ileana wrote:
> Sono perfettamente consapevole dell'enorme carico di complessit�
> dell'argomento che ho scelto per i ragazzi a scuola, ma forse tu non hai
> considerato la possibilit� che a questi ragazzi si possa almeno dare una
> conoscenza anche se solo qualitativa e poco quantitativa degli argomenti
> di cui vorrei parlare.
>
> A scuola si insegna la Fisica dividendola in Cinematica,Statica,Dinamica
> e poi Meccanica dei fluidi, Termodinamica etc etc...; io invece ho
> pensato semplicemente di partire da Galilei ed affrontare ad esempio il
> principio di relativit� galileiano, che per altro so non essere stato
> insegnato agli alunni delle terze, ed affrontare cos� il problema con
> Lorentz e poi fino ai giorni d'oggi. Di Newton invece approfittare della
> sua legge di gravitazione per parlare delle forze fondamentali e quindi
> del problema dell'unificazione; come pure partendo dalla meccanica
> classica spiegare il perch� della meccanica quantistica, ma senza dover
> parlare di autofunzioni e autovettori.
>
> Ho voluto solo cimentarmi in un percorso alternativo con cui i ragazzi
> interressati possano venire a conoscenza delle tematiche attuali in
> campo fisico, ma senza troppa ambizione.
> Dici che esagero?
> Con molta stima
> Ileana
>
Entro un po' di straforo in questo "dialogo pubblico" (un ossimoro?)
perche' penso di avere una posizione intermedia. Sono molto d'accordo
con Elio Fabri sul pericolo e sul prolifereare di forme sbagliate e
nocive di divulgazione. Non sono d'accordo, invece, sul fatto che sia
impossibile farla in maniera corretta anche su argomenti molto avanzati
e concettualmente difficili. Puo' essere piu' complicato e richiede,
prima di tutto, una posizione di grande umilta' e di realizzazione dei
limiti: propri, degli altri e delle scienza stessa (per carita' non
fraintendete... il mio non e' un discorso religioso, anzi e'
coerentemente materialistico e riduzionistico al 100% :-)
Per concludere: si puo' cercare di spiegare quasi tutto ma non bisogna
strafare. Per primo bisogna essere sicuri di avere capito quello che si
vuole spiegare (la cosa sicuramente piu' difficile!) e poi se si reputa
che dei concetti siano troppo avanzati rispetto al livello di
preparazione dell'udienza occorre sapere bene a che livello fermarsi
mettendo in luce la complessita' e mai, proprio mai, illudere anche in
maniera "subliminale" che siano cose semplici (su questo sono con Elio
Fabri).
Io trovo molto utile nell'insegnare, utilizzare con opportune revisioni
il mio stesso percorso di apprendimento tenendo conto delle ragioni per
le quali alcuni concetti che pensavo di aver capito bene durante
l'universita' erano invece errati o poco precisi.
Non e' detto che funzioni con tutti perche' non siamo uguali, ma chissa...
Daniele Fua'
Uni. Milano-Bicocca
Received on Wed Feb 08 2006 - 10:51:20 CET
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