo di un seminario di
G. Veneziano su questo tema. La leggibilit� di quel
che segue � calibrata su una conoscenza superficiale
di teoria dei campi e del modello standard a livello
universitario, quale ritengo di possedere, ma mi sono
sforzato di aggiungere richiami di livello pi� elementare
possibile.
Si possono trovare, nei vari modelli cosmologici basati
sulla teoria delle stringhe delle opportune separazioni di
scala. Ad esempio la forza forte d� luogo ai quark, e questi
si aggregano con dimensioni caratteristiche di 10^(-15) m,
ha senso parlare di carica delle particelle elementari, e questa
risulta misurata nei laboratori in multipli del valore della carica
dell'elettrone, le cariche si aggregano in atomi e gli atomi in
stelle e sistemi planetari su scale di grandezza di 10^11 m
le forze gravitazionali fra due particelle di uguale carica risultano
enormemente pi� piccole se confrontate con le forze elettriche...
ed i processi di interazione nei nuclei
locali avvengono su scale di tempo e di spazio piccolissime rispetto
alle scale di tempo e di spazio dell'universo... a questo livello
approssimativo corrispondono precise relazioni matematiche
fra grandezze della teoria delle stringhe che permettono in un
certo senso di scomporre la teoria complessiva in blocchi pi�
semplici e di indagare le relazioni mutue, dovute alla teoria
globale, fra i diversi blocchi.
Ancora in termini approssimativi queste separazioni di scala
permettono di fissare dei vincoli fra diverse
costanti e l'evoluzione temporale di questo campo scalare, non � corretto
ma pensa comunque al campo scalare come ad una funzione del tempo,
(in verit�, a seguito di una serie di approssimazioni, si trova una
funzione di una variabile che esprime un vincolo fra campi che non sono
semplici funzioni del tempo ma un complesso pi� articolato di equazioni
fra operatori)
Tieni presente che, come volevo sottolineare con le
virgolette, non � propriamente esatto parlare di
evoluzione temporale di questo campo scalare, perch� la metrica,
ma non solamente, anche le altre costanti di struttura dinamiche,
dipendono da questo campo. In soldoni l'evoluzione del tempo misurato da
un qualsiasi tipo di orologio dipende criticamente
da come cambiano le sue propriet� nelle diverse fasi di evoluzione
dell'universo.
Ad ogni modo se ipotizziamo, come correntemente si
fa che nella fase dominata dalla materia esistano atomi, ed interazioni
elettromagnetiche per misurare il tempo si possono stabilire e testare
relazioni fra un parametro osservativo, la costante z, il tempo e
l'evoluzione
del valore medio di questo parametro scalare e gli altri parametri
che entrano nelle equazioni regolative delle interazioni e che
descrivono i fenomeni.
Quindi a tutti gli effetti in teoria di stringa, sotto certe ipotesi, si
trova, riduttivamente parlando, una relazione di consistenza fra il
parametro cosmologico
legato alla costante di redshift e le varie costanti di struttura dinamiche.
Per le fasi primordiali dell'universo questa distinzione diventa
drammaticamente
inadeguata, non dimeno si possono testare diverse ipotesi sulla fase
seguente e cercare di prevedere quali sono le tracce nel presente delle
fasi antecedenti alla formazione degli atomi.
Questo campo di cui ti ho parlato si chiama campo
dilatonico, si pu� ridurre, in questi modelli, la determinazione del campo
dilatonico alla conoscenza di un potenziale e questa a quella
di una funzione. Questo
permette in effetti di ipotizzare una variazione delle costanti
di struttura delle varie forze fondamentali del modello
standard e delle sue versioni cosmologiche.
Il potenziale
in questione dipende da varie ipotesi di dettaglio della
teoria delle stringhe ed esistono modelli che predicono una
variazione delle costanti di struttura come modelli che predicono
una sostanziale uniformit� nelle fasi dominate dalla materia.
Per testare queste diverse ipotesi convergono in prospettiva
le diverse ricerche condotte negli acceleratori di particelle da
RHIC all'esperimento del Cern di Ginevra (ALICE), le ricerche
condotte dalle stazioni orbitanti e dai satelliti: come Hubble,
Cobe, Planck (in futuro) ed infine le antenne di onde gravitazionali
progettate ed in fase avanzata di realizzazione LIGO, VIRGO. Qualche dato
dovrebbe gi� essere stato acquisito.
Spero di ricordare ed avere trasmesso
correttamente il senso della spiegazione del
seminario per il grande pubblico tenuto da
Gabriele Veneziano, che ho avuto modo di
ascoltare insieme a tanti altri.
Il 19 Lug 2006, 19:26, "*FeDe*" <noprivatemail_at_please.it> ha scritto:
> Il coefficente di accoppiamento delle varie formulazione della teoria
delle
> stringhe � un numero fisso ?
> non potrebbe essere possibile considerare questo coefficente come una
> variabile, magari modulabile da una ulteriore dimensione o addirittura da
> una dimensione temporale aggiuntiva ?
> Perch� dovrebbe essere un numero costante ?!?
>
> Saluti
>
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Received on Thu Jul 20 2006 - 19:20:53 CEST