"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
news:e1e9o6$2tqs$2_at_newsreader1.mclink.it...
> Se vuoi dire che dovrei decidermi a leggere AVS, magari hai ragione :)
> Pero' provo una certa resistenza: da che dipendera'?
nel Luglio scorso mi chiedevi su is:
> Io non riesco a entrare nel nerito, perche' non capisco una cosa: la
> tua (non solo tua) sottolineatura del carattere convenzionale della
> sincronizzazione, ha conseguenze osservabii?
> Voglio dire che vedo due possibilita':
> a) La scelta della sincronizzazione e convenzionale e non ha
> conseguenze osservabili. Allora non c'e' motivo di spenderci tempo:
> teniamoci quella di Einstein.
> b) Le conseguenze osservabili ci sono. In tal caso vorrei sapere quali
> sono, e comunque ne segue che la scelta non puo' essere piu'
> arbitraria, ma e' soggetta alla decisione sperimentale.
> Insomma, come stanno le cose secondo te?
Ho trovato proprio in questi giorni un articolo di A. Ungar che risponde ai
questiti che mi ponevi. L'articolo e' decisamente piu' snello del report di
AVS che ho piu' volte citato e le risposte di Ungar sono, mi pare, piu'
chiare di quelle che ti avevo dato io su is (sono anche piu' "professionali"
:-)). Per Ungar, come per tutti i convenzionalisti, la risposta e'
ovviamente la a) ma a quel punto la domanda interessante diventa "perche'
*vale la pena* di spenderci tempo"?
Riporto alcuni stralci dell'articolo in questione (Abraham A. Ungar
"Formalism to Deal with Reichenbach's Special Theory of Relativity" Found.
Phys., 21, 6, 691 (1991))
"The physical content of the resulting Reichenbach's special theory of
relativity (RSTR) is the same as that of STR; it is only the formalism
underlying STR that we extend." pag. 693
"... will prove Einstein's isotropy convenction to be SUPERFLOUS, recalling
to mind Einstein's assertion that following his two postulates of STR "the
introduction of the luminiferous ether will prove to be SUPERFLOUS". Being
undetectable, both ether and the one-way velocity (of light and hence of any
moving object) are superflous and their elimination is useful. Following the
elimination of ether by Einstein, it is now the time to eliminate its
counterpart, the one-way velocity." pag 693.
Qua io leggo nelle parole di Ungar le stesse cose da me piu' volte dette su
isf, cioe' che bisogna portare a compimento la discesa del tempo dall'olimpo
dell' a priori, cioe' che presa coscienza della relativita' della
simultaneita' (e riconosciutane l'importanza) si deve prendere coscienza
anche della convenzionalita' della simultaneita' (e riconoscerne
l'importanza).
"Section 12 concludes that RSTR is outstandingly powerful, since it involves
a natural MARKER distinguishing between observable and unobservable, and it
is remarkably simply to apply, since it is similar to STR." pag 695.
"Example 2 demonstrates that the classical momentum, m*V, of a moving object
with mass m and one-way velocity V has no physical significance while its
relativistic counterpart, P=m*G(eps)*V(eps)= m*G(eps=0)*V(eps=0), is
physically significant. Clearly, the factor G is introduced into the
relativistic momentum, P=m*G*V, as a correcting factor of V rather than as a
correcting factor for the classical mass m: the one-way velocity V is
unobservable and, hence, require correction, G*V, while the mass m is
observable and, hence, need not be corrected." pag. 712.
"It was demonstrated by several examples that an intrinsic anisotropy
parameter, eps, which is involved in the theory fades away whenever
expressions representing observable effects are constructed. Th anisotropy
parameter, hence, act as a MARKER distinguishing between expressions that
represent OBSERVABLES and those which represent UNOBSERVABLES. The one-way
Lorentz transformation of RSTR turns out to be similar to the standard one
to which it is experimentally equivalent. RSTR is thus outstandingly
powerful and remarkably simple to apply.
Following the exposition of this article, investigators who still claim that
the one-way speed of light is a matter of experimental fact rather than a
matter of convenction will have to demonstrate that they cam measure a
quantity represented by an RSTR eps-dependent expression. The present
formalism to deal with special relativity from Reichenbach's point of view
should therefore be of interest also to investigators who deny the validity
of Reichenbach's conventionalism." pag 723.
La sostanza di quanto qua detto da Ungar era comunque gia' implicita in R.
Anderson e G. E. Stedman "Dual Observer in Operational Relativity" Found
Phys, 7, Nos1/2, 29-33 (1977) (e gia' Winnie, Phil. Sci. 37, 81, 223 (1970),
aveva percorso un buon tratto di strada) dove si legge:
"Moeller has given a very general and abstract analysis of the effect of
general relativistic gauge transformations, of which the special
relativistic synchronization discussed above is the simplest non trivial
example. We develop a tensor formulation of the synchronization
transformation that bridges the gap between Moeller's analysis and the
formalism of the more philosophical discussions." pag. 29.
Ne segue che l'utilita' della convenzionalita' della simultaneita' e'
esattamente quella che si ha per una qualsiasi trasformazione di gauge: se
un ente cambia il proprio valore per trasformazione di gauge allora
quell'ente non ha rilevanza fisica, non e' un ente misurabile.
Nell'articolo sui tachioni che ricordavo recentemente io proprio di tale
fatto mi servo (cioe' utilizzo il "marker" di cui parla Ungar) dicendo che
non ci dobbiamo preoccupare della velocita' dei tachioni; se la causa e' in
x=+a e l'effetto e' in x=-a, non ci dobbiamo preoccupare se il tachione ha
per caso una velocita' positiva (cioe' diretta da -a verso +a) in quanto la
velocita' non e' un ente fisico (e' un ente convenzionale). Quello che conta
e' la quantita' di moto, quella si' che e' non convenzionale ed e' sempre
diretta dalla causa verso l'effetto, esattamente come la quantita' di moto
dell'aereo che e' diretta dalla Nuova Zelanda (dove avviene la partenza)
verso l'Italia (dove avviene l'arrivo) e lo e' del tutto indipendentemente
dagli orari segnati dagli orologi locali nelle regioni di partenza e arrivo.
Cioe' quel marker a me pare molto utile per capire che il tachione non sta
andando "indietro nel tempo" se parte da qua alle 3 e arriva la' alle 2,
oppure, se vogliamo dire che per i tachioni e' possibile andare indietro nel
tempo nel senso che possono "partire da qua alle 3 per arrivare la' alle 2",
quel marker ci aiuta a capire che la cosa non ha nulla a che fare con la
causalita' (chi decide il verso causa-effetto e' la quantita' di moto, non
la velocita').
Chiudo notando che purtroppo, nell'articolo citato sopra, Ungar eredita da
Reichenbach un errore che a me pare abbastanza grave: nel dire che abbiamo
liberta' di scelta nella sincronizzazione (la scelta del parametro che
chiama eps) limita tale scelta a valori -1<eps<1 per "ensures the validity
of the causality conditions according to which the light signal arrives at B
AFTER it was emitted from A and BEFORE it arrives again in A." (pag. 695).
Invece la causalita' non ha proprio niente a che fare con gli istanti
segnati dagli orologi (cioe' non ha niente a che fare con il valore di eps),
le limitazioni -1<eps<1 sono immotivate.
Infine Ungar attribuisce ad Einstein il postulato sulla costanza della
one-way velocity vedendolo, mi pare, quasi come in contrapposizione col
postulato di Reichenbach, cioe' quello sulla costanza della round-trip
velocity (e anche qua bisogna vedere cosa si intende con tale costanza, a me
pare proprio che si debba intendere costante *al variare della lunghezza del
viaggio*, pero' a pag. 697 si legge "the second postulate of RSTR states
that the ROUND TRIP speed of light in the free space is the same for all
inertial observer, thus removing Einstein's isotropy convention", quindi
pare che Ungar intenda costante "al variare del riferimento) pero', per
l'appunto, Einstein l'isotropia la assume per convenzione, quindi io non
vedrei una gran differenza fra le posizioni di Einstein e di Reichenbach.
> Elio Fabri
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Mon May 08 2006 - 17:18:57 CEST