On Sat, 15 Apr 2006 15:28:03 +0200, Bhisma <bhisma_at_email.it> wrote:
>Una precisazione (se la moderazione me la passa, non so quanto possa
>essere OT qui): quello che stai seguendo tu � il tipico approccio
>*fisico* ad un problema del genere, si guardano potenze e frequenze in
>gioco, si calcola se siano tali da creare problemi all'organismo in
>base alle *note* interazioni biochimiche e biofisiche, se si vede che
>problemi non ce ne sono, ok, siamo a posto.
>
>E' sicuramente un approccio legittimo e sensato, molto utile a non
>farsi paranoie inutili, a decidere se esiste o no un razionale per una
>ricerca, etc... ma l'approccio *epidemiologico* � del tutto diverso.
>
>L'epidemiologo si interessa fondamentalmente a controllare
>statisticamente se un fatto (l'uso del cellulare, nella fattispecie) e
Credo che l'approccio epidemiologico sia l'unico sensato per trarre
conclusioni su questi temi.
Persino sulle radiazioni ionizzanti di fatto l'analisi � effettuata su
base epidemiologica pur essendo ben chiari gli effetti a livello
microscopico sulle singole cellule.
Ci� al limite pu� portare a concludere che s�, le radiazioni sono
pericolose, ma non aiuta a quantificare tale "pericolo".
E la quantificazione � importante per stabilire la vera entit� del
rischio, non avrebbe senso in generale dire che le radiazioni non
ionizzanti sono pericolose per l'organismo se non si quantifica il
rischio.
Anche girare in automobile � pericoloso per la salute e non per questo
smettiamo di usare l'auto: quantificando il rischio riusciamo a
valutare quali sono i comportamenti che lo accrescono e quanto questo
rischio possa essere considerato come accettabile.
--
Rob
"Qualcuno doveva aver calunniato Josef K. perch� una mattina, senza che avesse fatto nulla, venne arrestato."
Received on Sat Apr 15 2006 - 20:37:44 CEST