Re: Crittografia quantistica...perché?

From: Piercarlo <piercarloboletti_at_tiscali.it>
Date: Tue, 13 Jun 2006 21:46:27 +0200

Giulio Severini ha scritto:
>> Il metodo diffie-hellman per lo scambio di chiavi e' soggetto allo stesso
>> tipo dia ttacco a cui e' soggetto l'rsa.
>> Per quel che ne so con i computer quantistici dovrebbe essere possibile
>> implementare un tipo di cifratura inattaccabile.
>
>
> Ho letto su un libro che la crittografia a blocco monouso, con la
> chiave lunga quanto il messaggio � inattaccabile anche in via teorica.
> Ed infatti a quanto pare viene usata per crittare la linea di
> comunicazione tra il Cremlino e la Casa Bianca. Qualcuno mi spiega
> perch� � inviolabile anche in via teorica?!

Perch� il punto debole su cui si fa leva per forzare un codice sono le
ripetizioni. Se tu hai una chiave lunga quanto il messaggio *realmente
casuale* non hai possibilit� di ripetere alcunch�. Senza chiave di
corrispondenza il messaggio cifrato rimane un guazzabuglio intrattabile.

In pratica la casualit� della chiave si trasferisce al messaggio cifrato
e lo "copre" al punto da renderlo effettivamente illeggibile. La
crittografia, in soldoni, non � altro che un sistema per trasferire (o
meglio copiare) la casualit� da un insieme all'altro. Il punto chiave
della chiave (scusa il giochino...) � che sia *realmente casuale*
altrimenti, in linea teorica, � sempre forzabile con l'analisi delle
frequenze. Agli effetti pratici conta ovviamente il "in quanto tempo"...
  Il compromesso pi� efficiente lo si ottiene quando la validit� della
chiave � mantenuta al di sotto di qualunque tempo plausibile venga
richiesto dalla forzatura della stessa: non serve ovviamente a niente
saper decifrare una chiave in una settimana se questa viene cambiata
ogni due giorni.

Ciao
Piercarlo
Received on Tue Jun 13 2006 - 21:46:27 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:14 CET