Re: diffrazione onde e 1° princ. termod.

From: Daniele Fua <daniele.fua_at_unimib.it>
Date: Sat, 29 Apr 2006 14:29:16 GMT

Daniele Fua wrote:
> Chicco83 wrote:
>
>>
>> Mi farebbe davvero piacere se, oltre alla preziosissimo aiuto di tutti
>> gli altri membri
>> del NG,
>> partecipasse a questa discussione anche il buon Elio Fabri, B.
>> Cocciaro, D. Fua' e gli
>> altri big.
>> (sempre se si tratta di una qualcosa di cui valga la pena parlare).
>
> Ti ringrazio molto di avermi messo nella lista. Peccato che io non mi
> senta affatto all'altezza dei "big" che nomini e mi senta anche poco
> esperto in materia.
> Comunque visto che sono qui, dico quello che penso: se il fedele
> principio di conservazione dell'energia viene violato, la mia prima
> reazione e' quella di capire cosa c'e' di sbagliato nel ragionamento di
> partenza. In questo caso sarei propenso a approfondire quello che ha
> suggerito un po' cripticamente gicidi: esistono onde piane ideali? Se
> non esistono vuol dire che il fronte d'onda non e' infinito lateralmente
> e, in particolare, non e' un piano ideale. Se non e' un piano ideale,
> trattare correttamente l'interferenza tra i due fronti d'onda reali (in
> particolare forse ai bordi) potrebbe risolvere il paradosso.
> Ma forse qualcuno ha suggerimenti migliori.
>
> Daniele Fua'
> Uni. Milano-Bicocca

Come sempre ci ripenso... e credo che la ragione sia un'altra. Con
qualsiasi strumento tu possa immaginare di eseguire l'esperimento, ti
troverai sempre piu' di un fascio in uscita; in genere due. Per esempio
uno strumento molto noto e in complesso semplice e' l'interferometro di
Michelson: se la sua configurazione fa in modo di fare interferire
distruttivamente una uscita, ti ritrovi tutta l'energia (o meglio la
potenza) sull'altra uscita. Alla fine l'energia si conserva e il
paradosso che suggerisci non esiste.

Daniele Fua'
Uni. Milano-Bicocca
Received on Sat Apr 29 2006 - 16:29:16 CEST

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