Il giorno Wed, 19 Apr 2006 21:21:01 +0200, "Josef K."
<franz.kafka_at_LEVAQUESTOcomune.re.it> ha scritto:
>>Ad esempio nel caso dei raggi X, quando dopo la scoperta di Roentgen si diffuse
>>la moda di irradiare le persone con dosi elevate di radiazioni per vedere le
>>ossa le conseguenze nefaste furono visibili dopo poco tempo con pelle che moriva
>>e cadeva, e con effetti anche mortali sugli individui nel medio periodo.
>>
>>Se una cosa del genere potesse succedere con i telefonini ce ne saremmo accorti
>>da tempo, credo, anche senza bisogno di studi epidemiologici. ;-)
>
>Questo mi permette di fare una digressione "culturale":
>gli effetti di cui parli tu sono detti effetti deterministici (secondo
>una definizione che � in via di aggiornamento) e sono effetti che, in
>sunto, si presentano entro breve tempo dall'esposizione, presentano
>una soglia entro la quale non si manifestano e altre caratteristiche.
>Questi non necessitano di studi epidemiologici (almeno in prima
>approssimazione).
Si, se nel precednte post ti riferivi ad effetti di radiazioni ionizzanti anche
a valori molto bassi credo anch'io che un approccio epidemiologico � l'unico
possibile.
>Gli effetto di cui parlavo io sono usualmente definiti stocastici e,
>per capirci, si tratta di tumori o malformazioni genetiche.
>Questi possono essere studiati solo su base epidemiologica (nel senso
>che questo � il vero approccio che permette di quantificare
>l'effetto): questi effetti non si manifestano in tutte le persone
>irradiate (e per fortuna!), a quanto ne sappiamo potrebbero non avere
>alcuna soglia (o almeno questo assumiamo cautelativamente) e quello
>che ne sappiamo oggi deriva principalmente dagli studi epidemiologici
>fatti sulle persone irraggiate dalle bombe atomiche (e seguite nel
>corso della loro vita per osservare la comparsa di tumori).
>Un esempio anche � dato dai lavoratori americani nel settore degli
>orologi fluorescenti che dovevano spalmare sali di radio sul quadrante
>degli orologi e nel farlo umettavano con la bocca il pennello che
>usavano. Sebbeno nell'immediato non si osservasse alcun effetto presto
>molti furono colpiti da tumori alla bocca a causa della contaminazione
>radioattiva.
>Fino al secondo dopoguerra questi effetti erano poco noti e
>probabilmente in larga misura sottostimati.
Vero, ma quello che mi sembra oramai evidente dopo tanti anni di studi � che le
onde elettromagnetiche (non ionizzanti naturalmente) non hanno gli effetti
perversi che qualche catastrofista insinua, anche se vanno fatti tutti gli studi
epidemiologici del caso.
Inoltre anche il concetto di "inquinamento elettromagnetico" � spesso
impropriamente confuso con gli altri tipi di inquinamento come ciminiere,
scarichi industriali, ecc. che emettono nell'ambiente sostanze nocive, mentre al
contrario l'inquinamento elettromagnetico resta sempre e comunque sotto il
controllo della sorgente emittente.
Difatti spento il trasmettitore sparisce l'inquinamento e inoltre l'emissione �
l'unico effetto della funzione che ci si propone (trasmettere) e non un efffetto
collaterale e non voluto, come spesso succede con altre forme di inquinamento
'classico'.
--
ciao
Stefano
Received on Thu Apr 20 2006 - 10:06:19 CEST