Re: Traduzione di termini tecnici (era Re: Per Elio Fabri)

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Thu, 27 Apr 2006 21:53:25 +0200

Peltio ha scritto:
> Il vero problema non sta tanto nell'inventarsi le parole, ma nel
> mettersi d'accordo su quale sia l'invenzione da adottare come
> traduzione di un certo termine. Ad esempio, vediamo come traduci
> termini come
>
> flip-chip
> packaging (e non package)
> wire bonding package
Il primo e l'ultimo non se che cosa significano, quiandi non posso
proporre una traduzione.
Quanto a "packaging", prob. dipende dal contesto, ma mi verrebbe di
dire "confezione"...

> ...
> bornological space
E ched'e'???

> Oppure, per restare in ambito fisico
>
> quark
Beh scusa, e' ben noto che questo non si puo' tradurre, perche' e' una
parola inventata...
C'e' chi dice che Gell-Mann si sia ispirato a Joyce ("three quarks for
Muster Mark", se ricordo bene).
E questo ti dice tutto ;-)

> Al contrario, secondo me sarebbe ora che da qualche parte nel mondo
> accademico italiano ci si dia una svegliata
In molti casi basterebbe semplicente aprire il dizionario...

> che ha quotato solo parte del tuo post nel newsgroup, ma tiene il resto
> sull'hard disk e forse lo salva in un file su floppy, sempre che il
> mouse e il display non gli si rompano prima.
E sempre che non ti crashi l'OS :-))

Bruno Cocciaro ha scritto:
> Io sono in disaccordo netto con quanto affermato sopra. Non certo per
> una sorta di maggiore simpatia verso la "democrazia" rispetto alla
> "dittutatura" ma per una questione strettamente pratica: i linguaggi
> imposti per decreto non sono linguaggi.
Infatti non si tratta di questo, anche se in Francia lo fanno e come...

> Esistono delle comunita' che condividono delle esperienze e inventano
> parole apposite per descrivere le esperienze comuni. Una nuova parola
> si afferma perche' e' comodo descrivere un nuovo concetto tramite essa
> piuttosto che tramite un insieme di parole gia' esistenti.
Ma qui non si tratta di parole inventate!

Si tratta di parola che a uno di lingua madre inglese nonsuonano
affatto strane, e che qui vengono adottate pedissequamente, spesso
senza neppure porsi il problema se esista o no un'equivalente
italiano.
Io lo vedo dal punto di vista sociologico come un sengo di soggezione
culturale, dal punto di vista individuale come un segno d'ignoranza:
punto e basta.

> Prendiamo l'esempio della parola "post". Io la uso spesso, non saprei
> come "tradurla" esattamente in "italiano"
Se tu ne conoscessi la storia, sapresti anche come tradurla.

I primissimi e primitivi gruppi di discussione via internet
sichiamavano "bulletin boards", che sono quei pannelli su cui per es.
nei locali universitari si possono affiggere avvisi sui piu' diversi
argomenti.
Tipo "gruppo rock cerca batterista" (l'ho visto affisso -posted?-
davanti al Dip. di Fisica).
"Avviso" in questo senso di dice appunto "post".

> Stesso discorso per "Branching Ratio"; immagino che chiunque usi tali
> parole sapendo cosa vuole dire si sta rivolgendo a persone che sanno
> cosa significa "Branching Ratio", quindi non c'e' alcun bisogno di
> traduzione, anzi una traduzione risulterebbe deleteria, se uno dicesse
> "Rapporto di ramificazione", un ascoltatore probabilmente si
> chiederebbe "ma con "Rapporto di ramificazione" stara' intendendo il
> "Branching Ratio" ?
Qui il meccanismo e' diversa: e' l'assoluta prevalenza dell'inglese
nella comunicazione scientifica, unita a un po' di pigrizia...

Contro prova: quando ero studente avevo qualche professore che si era
a sua volta formato in un tempo in cui la lingua dominante era il
tedesco, per cui era normale che infilasse nei sui discorsi "Ansatz" e
simili, per non parlare di "Bremsstrahlung" che sopravvive ancora, e
di "Zitterbewegung" che si usa raramente che non e' ancora scomparsa.

Comunque io farei ancora un'altra distinzione: se mi disturba poco o
molto, a seconda dei casi, l'eccesso di parole inglesi, non sopporto
(anche se qualche volta ci casco pure io) la pseudoitalianizzazione,
tio il "forwardare" che ho ripreso di recente.
Oppure il "quotare" che quasi tutti usano :-<
Tanto piu' quando l'equivalente italiano esiste bello e pronto e anche
piu' scorrevole...
                                                           
                          

-- 
Elio Fabri
Received on Thu Apr 27 2006 - 21:53:25 CEST

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