"Valter Moretti" <vmoretti2_at_hotmail.com> ha scritto:
>Ciao, il problema che sollevi � serio,
>mi pare per� che tu stia dando un p� troppa importanza specifica
>ai referee.
>Il referee non deve decidere se quello che � contenuto in un articolo
>� oro colato o � da premio Nobel, e nemmeno deve dire se � tutto
>corretto, deve semplicemente dare un parere _entro certi limiti_
>*stabiliti dalla rivista*, sulla sensatezza e plausibilit� del
>contenuto
>dell'articolo, cercando di capire se non ci siano cazzate madornali
>che non possono essere pubblicate. (Almeno questo accade
>per le riviste di fisica teorica/matematica di cui io sono referee.
>Non saprei cosa � richiesto ai referee delle riviste sperimentali.)
My two cents: un referee di un lavoro sperimentale dovrebbe
controllare che i risultati sperimentali riportati, attraverso una
discussione coerente, giustifichino le conclusioni tratte. Per la mia
esperienza, nel 99.999% dei casi il referee non pu� sognarsi nemmeno,
per motivi logistici, di riprodurre gli esperimenti descritti (penso a
misure con luce di sincrotrone).
Poi, se uno si vuole inventare i dati di sana pianta, e li spedisce a
Nature, ovviamente non c'� referaggio che tenga.
Sul fidarsi o meno, credo che se si aspettasse di avere una
riproducibilit� condivisa per ogni lavoro che viene inviato a una
rivista, la conoscenza scientifica andrebbe un pelino a rilento.
Alla fine, con l'esperienza, ognuno si genera la propria libreria di
fattori extra-scientifici (come l'autorit� e il prestigio, sia degli
autori che della rivista, che alla fine contano molto di pi�) su cui
basarsi. Per dire, io diffido sempre della microscopia elettronica e
non credo agli strombazzamenti Nature-schi, ma tendo a credere ad Acta
Crystallographica, e cos� via.
Ciao
--
Francesco Giannici
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Received on Wed May 10 2006 - 21:14:21 CEST