Re: Il tempo quantistico.

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Wed, 08 Feb 2006 21:14:51 +0100

Paolo Avogadro ha scritto:
> Ammetto di continuare a non capire questo punto, se prendo il solo
> teorema senza interpretazione non dice nulla dal punto di vista
> fisico.
E' quello che dico da un po'...

> DA=< psi|(A-<A>)^2 psi> e io continuo a considerare questo oggetto un
> valor medio.
Lo consideri un valor medio (e non ho obiezioni) perche' fai gia' uso
di un postulato interpretativo.
Ma di per se' e' solo un certo integrale.

> E' vero ma mi pare necessaria l'interpretazione fisica per correlare
> la teoria e gli esperimenti.
Ovvio.

> ...
> Mi potresti spiegare cosa dice il teorema dal punto di vista
> sperimentale?
Un teorema *da solo* non ti puo' dire niente dal punto di vista
sperimentale, e questo lo sai bene quanto me.
A questo punto temo di aver perso il filo: non so piu' di che cosa
stiamo discutendo...

> Con Lx e Ly non saprei, ma se prendo x e px posso provare.
> Se faccio un'osservazione di px utilizzo uno stumento che ha un volume
> finito nello spazio. A questo punto, osservato px, posso dire che ho
> localizzato la particella al momento dell'osservazione all'interno dello
> strumento di misura (ovviamente la misura � affetta da errore) e quindi
> ho una conoscenza sulla sua posizione. Le due osservazioni sono
> contemporanee (sempre considerando che per fare una misura serve un
> certo tempo).
Se usi uno strumento che ha volume finito, *non fai* una misura di px,
ma la misura di un'osservabile che _approssima_ px.
Allo stesso tempo non fai una misura di x, ma di un proiettore su un
intervallo di valori di x.
Queste due osservabili possono benissimo commutare...

> Puoi spiegarmi meglio questa frase, a quanto ne so io <[A,B]> (che �
> un'abbreviazione di <psi|[A,B]psi> ) � il valor medio del commutatore.
> A questo riguardo mi riferisco al Caldirola pag.495 formula 2.33.
Vedi sopra.
Visto che citi Caldirola, vai a pag. 509 dove c'e' la dimostrazione.
C'e' solo da usare la disug. di Schwartz: pura matematica.

A proposito di cio' che dici, che la rel. d'indet. non dice niente
sulla singola misura, mi e' venuta in mente la classica discussione
nota come "microscopio di Heisenberg".
In quel caso si misura la posizione di un elettrone mandandoci sopra
un fotone, e osservando il fotone attraverso un microscopio.

Succede questo: che l'impulso dell'elettrone e' incerto perche' non
puoi sapere esattamente in che direzione e' rimbalzato il fotone per
entrare nel microscopio; e d'altra parte la posizione dell'elettrone e'
incerta perche' il microscopio ha un poterre risolutivo finito.
Il che vuol dire che gia' in una singola misura hai una precisa
limitazione.
                               

-- 
Elio Fabri
Received on Wed Feb 08 2006 - 21:14:51 CET

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